lunedì 22 giugno 2009

SENSAZIONI MAROCCHINE





Marocco è riprendere la strada ed incontrare greggi di capre bianche e nere, che in fila nella pianura sembrano tanti puntini che decorano questa cornice marocchina. Pianure color nocciola ornate alle spalle da montagne cacao. La valle successiva è un'altra miscela di colori tenui nei toni del rosa, dell'arancio, del verde e del marrone delle montagne. E' passare una zona sabbiosa con piccole colline marroni che si susseguono. Poi in contrasto con la pianura color grano e le montagne più basse marroni, appaiono in lontanaza le vette più alte, rocce grige coperte dalla neve. La neve così bianca sotto il sole contrasta con i colori caldi della terra africana. Sulle colline resti di kasbah antiche. Vecchi ammassi informi di case mutilate fatte di quel fango. Hanno lo stesso colore della terra e quasi è difficile distinguerle.
Sono gli abiti stesi sugli alberi a fianco della moschea sulla strada per Tarroudannt. Sono le capre che si arrampicano sugli alberi e agili arrivano fino alla cima. Sono chiamate le capre dell'argan. Proprio perchè si arrampicano solo su questa pianta, per mangiare le sue foglie. E dal quale si fa un olio più caro del petrolio.
Sono le mura di Tarroudannt che viste sotto la luce calda del tramonto assumono i toni cangianti del rosso e ti senti dentro una fiaba delle mille e una notte. Sono i calessi di ferro verdi con sopra il baldacchino in stoffa colorata, trainati dai cavalli che passano per la città. E' notare che i calessi portano quasi solo le persone del posto. E' la porta dalla forma tipica marocchina che da accesso alla Medina, che qui costituisce quasi tutto il paese. E' entrare in questo viale di palme, mura merlate e montagne in lontanza e trovare tutto il mondo berbero. E' osservare dall'alto delle mura le ombre del sole che si allungano, i suoi colori che si scaldano e striano la città con i loro giochi di luci e ombre. Sono i vestiti tipici marocchini coloratissimi delle persone per la strada e sulle panchine. Sono le ombre delle palme sulle mura rosse. Sono le chiome delle palme che fanno capolino dai merletti delle mura.
È entrare nella Medina e trovare il caos più totale di persone, bici, carretti e motorini. E accorgersi che, nonostante tutto, è completamente tranquillo e sereno, qui, in questo incessante andirivieni.
È osservare il cielo che si tinge di rosa per il tramonto e le luci dorate delle bottegucce che si accendono in questo crepuscolo di gennaio, in un clima che non riusciamo ad identificare come inverno. Sono le macellerie marocchine, buchi di due metri per due, senza finestre, quasi sembrano piccoli garage. La facciata di cemento grezzo, solo per metà in basso coperta da piastrelle di maiolica decorate in puro stile arabo. Sono gli animali che vengono appesi fuori in bella vista. Quasi come un'invito all'acquisto visivo. Polli interi appesi per i piedi, sotto la luce delle lampadine che li mette in risalto.
E' passeggiare sotto le mura ora che il sole è calato ed il cielo è buio. E' ammirare il colore delle luci oro caldo che battono sulle famose mura della città, tra palme e passanti ed un cielo blu come un velluto. È cercare un taxi e dover contrattare. È rimanere lì alla mercè dei tassisti che sembrano non volerti portare. Poi ci ripensano, il prezzo sale, scende. Poi ne arriva un altro che ti porta lui e sale anche un altro dei taxisti. È rientrare per cena nella nostra fattoria berbera a 3 km dalla città, immersa nell'aranceto. E' vedere che l'ex presidente Chirac vive e vuol muorire qui.
E' riprendere la strada la mattina e vedere la città avvolta da altri colori. Dal cielo azzurro intenso e le sue mura di quel color fango così schiette sotto la luce ora violenta del sole. E' passare nella valle del Souss, per la strada che da Tarroudannt arriva a Mirleft o Sidi Ifni ed attraversare per ore campi coltivati. E' la zona agricola. Fatta di quell'agricoltura ancora primitiva e senza mezzi moderni.
È la terra scura e rossastra in netto contrasto con i germogli verdi intensi delle piantagioni. Sono i taxi per la strada che qui son tutti mercedes azzurre puffo. I camion carichi fino a sopra il limite.
E' scoprite Tiznit. Mercato preferito dei berberi, una volta. Le sue vie piastrellate sempre color mattone, le sue case dello stesso colore. E' perdersi tra le bancarelle e le minuscole botteghe dalle porte e finestre azzurre. E' la strada invasa da persone a piedi e in bici, andatura flemmatica ed esasperante. Completamente non curanti del fatto che stia per sopraggiungere un veicolo.
E' arrivare e scorgere all'improvviso l'oceano, infinito davanti ai nostri occhi. È l'immagine di un padre che tiene per mano la sua bambina sulla spiaggia avvolta dalla foschia e dalla luce del sole.
Case bianche sul mare e tende dei nomadi di mare. Le città che fin'ora eran color fango, qui splendono in tutto il loro biancore. E' vedere che il mare e il deserto alla fine si somigliano, una distesa immensa di sabbia o di acqua.
E' arrivare a Sidi Ifni e vedere che sembra davvero un paese abbandonato. E' sentire per le strade solitarie e assolate, i bagliori di un passato che fu e che ora non ha nulla da fare. Sono le porticine azzurre in ferro delle botteghe chiuse, l'una accanto all'altra che danno sulla strada. E' il bus bianco dalle strisce rosse e arancio. Le cabine del telefono nuove in fila, in questo paese dai muri scrostati e le strade vuote. E' bianco delle case ravvivato da murales colorati accanto a palme verdi. Sono le imponte rosse e azzurre delle mani dei bambini sui muri, che si dice, portino fortuna. Sono i tappeti colorati messi ad asciugare sui tetti. È il miglior tajine di pollo che mangiamo in tutta la vacanza.
Sono le ampie spiagge sabbiose con le rocce rosse sul mare. Archi di roccia bellissimi sull'oceano. E' il suf che qui vengono a praticare. È la tartaruga che attraversa la strada e ti fermi a spostare. Il paesino bianco di Mirleft con le sue case cubiche bianche con le inferiate azzurre. È la collina alle sue spalle rossa con piccoli cespugli verdi, un castello in rovina sulla sua cima e l'immancabile scritta bianca: Dio, patria, re.
E' il tramonto che vediamo dalla collina su cui si trova il ns hotel, proprio sotto al castello, ammirando l'oceano e il paesino mentre il sole si inabissa come un arancia rossa nel mare infinito.
È gustarsi l'ennesimo tè alla menta in questo luogo di pace. È salire sulle rovine di fango del castello e trovare l'autista, un pescatore e un ragazzo delle montagne che porta turisti sull'asino. Ma ora non fa nulla, perchè i turisti non ci sono. Le colline intorno sembrano soffici panettoni, con le loro alture modeste e le forme arrotondate. La terra ha i colori del rosso sangue che arrivano al porpora e al nocciola, interrotte da piccoli cespugli verdissimi.
Marocco del sud è la polvere delle strade della casbah di Tamegroute. La sua ceramica, terra rossa cotta al sole, lo stesso colore del suolo, del fango della casbah e delle terre che lo circondano. E' la scritta di vernice bianca “Maison sahara” sulla porta di legno vecchia e bruciata dal sole di una delle case della kasbah. Porte in ferro battuto azzurre o marroni con decorazioni bianche vernicate, incastrate in cubi di fango. Benvenuti in Marocco.

