lunedì 13 luglio 2009

ESSAOUIRA الصويرة oceano, vento e gabbiani.




03 gennaio 2010        



Sveglia presto anche oggi, colazione alle 7.00 e partenza verso le 8.00. Marmellata, tè, pane arabo per iniziare. Vicino al mare stavo bene, c'è un atmosfera particolare qui. L'hotel poi è davvero bello e piacevole. Partiamo seguendo la strada costiera, facciamo la prima tappa ad Agadir, poi raggiungeremo la città di Essaouira, detta anche Mogador..
Lasciamo il piccolo villaggio di Mirleft un pò a malinquore. Vorrei passare più tempo, qui. Vorrei essere una vera viaggiatrice, quella che ha il tempo di fermarsi dove vuole e quanto vuole. Il paesino non si è ancora svegliato. Tutto è chiuso e il sole comincia a scaldare. Sempre un bel cielo limpido e un’altra bella giornata. Avrei fatto anche un bagno ma il tempo stringe.
Ci fermiamo più volte durante la strada. I panorami sull’oceano sono molto belli. Rocce chiare, di un giallino ocra che fanno da contorno a spiagge ampie e lunghissime di sabbia. Molti gli sportivi che praticano surf, body surf o kite surf. Ci sono rocce a picco sul mare con onde spumeggianti che sbattono sulle scogliere. Ci fermiamo a guardare queste grandi onde oceaniche nel vento costiero. Si respira un grande senso di libertà e di forza. Spiagge fatte solo da conchiglie e piccoli villaggi di un paio di vie caotiche sulla strada. Bellissimo. Ci fermiamo a pranzare insieme all’autista in un piccolo posto sulla strada. Prendo un tajine di pesce, in uno di questi posti in cui mangia solo la gente locale. In realtà volevo il pollo, ma come al solito non capisco il francese e ho sbagliato. Ma va bene lo stesso, tutto il cibo è ottimo. Insegne della coca cola interamente scritte in arabo, tajine sul fuoco che ognuno apre e sceglie da solo. Per un totale di 4,00 euro a testa e un cibo ottimo. Immancabile il buon pane marocchino, con cui prendiamo porzioni di tajine senza l'uso delle posate. Siamo proprio berberi ormai, mangiare così ci da un sacco di gusto e di gioia. E' bello condividere in tre il cibo, come amici.

Ripartiamo ed arriviamo ad Agadir. Il nome significa in lingua berbera, granaio fortificato. Si affaccia sull'Oceano ai piedi dei monti dell'Atlante poco a nord rispetto a dove il fiume Sous sfocia nell'oceano. Fu fondata da marinai portoghesi nel 1505. Solo nel 1541 divenne territorio del Marocco e nel 1911 al culmine della tensione franco-tedesca la Germania inviò la nave da guerra Panther ad Agadir. Il 29 febbraio 1960 la città venne distrutta da due forti terremoti, circa 15.000 persone persero la vita. La città attuale venne ricostruita due chilometri a sud dell'epicentro e ora è un porto e località marina con un'ampia spiaggia sabbiosa. Il turismo, la pesca e la lavorazione del pesce sono le attività economiche più rilevanti. Negli ultimi anni l'attività turistica ha subito un forte aumento. Ora è tutta nuova, tripudio di hotel, bar e discoteche per occidentali. Ci rimaniamo solo 10 minuti, facciamo un giro in spiaggia. Appena arriviamo un ragazzo marocchino mi dice in inglese che si possono affittare ombrelloni, sdraio, giocare a volley ball. Mi giro, sorrido e dico no grazie in arabo. (La! sciukran). Un gruppo di ragazzi dietro ride e mi batte le mani, troppo brava! dovrei chiedere anche io un dirham per lo spettacolo! Se devo essere berbera dovo esserlo fino in fondo! Ripartiamo subito, perchè Agadir è molto turistica e non ha nulla di tipico, non fa per noi, cerchiamo atmosfere autentiche. Cerchiamo luoghi da scoprire.
Per la strda vediamo i danni dell'alluvione per la prima volta. Una settimana di pioggia ha portato via intere piantagioni di banane, molto diffuse in questa zona. Purtroppo le piogge spesso portano via la terra e le coltivazioni.