diario di viaggio MYKONOS 2006 Grecia

spiaggia Agios Sostis
spiaggia Panormos


Prima vacanza in Grecia nel 2006, mykonos per due settimane ad agosto.
Seconda volta in Grecia, ero stata a Rodi anni fa. Amore a prima vista ! Un'isola perfetta!
Mykonos è un'isola da sempre famosa, bellissima, intramontabile.. lo era anche trent'anni fa quando ci andò mio padre in vacanza.
E' una delle isole più belle della Grecia, nonostante turismo e divertimento.
Mykonos è tutto: raffinata, elegante, hippy, gay, trasgressiva, storica, tradizionale.
Ha diversi volti e può essere vissuta in diversi modi!
La chora è paese principale dell'isola, bellissimi vicoli bianchi di case intonacate a calce, chiesette, piazzette, taverne, scale, gyros, tavolini in legno.
Una zona arriva anche al mare sempre ventoso e mosso in questo tratto dell'isola. Vicino i mulini a vento sono in posizione meravigliosa sul quartiere di Alekfandra, detto piccola venezia...
Le spiagge sono tutte bellissime, di sabbia fine e chiara e mare stupendo turchino ed acqua trasparentissima.


La prima volta in cui ho visto le Cicladi, non si scorda mai, come il primo amore.
Una chora bellissima, un labirinto bianco e affascinante tutto da scoprire di giorno e di notte.
Mykonos mi ha fatto innamorare della Grecia. Del vento meltemi che spira forte, del mare blu, delle chiesette bianche, delle colline brulle, degli asini, degli ulivi, del popolo greco, del cibo greco.
Le insalate greche, il vino bianco resinato, il liquore mastika, la moussaka, la salsa di melanzane, le pite agli spinaci, le angurie, la musica greca.
Perché a Mykonos trovi tutto: caos e tranquillità ma soprattutto libertà, bellezza, purezza.
Le spiagge sono tutte molto belle. Qualcuna attrezzata e affollata qualcuna libera.
Basta andare alla ricerca di angolini più tranquilli e si scopre un'isola meravigliosa. L'acqua è davvero incredibile, le spiagge sono bellissime.
Ottimo il cibo locale nelle taverne, le persone che si incontrano, le camminate sulla costa in riva al mare...
Terra brulla abbellita dalle tantissime cappelle bianche dalla cupola rossa o blu. Acqua fredda e cristallina, cielo sempre limpido, sole stupendo.
Mulini a vento, pellicani che camminano per il paesino bianco.
Un labirinto bianco di case candide.
Appena entrati nei vicoli si è riparati dal vento, come dentro una bianca conchiglia.
Adoro passeggiare per il paese, andarci al tramonto e guardarlo in riva al mare, con il vento e le onde che sbattono vigorose. Mykonos è bellezza primordiale, ruvida e forte.
Bellissimo il tramonto visto dal faro dell’isola.
Bellissimi ricordi di giornate passate nelle spiagge Agios Sostis e Panormos... acqua stupenda, calma, sole, capre....
Bella anche la zona di Ftelia frequentata dai kite surfer ma tranquilla e solitaria quanto basta.
Da non mancare un giretto nella chora al mattino con i fornai antichi e i vicoli silenziosi e ancora deserti.
Pite alla mela e cannella, al cioccolato oppure al formaggio e spinaci. Tantissimi i dolci e i biscottini.
C'è Chocolart dove fanno tutto al cioccolato, dolci fanstastici.
Bello il tramonto dai mulini a vento con vista su Alefkandra, detta la piccola Venezia.
Bei ricordi di cene ad Ano Mera alla taverna Oti apomeine (whatever is left). Antipasti buonissimi, gente locale accogliente, liquore di patrasso e chiacchiere come in famiglia.
Bello scorrazzare per le vie dell’isola in esplorazione con il mare blu in lontananza, gli asini, le colline aride, i muretti a secco, le strade sterrate ed assolate.
Stupenda la spiaggia Kapari, una baietta da sogno con tramonto sul mare la sera!
C'è la selvaggia spiaggia di Fokos, tranquilla, ventosa e solitaria. Una taverna dove mangiare in allegria.
Ci sono le spiaggie di Lia ed Elia dove si trovano bellissime calette.
Mykonos ha qualcosa di magico, magnetico. Ho sognato di abitarci anche.
Da fare la gita in giornata all’isola di Delos. Incantevole gioiello di storia e solitudine nell'egeo.
Le foto sono vecchie e non rendono, ma Mykonos è davvero stupenda. Ci torno, certo che ci ritornerò.C'è un pezzo del mio cuore.





GUIDA PER L'ISOLA DI MYKONOS


Quello che è buono sapere prima di andare a Mykonos !

MITO E LEGGENDA

La terra Greca, si sa, è mito e leggend antica... a Mykonos non poteva non avere la sua storia mitologica..
sarebbe stata creata a seguito di una lotta tra Zeus e i Giganti, che sconfitti caddero a pezzi in mare e si trasformarono in roccia... una di queste rocce è Mykonos.. fortuna che anche gli dei fanno la guerra così oggi possiamo ammirare quest'isola in tutta la sua bellezza....
che poi.. secondo la leggenda Mykonos ha preso il nome dal figlio del dio Apollo, il cui simbolo principale è il sole. E il sole a Mykonos di certo non manca.

STORIA
Resti storici indicano che era abitata già nel neolitico, fu poi abitata dai Ioni e dai Macedoni.
I romani arrivano prima di Cristo di quattrocento anni. Mykonos ebbe il suo periodo fiorente prima dei romani quando crebbe in prosperità con la vicina Delos. Nel 1200 cadde sotto dominio veneziano e nel 1537 fu conquistata dai Turchi. Durante il periodo veneziano fu rifugio del famoso pirata Barbarossa. Solo nel 1830 la Grecia fu indipendente.



DA VEDERE A MYKONOS


Little Venice / la piccola venezia
Il nome greco di questa zona è Alekfandra, ma gli stranieri l'hanno ribattezzata piccola venezia perchè è una zona di case costruite direttamente sul mare, con balconi sull'egeo. Muri bianchi con finestre e balconi colorati in legno. Si trovano all'interno della chora davanti ai mulini a vento. Zona unica per gustare un aperitivo sul mare all'ora del tramonto in uno dei tanti localini sul mare, dove spesso le onde si infrangono per forte vento e lavano tutto. Bello il panorama da qui, ma ancor più bello è la visuale delle case sul mare viste dai mulini a vento.
Originariamente erano case di vecchi mercanti e capitani ricchi del 1.700. Ora è ispirazione per artisti che ne fanno quadri, per fotografi che scattano la foto migliore e per turisti che restano a godere della bellezza di queste case.



Mulini a vento
E' già dal sedicesimo secolo che i mulini a vento isolani costituiscono un simbolo di Mykonos. Sono 7 in buono stato e si trova nella parte sud dell'isola, nella chora sul mare in posizione davvero panoramica. Vennero costruiti per da sfruttare i venti e l'energia eolica dell'isola che ha un posto strategico nell'Egeo. Con l'industrializzazione hanno perso importanza, ma restano bellissimi da ammirare in ogni momento del giorno
La chiesa Panaghia Paraportiani  è il secondo simbolo di Mykonos. In italiano sarebbe la chiesa della Vergine Maria (panaghia) mentre Paraportiani vuol dire porta interna, perchè una volta si trovava in una delle aperture sulle mura che racchiudevano la città in epoca medioevale. 
E' una chiesa bianchissima, molto particolare per la sua forma architettonica morbida e unica. Per me è un capolavoro e adoro le sue forme uniche e bianco abbaglianti. Non sarebbe una chiesa unica, ma una struttura formata da 5 chiesette, anche se esternamente non si capisce. Si trova vicino all'ingresso del porto centrale, nella zona del Kastro. La sua costruzione è iniziata nel 1475. Ora è il monumento più fotografato e dipinto dell'isola.

Le cappelle dell'siola
L'isola è piena di piccole cappelle votive che sorgono in ogni angolo dell'isola, tutte piccine, bianche e diverse tra loro. Sono state costruite dai marinai prima di intraprendere lunghi viaggi. Ora riempiono e decorano l'isola. Belle le cupole azzurre o rosse che spiccano dalle strutture bianco calce, belli i campanili e le forme sempre uniche di queste chiesette in miniatura.