Arriviamo ad Essaouira verso le 16.00. Il nostro autista ci dice che è la città del vento e per tutto l’anno il tempo è variabile e sempre imprevedibile. Essaouirà ha il fascino della città di mare, di una città fortificata di fine diciottesimo secolo e da città di mare, anzi oceano. Sole, pioggia, nuvole e poi di nuovo sole nello stesso giorno, non sono un’eccezione. La nostra guida rimane scioccata si ferma e vede la spiaggia. L’alluvione ha distrutto tutto e non sembra la stessa città di prima. La spiaggia è molto ampia e bella, se non fosse per la quantità di tronchi, legna e fango che i fiumi han versato nel mare. Ed il mare, si sa, riporta tutto a riva. Il colore azzurro del mare di una volta è diventato marrone, galleggiano un sacco di rami. Sulla spiaggia i detriti degli alberi saranno alti un paio di metri tutti. Molte ruspe sono al lavoro per portare via questa mole gigantesca dalla spiaggia. Dei ragazzi del luogo si fermano con lui per parlare dei danni, che una sola settimana di pioggia ha provocato una decina di giorni fa.
Nonostante tutto, è bellissimo. Forse è anche più affascinante così, è la bellezza mediterranea.. quella non da cartolina, quella bellezza che devi saper trovare ed intravedere.. non ti viene regalata a prima vista... te la devi un pò inventare come dice Izzo... devi saperla vedere nell'anima delle cose e non solo nella loro esteriorità... forse il Mediterraneo è proprio questo, saper vedere la sua bellezza non sfacciata.
In passato passavano di qui navi portoghesi, romane, cartaginesi e persino fenice. Commercianti di spezie, sale, stoffe e chissà cosa... merci caricate sulle navi per essere vendute altrove. Il suo nome era Mogador...
Da borgo di pescatori venne trasformata in città fortificata.
L’atmosfera è particolare e molto piacevole. Mura giallo oro bellissime, all’interno delle quali si trova la Medina. A differenza delle altre città, Sidi Ifni e Mirleft a parte, il colore delle case è bianco e azzurro.
Colpisce l'abbondanza di gabbiani nel cielo in questo pomeriggio.
Parcheggiamo e scarichiamo i bagagli, perchè non vediamo l’ora di fare un giro. Il Riad presso il quale alloggeremo si trova all’interno della Medina.
L’autista ci accompagna con un signore che ci porta le valigie con il suo carretto e che vuole 2 euro di mancia. Gliele facciamo portare più per dar lui un pò di soldi che per effettivo bisogno, il marocco è anche questo. Dare una piccola mano per sopravvivere a chi fa questi lavoretti.
Il Riad Lalla Mogador è bellissimo, sui tre piani con terrazza e il giardino interno, si affacciamo le poche camere. E’ arredato con molto gusto e l’atmosfera è davvero piacevole. Una gentile signora ci mostra la stanza. L’interno è quel rosso porpora lucido, tipico marocchino. Una tenda sulla destra da accesso ad una stanza con un letto matrimoniale, una panca e due bajour. Davanti un caminetto e sulla sinistra il bagno e il soggiorno. Leggermente rialzata è la parte del salotto, in puro stile marocchino, con cuscinoni e tappeti e una bella finestra.
Come al solito, giusto il tempo di lasciare la valigia ed andiamo a fare un giro.
La Medina è bellissima, semplice, pulita, marittima. Molto calma, anche se piena di gente che passeggia o fa i lavoretti più impensabili.
Qualcuno per strada crea fili di lana da una matassa. Piccoli sarti in stanzine minuscole cuciono. Piccole botteghe che vendono di tutto. L’impatto è sicuramente molto meno forte che a Marrakech.
Tipici della città sono gli oggetti di legno lavorati e le babbucce, oltre all'olio di argan e i tipici gioielli berberi.
Qui si gira da soli con piacere ricevendo solo sorrisi, inviti a bere un tè o curiose occhiate.
Qui nessuno ti ferma con insistenza, ti trattiene con scuse varie e ti chiede di entrare. I venditori sono più cordiali, rilassati e socievoli. Ti salutano quando passi con un sorriso.
Con i suoi souq, i suoi vicoli contorti, le botteghe degli artigiani ha un aspetto piacevolmente rilassato.
La parte vecchia della città è chiusa verso il mare dai possenti bastioni della fortezza, testimone dell'antica presenza portoghese, su cui si può salire per godere di un bel panorama della costa, mentre rabbiose onde s'infrangono rabbiose sugli scogli sottostanti. Un giro qui è da non perdere, bella la sensazione di stare, davanti all'oceano. Respiro a pieni polmoni l'astmosfera antica e fascinosa del passato che fu.
Avverto subito il sottile fascino della bianca Essaouira.
In estate dev'essere molto bella anche la parte di mare, con spiagge che riflettono la luce del sole e accolgono le larghe onde dell'oceano. Da qui in giù la costa è meta per chi fa surf, windsurf o body surf.

Proseguendo lungo le mura, attraverso uno stretto vicolo, si arriva sulla grande Piazza Moulay Hassan animata da numerosi e simpatici localini.
 Ancora pochi passi e si arriva al mercato del pesce rinomato per la sua quotidiana vivacità, nei pressi piccoli ristoranti ambulanti servono invitanti grigliate di pesce, crostacei ed granchi enormi, mentre alle loro spalle nugoli di gabbiani volteggiano bassi attirati dal lavorio incessante degli uomini intenti a pulire il pescato che da lì a poco passerà direttamente sulla griglia.
Questo è anche uno dei punti migliori per ammirare il profilo della città vecchia, una chiazza di bianco, sospesa tra l'azzurro del cielo e del mare. 
Vicino al mercato del pesce si apre il piccolo porto, vi si accede dalla porta Bab El Marsa dove ancora oggi abili artigiani costruiscono le tipiche imbarcazioni di legno utilizzate per la pesca.
L'attrazione giornaliera è il ritorno dei pescherecci a fine mattinata

Uno scorcio  di incantevole bellezza è offerto dai pescatori che a terra stanno pulendo il pesce mentre tantissimi gabbiani volano intorno, si posano, si avvicinano e riprendono il volo. In mezzo a tante barchette blu.
L'atmosfera è abbellita anche dalle mura che danno sul mare e raccolgono la bianca Medina.
Ci fermiamo sull’estremità del porto per ammirare il più bel tramonto marocchino della vacanza.
Il mare si agita fino a questi scogli, davanti a noi la bianca Essaouirà si fa rosata.
Il sole scende colorando di rosso il visi e le facciate bianche e giallastre delle case. Restarei in questa piazzetta sul mare per ore. Bellissima la vista da qui, il il canto del mare, il rumore del vento e dei gabbiani.
Decidiamo di cenare nelle famose bacarelle del pesce, preferisco sempre i posti spartani.
Prendiamo un sarago, un granchio e dei gamberi, pane e acqua per dieci euro a testa. Scommetto che il prezzo che non è marocchino, ma va bene così.
Cucina sotto gli occhi con pochi mezzi, la migliore. Con una bottiglietta della coca cola vuota spaccano il granchio e lo mettono sulla griglia.
Un ristorante che consiglio è Le Sirocco in  Rue Ibn Roch, bello l'ambiente, prezzi onesti.Ma qui siamo sotto il cielo e ci divertiamo a parlare con alcuni ragazzi del posto, davvero molto simpatici e divertenti.
Si vede che non siamo a Marrakesch, qui tutti sono gentili e cordiali, sempre accoglienti e mai troppo insistenti. La vita scorre più lenta e leggera.
Sarà l'odore del mare che ci accompagna e tutta questa bellezza.
Piacevole è passeggiare la sera, dopo un tè alla menta in riva al mare e nel dedalo di vie della Medina con tutti i negozietti ancora aperti.
Babbucce colorate in pelle di vari modelli esposte per catturare l'attenzione.
Tipici oggetti in legno come pettini, scatoline intagliate, tavolini, cumuli di spezie profumate, gioielli berberi di vario genere...
Quando le botteghe chiudono, le strade si svuotano e andiamo a dormire anche noi.
Passa un camion che pulisce tutte le strade, mentre le porte sono tutte chiuse. La città ha cambiato volto.








Vorrei che andaste incontro al sole e al vento con la pelle, più che con il vestito, perchè il respiro della vita è nella luce solare e la mano della vita è nel vento.
  


Khalil Gibran





Essaouira
Riad Lalla

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