Chora il capoluogo
E' il paese capoluogo dell'isola, conta circa 9.000 abitanti ed è un superbo esempio di borgo Cicladico.
Vale la pena passeggiare per queste vie candide a tutte le ore del giorno. Bellissima l'architettura e l'atmosfera che si respira per le viette fatte di casette bianco calce, porte e finestre colorate soprattutto di blu, chiesette, balconi, scale, vasi di fiori e bouganville. Tanti i ristorantini di ogni genere, i bar e i negozietti.
La mattina è silenziosa e vuota, si riempie dal tramonto fino alla mattina per la vita notturna.
il cuore del capoluogo è la famosa via Matoyanni ricca di boutique, caffè e gallerie d'arte.

Se volete fare un tuffo nella storia ci sono diversi musei

Museo Marittimo Egeo (Tel.: +30 22890 - 22 700) Aperti da aprile ad ottobre, 10.30-13.00, tutti i giorni e i pomeriggi dalle 18.30 alle 21.00.
Si trova vicino all'area Tre Pozzi nella Chora, è un museo navale che ospita modelli di barche di ogni genere e raffigurazioni, oltre che informazioni sulle tradizioni navali dell'isola.


Museo Archeologico (Tel.: +30 22890 - 22 325) Aperto tutti i giorni dalle 8.30 alle 15.00, tranne il lunedi.
Si trova vicino al porto. Qui si trova una collezione interessante di sculture, ceramiche e gioielli ritrovati a Mykonos, Delos e a Renia. Famosa la sezione vasi e in particolare uno di essi su cui è raffigurato un Cavallo di Troia.


Museo del Folklore di Mykonos (Tel.: +30 22890 - 22 591) aperto da aprile a ottobre, dalle 16.30 alle 20.30, tutti i giorni tranne la domenica.
Si trova vicino al castello di Mykonos. Da vedere c’è una grandissima collezione di chiavi, vestiti fatti a mano, ricami, foto, vecchi mobili e utensili.


Museo dell'Agricoltura - Mulino Boni e Casa di Lena (tel.: +30 22890 - 26 246) (tel.: +30 22890 - 22 390) Aperto da aprile ad ottobre, 16.00-20.00, tutti i giorni.
Il museo dell'agricoltura si trova ad Ano Mili, mostra all'aperto trebbiatrici, un pozzo, un forno e tutti gli oggetti che usa una fattoria tradizionale. Da vedere c'è un mulino in buono stato.

La Casa di Lena è un'interessante casa tipica mikoniana del diciannovesimo secolo che si trova vicino ai Tre Pozzi nella chora. Da ammirare è l'interno della casa con mobili e oggetti isolani.

..........

villaggio di Ano Mera
E' il secondo centro abitato dell'isola, è un villaggio in centro nell'entrotterra in stile cicladico. Si trova a circa otto chilometri dalla chora ed un paesino tranquillo e tradizionale.


Da vedere cè il monastero di Panaghia Tourliani che fu costruito nel 1542 e si trova sull’altopiano principale dell’isola .Aperto tutti i giorni dalle 09.00 alle 13.00 e dalle 15.30 alle 19.00.
Sulla collina di fronte si possono visitare il Monastero di Paleokastrodel 12° secolo,  i resti di un castello bizantino e alcune tombe antiche.

Armenistis Faro
Da non perdere secondo me è anche un tramonto al faro dell'isola, luogo solitario e selvaggio. si trova all'estremità nord dell'isola e fu costruito nel 1890. La strada è tortuosa e ventosa, ma il luogo è magico.





Da sempre Mykonos è un'isola gay friendly









spiaggia Fokos


spiaggia Elia

spiaggia panormos


la piccola Venezia Mykonos Alefkandra












lunedì 15 giugno 2009

GRECIA: ATENE 2009












































































































































le altre mie foto le trovate qui: http://www.flickr.com/photos/37888175@N06/sets/72157623480944503/




Approfittando del ponte del 2 giugno, ho fatto un piccolo viaggio ad Atene. Partenza da Milano Malpensa con compagnia Easyjet sabato 30 maggio con arrivo ore 15.05 alla capitale Greca. Ritorno martedì 2 giugno con easyjet con arrivo a Milano Malpensa alle ore 18.00. .

Atene senza dubbio merita più tempo per una visita, date le sue dimensioni e l'immensità di cose da vedere, scoprire e sentire, ma non avendo altre ferie a disposizione, mi sono accontentata di una toccata e fuga. Ho vissuto intensamente questi pochi giorni che mi hanno lasciato un bellissimo ricordo della città. Complice un tempo spendido con sole e temperature piacevoli e mai troppo calde, complice l'ospitalità dei nostri amici greci che oltre ad un alloggio ci hanno offerto la loro splendida compagnia. La capitale ellinica si è rivelata una vera scoperta.
Racconterò qui la mia esperienza ateniese, un viaggio che mi ha fatto apprezzare il contrasto di antico e di moderno che offre questa città, vecchio e nuovo insieme, una delle città più antiche del mondo. Un gigante di cemento grigio chiaro che si estende a perdita d'occhio verso il mare, una città dal clima caldo, dal cielo azzurro intenso quasi irreale, dalle strade vive e popolate, tavolini con bicchieri d'acqua ovunque che mi han dato un senso bellissimo di questo popolo. Certamente caotica, disonesta e furba, ma immensamente umana. Una città che fino agli anni trenta contava 8.000 persone e che oggi ospita la metà della popolazione greca e che come ogni altra capitale si è trovata a fare i conti con un immigrazione crescente. Forse per scoprire l'anima di questa città bisognerebbe capire prima la storia degli ultimi anni, capire che è cresciuta in pochissimo tempo, da un giorno all'altro, quasi a casaccio. Ma forse è proprio questo che le da un'aria così terribilmente umana, che è così difficile da capire e che come una persona alla quale vogliamo bene, perdoniamo ogni difetto e contraddizione. Atene che con la rotondità di un abbraccio vi sedurrà con il suo spirito levantino. Atene la porta tra oriente e occidente.


Appena toccato il suolo dell'aeroporto mi sento subito in vacanza! Dopo tanta aria condizionata sull'aereo accolgo volentieri l'aria greca arsa dal sole, un profumo che riesco subito a riconoscere e mi fa capire di essere a "casa", come ogni volta che tocco suolo ellenico.

L'aeroporto è nuovo, pulito. Certo non è enorme, ma è spazioso. Lo trovo ben organizzato e non dispersivo. Sento già il vociferare in lingua greca, i primi nescafè frappè, i primi cartelli.. dopo qualche minuto arrivano i nostri amici, sembra ancora incredibile essere qui! Ci accompagnano subito a casa per lasciare i bagagli e mangiare. Ottimo perchè è dalle 8.00 di stamattina che non tocco cibo! Aveva troppa voglia di ritrovare quei sapori autentici della cucina ellenica che non ho mangiato ancora nulla e sto letteralmente svenendo dalla fame. Maria ha preparto il Gemistà, una ricetta greca di pomodori e peperoni ripieni di riso, con un'insalata greca, il tutto accompagnato da vino bianco dell'isola di Limnos. Ottimo! Divoriamo tutto il cibo, mentre con piacere ritroviamo i nostri amici. Hanno un cagnolino da amante degli animali quale sono, credo che diventermo presto amici!


Dopo una doccia che ci rimette in forma, usciamo e raggiungiamo il quartiere di Plaka. E' il più antico della città, si estende ai piedi dell'Acropoli, è un quartiere molto turistico e frequentato, con i suoi numerosi negozi e ristorati all'aperto che sorgono in ogni angolo. Nonostante ciò è molto vivo e a misura d'uomo. Una miriade di tavolini per le viette pedonali dove la gente beve e mangia all'aperto. Molti turisti ma soprattutto molti greci. Si vede subito che è un luogo vissito dai cittadini. Scorci antichi in fusione con angoli più moderni e quegli scorci di Acropoli che si intravedono di tanto in tanto gli regalano un fascino particolare. Un'atmosfera molto piacevole, con le sue piazzette e le sue botteghe, i suoi gatti che sbucano dai tetti e sue numerose e minuscole chiese bizantine del X-XII secolo d.C. Un quartiere fatto di piccole vie tortuose ricche di verde e residenze neoclassiche. Fin dall'antico passato è il quartiere residenziale della città ed i suoi insediamenti risalgono quasi a 7.000 anni fa. Oggi è una delle poche zone di Atene ad aver conservato parte del passato. Essendo stata sempre abitata, non ha dato la possibilità agli archeologi di attuare grandiosi scavi. Altre zone storiche sono state spianate per riportare alla luce le fondamenta dell'antica città (come per i siti dell'agorà e del keramikos). Fortunamente oggi per le sue vie, troviamo ancora un pò dell'anima antica di questa città. Essendo pedonale è fuori dal caos e dallo smog automobilistico di cui tutti parlano, che forse proprio per questo noi non notiamo. Resto affascinata dalla bellezza dei colori neoclassici delle case storiche, della loro architettura, dei loro giardini piccoli e dai loro particolari. Sembra che sia stata ristrutturata o appena inbiancata. Non trovo angoli lasciati andare, tutto è ben tenuto e quasi elegante in questa zona.
Piazza Filomousos Etairias è il centro di Plaka. Nel mezzo si trova il Monumento di Lisicrate, chiamato in greco “Mnimio Lissikratous”. Risale al 330 a.C. ed è uno dei più antichi della città. E' un vero e proprio simbolo per l’intero distretto di Plaka. Il monumento fu costruito per celebrare un trionfo teatrale, in questo caso del coreuta Lisicrate. In cima alla costruzione doveva essere esposto un tripode bronzeo, ossia il premio con cui era sancita la vittoria. E' alto poco più di una decina di metri. Interessanti sono le colonne corinzie che lo arricchiscono di eleganza e prestigio.
Ha una base quadrata con un cilindro alto, il tetto manteneva un pinnacolo, che a sua volta sosteneva con tre rami d'acanto il premio vinto. Il monumento si compone di una base quadrata con un cilindro molto alto caratterizzato da alcune semicolonne in ordine corinzio; il tetto manteneva un pinnacolo, che a sua volta sosteneva con tre rami d'acanto il premio vinto. Il fregio rappresenta il racconto di Dioniso e dei suoi compagni satiri durante alcuni viaggi per mare, in chiave umoristica, con il dio che tramuta alcuni pirati in delfini. Vi è rappresentato il racconto di Dioniso e dei suoi compagni satiri durante alcuni viaggi per mare, in chiave umoristica, con il dio che tramuta alcuni pirati in delfini. L'ho trovato affascinante perchè si trova in una piazzetta circondata da caffè all'aperto e alle sue spalle si scorge un tratto di acrpoli. Ci siamo fermati qui per un nescafè frappè con Maria e Andonis, sotto il pergolato di un bar. E' stata una bella cornice alla nostra chiacchierata. Un'usanza molto piacevole è quella di portare insieme alla lista o al menù un bicchiere d'acqua, gratis, prima dell'ordinazione. L'ho trovato un gesto molto apprezzabile. Ovunque ci siam seduti, ci han portato subito un bicchiere d'acqua.

Dopo questa piacevole pausa, ci siam diretti sulla collina del Licabetto (O Licavittos). Secondo me è un posto da non perdere durante la visita di questa città. Atene è immensa, un enorme agglomerato urbano bianco /grigiastro che si estende a perdita d'occhio dalla montagna al mare. Il centro storico delle capitale si sviluppa attorno a 7 colli quasi tutti adibiti ad aree verdi o siti archeologici. Il Licabetto è uno di questi colli che si trova nel mezzo della città, un bosco nel cuore di Atene. Un colle ricco di abeti, cipressi, panchine di legno, stretti sentieri. C'è un teatro di 3000 posti che ospita vari eventi culturali. Sulla sua sommità la Cappella di S. Giorgio giace come una ciliegina sulla torta, una chiesetta bianca in tipico stile cicladico costruita più di cento anni fa (nel XIX secolo) e sotto un ristorante/bar panoramico. Siamo arrivati durante il crepuscolo ed il panorama che regala questa rupe è mozzafiato. Arriva a 263 metri di altitudine, buca la città di atene nel suo centro, da qui si gode del panorama di tutta la città, che lo circonda a perdita d'occhio. La vista arriva fino al Porto del Pireo, fino al mare. Si vedono persino in lontananza le brache ed i traghetti. Si vedono i colli di Filopapou, delle Ninfee ed il colle del Likavitos. Essendo il punto più alto si vede anche l'acropoli dall'alto. Una visuale unica su questo colle sacro.Ci sono diverse leggende su questo colle.Una di queste narra che la rupe sia stata fatta cadere da Atena, che avendo udito il grido di un gufo considerato da lei segno di cattivo presagio, fuggì, trasferendosi dal Pantelico all’Acropoli. Racconti popolari dicono invece che un tempo fosse un luogo dove si rifugiavano i lupi, e questa potrebbe essere l'origine del suo nome
greco Λυκαβηττός che significa " collina dei lupi". Secondo la mitologia il Licabetto è stato creato da Atena, quando lasciò cadere una montagna che stava trasportando da Pallene una volta accortasi che la cesta che conteneva Erittonio era stata aperta. Sulla teleferica invece vi è scritto che "licabetto" significa "da dove viene il crepuscolo". Questa roccia è una collina calcarea formatasi nel periodo Cretaceo, ma queste leggende le danno un'aria ancora più misteriosa. Restiamo qui fino alle 22.30 e quando si fa buio lo spettacolo cambia e diventa ancora più affascinante. Un mare di luci immenso sotto i nostri occhi, nei quali si scorgono monumenti, hotels, strade e su tutti l'Acropoli che magnificamente illuminata regala un panorama indimenticabile. La vista sull'acropoli di giorno e di notte e su tutta la città da questo colle è imperdibile. Poi quella chiesetta bianca illuminata, nel cielo nero come un abisso sull'estremità dell'altura, dona un'atmosfera ancora più magica. Alla collina del Licabetto ci si può arrivare in macchina, a piedi o tramite i numerosi sentieri presenti. C'è anche una funicolare che funziona tutti i giorni e parte dal’angolo tra odòs Aristippou e odòs Ploutarchou. Costa 4,5 € andata e ritorno. Noi ci siamo arrivati in taxi e siamo scesi con la funicolare che ormai era buio. Anche se me ne starei volentieri ancora qui ad ammirare il panorama, abbiamo una tabella di marcia organizzata dai nostri amici ed è ora di andare nel quartiere di Glyfada.





Stasera conosceremo la vita notturna Ateniense, ma non quella dei locali famosi o moderni. Andremo in un bouzukia, tipico locale greco dove si mangia e si balla tutta sera sui tavoli. Tutti ci han ripetuto che non hai visto veramente Atene, se non vai in un buzukia. Così sono curiosissima e contenta di poterci andare. Siamo con altri amici: Giorgio, Stella, Dimitra e Ares. Si entra solo con un tavolo prenotato e noi abbiamo il nostro. Ordinano vodka e succo d'arancia, per nulla greco, ma qui la scelta è tra vodka e wishy. Il locale è al chiuso, ha un palco ed il resto dello spazio è occupato da tavoli. E' pieno di persone, una moltitudine! Sul palco si esibiscono a turno gruppi in cover di canzoni inglesi e americane contemporanee in attesa del cantante della serata. Come i gruppi di supporto prima del cantante in concerto. Sembra molto famoso perchè quando arriva riceve un'accoglienza calorosissima da parte del pubblico. Canta tutta notte fino alle 6.00 del mattino e tutti conoscono il testo delle sue canzoni. Sembra che gli unici stranieri qui siamo noi. Per tutta notte si balla sui tavoli, sul palco insieme al cantante, comprano vassoi di fiori che si tirano al cantante o agli amici. Un'usanza molto strana e che mi fa un pò ridere. A parte lo spreco inutile dei fiori recisi, trovo molto buffo vedere questi fiori che volano per tutta la notte da una parte all'altra del locale. Se fanno festa i greci, lo fanno bene! Anche io e Alessio ci divertiamo a ballare su sedie e tavoli e tutti sembrano apprezzare il nostro coinvolgimento. Ares mi porta a ballare anche sul palco, che ormai è letteralmente diventato una montagna di fiori. E' icredibile come tutti passino il tempo a ballare su sedie e tavoli, sembrano instancabili e tutti molto coivolti. Quando usciamo alle 6.30 dal locale è ancora pieno di gente. Fuori una brezza fredda arriva dal mare, e io che credevo di trovare una città torrida! Salutati gli amici di Maria e Andonis crollo letteralmente appena salita in macchina, sono esausta anche se contentissima. Questa prima giornata mi ha regalato tantissime emozioni e la mia paura di trovare una città deludente svanisce completamente.


31 Maggio 2009, domenica




Ci alziamo dal letto a mezzogiorno, ancora provati dalla nottata al Bouzukia, ma avendo a disposizione poco tempo, non possiamo permetterci il lusso di restare in branda. Julen come ci sente espolde con il suo abbaiare che sveglia subito i nostri amici. Hanno un'aria distrutta e mi spiace immensamente di averli svegliati, cerchiamo di uscire dicendo che andiamo all'acropoli e ci sentiremo più tardi, ma gentilissimi ci vogliono accompagnare nonostante il sonno, per non lasciarci soli in una grande città che non conosciamo. Dopo un nescafè frappè, un toast prosciutto e formaggio e della frutta fresca siamo pronti per affrontare la giornata. E' domenica e andremo in centro con i mezzi. Percorriamo le stradine bianche della periferia contornate da ulivi, che danno un'aria quasi marittima. I palazzi non superano il terzo o il quarto piano, hanno tutti colori chiarissimi, la maggior parte di loro sono bianchi. Non mi sembra la metropoli invivibile e sporca che tutti mi han raccontato. La loro casa è vicina a piazza Papadiamanti, ma non ricordo il nome del quartiere.


Arriviamo a Thissio, il quartiere a ridosso di Keramikos e del tempio del Thisio dal quale prende il nome. Si trova ai piedi dell'Acropoli ed è anche questo un quartiere abitato sin dall'antichità. Ci sono molti bar all'aperto, molto alla moda e un mercatino. Ci sediamo in uno di questi bar per sorseggiare con calma qualcosa. Subito la cameriera ci saluta portandoci un bicchiere d'acqua. Prendo un freddocappuccino (caffè espressio e latte, scheckerato con ghiaccio ed acqua), lontano dalla nostra concezione di caffè, ma molto buono. Nei tavoli del bar tutti giocano a backgammon tavli in greco) sorseggiando un caffè e un bicchiere d'acqua. Stanno qui in compagnia ore a giocare con lo stesso caffè e capiscono subito che siamo stranieri dalla velocità con cui beviamo il nostro, nessun greco l'avrebbe fatto.


Lasciati i nostri amici iniziamo la nostra esplorazione della parte storica della città, l'agorà greca (il vecchio mercato) e l'acropoli. Il cielo è azzurrissimo ed è una bellissima giornata di sole. Per nostra fortuna una brezza fresca non ci fa sentire troppo il colore del sole, altissimo nel cielo azzurro. Iniziamo con l'Agorà, quello che era il luogo preferito da Socrate, ma trove si trovano tutti gli uomini, il cuore della vita cittadina. Si trova proprio ai piedi dell'Acropoli. Si entra da Adrianou, vicino Piazza Ayiou Philippou. Si arriva con il metro, fermata Monastiraki. E' aperta tutti i giorni, in estate dalle 8 alle 19, in inverno fino alla 18 circa. Si può visitare con il biglietto dell’acropoli, altrimenti il biglietto singolo costa 4 euro. Noi abbiamo preso il biglietto da €. 12,00 che contiene quasi tutti i musei e siti d'interesse storico (ad eccezione del museo archeologico)Un sentiero sterrato con qualche albero ci conduce subito al Il Tempio di Efesto, dio della metallurgia. Un tempio dorico che fu costruito prima del Partenone, tra il 449 ed il 444 a.C. E' conservato benissimo, mi stupisce il fatto che sia completamente intatto e pulito. E' chiamato anche il tempio di Thission, perché erano riportate sul fregio le vicende di Teseo. Era dedicato ad Efesto e Atena e nel suo interno si trovavano le statue bronzee degli dei. Scendendo dalla scalinata accediamo all'area archeologica dell'agorà. Oggi è quel resta dell'antico mercato, il principale luogo di ritrovo dei citttadini e anche se oggi non possiamo sentire i profumi e le voci che invadevano questo luogo, guardando le pietre e i sentieri sconnessi rimasti, possiamo provare a immaginare. Capitelli, colonnati, statue e resti ovunque, in un ambiente vasto, ben tenuto e verdeggiante. Noto che il controllo dei numerosi addetti, è severo. Oggi la brezza nell'aria è profumata, degli oleandri in fiore e terra arida, bruciata dal sole. Non riesco a immaginare che fosse un luogo abitato già 3.000 anni a.C. e che fosse il cuore politico, amministrativo e commerciale della capitale di un tempo. E' interessante passeggiare tra i reperti con la vista dell'acropoli di fronte. A partire dal 600 a.C. son stati costruiti templi, altari e monumenti per abbellire questo luogo di ritrovo e oggi i loro resti, se pur distrutti parzialmente nel corso degli anni, mi danno ancora emozione, hanno un fascino quasi impalpabile. Qui si veniva per vendere e comprare, ma anche per tenersi informati, per parlare di politica, filosofia o solo per conversare.Entriamo nella Stoà di Attalo, un edificio costruito nel 138 d.C. dal re di Pergamo e che ora è sede del museo dell’Agorà. Al suo interno si trova molto materiale raccolto dei reperti della vita cittadina nell’Agorà: monete, giocattoli, sandali, vasi, statue... Usciti da questa visita al museo lasciamo l'Agorà ed i suoi resti per salire sull'Acropoli. Mi chiedo che effetto faccia, ne ho tanto sentito parlare e non l'ho ancora vista. L'ho scorta timida sbucare dalle viette di Plaka, da dietro gli ulivi del'Agorà e illuminata come d'oro nella notte dall'alto del Licabetto, ora sono curiosa di salirci in cima. Una salita non impegnativa di lastricato porta dall'Agorà all'Acropoli. Il suo nome significa città alta, è una roccia spianata alta 156 metri che domina la città. Ne è ancora il simbolo, di bellezza, di arte, di antiche cività.


Incontriamo sul pendio meridionale il teatro romano di Erode Attico, dove ancora oggi hanno luogo concerti e spettacoli. E' un anfiteatro in pietra da 3500 posti, che offre una suggestiva veduta sulla capitale.


Sul versante sud-orientale dell'Acropoli si trova il Teatro di Dioniso, costruito tra il 342 e il 326 avanti Cristo interamente in pietra e marmo. Era importantissimo, fu il primo teatro ad essere costruito, aveva 17.000 posti a sedere su 64 file, di cui ora ne son rimaste soltanto 20. Diciamo che del taetro son rimasti i resti e molto è andato perduto. ma aveva grande importanza nella vita Ateniese del passato, con spettacoli di attori travestiti con pelli di capra che cantavano e ballavano nel corso festeggiamenti annuali in onore di Dionisio.


Dal Teatro di Dioniso si vede la "collina sacra con i più importanti monumenti, più di tutti sicuramente il "Partenone". Salendo le fitte scale di roccia, si passa attraverso la vegetazione mediterranea di ulivi e si arriva ai Propilei (che lingua greca significa "posto davanti alla porta") un ingresso della zona dei templi, la porta per la "collina sacra". Maestosi regalano già le prime emozioni con le colonne di marmo che si ergono fiere nel cielo di un azzurro eroico. Sotto ai nostri occhi la città di Atene, che biancastra si estende a perdita d'occhio tutt'intorno a noi.


Alla sinistra dei Propilei si trova il piccolo "Tempio di Atena Nike". Passata attraverso le colonne del portico dei Propilei si apre alla mia vista il Partenone, il più famoso dell'intera Grecia. Un tempio dorico elegante e maestoso, in marmo, dedicato alla dea Atena, protettrice della città. Eretto nel quinto secolo avanti Cristo e distrutto durante l'assedio veneziano da un colpo di mortaio, fu poi ricostruito con parte dei resti. Nonostante la sua soltanto parziale ricostruzione ed il passare dei secoli, i saccheggiamenti e gli sfregi, ha esercitarto su di me un fascino senza tempo. Un tempio dal sapore antico e dalla armonia senza eguali. Del tetto non è rimasto nulla, giace sulla base di marmo a tre gradinate ed è stupendo con le sue 46 colonne esterne alte una decina di metri. Sembra voler toccare il cielo e mi lascia senza parole. Non riesco a descrivere la sua bellezza, forse perchè non mi ero molto documentata ed è stata una piacevole sorpresa. L'ho fotografato da mille angolazioni per immortalare il ricordo della sua bellezza senza tempo.


Dall'Acropoli si ammira il panorama della città che la circonda a trecentosessanta gradi. Un punto unico per vedere dall'alto la capitale. E fa un effetto devastante, quasi disarmante la vista dell'enorme città ai nostri piedi, che si espande a perdita d'occhio, verso i collie verso il mare. Una bandiera greca, bianca e azzura, svolazza alta nel cielo. si vedono i tetti delle case, le strade, le piccole cappelle dei quartieri sotto l'Acropoli, insieme all'Agorà e ai monumenti importanti. Si vedono i colli su cui è costruita Atene e il panorama è fantastico in questa giornata di sole, non troppo calda e abbellita da un cielo azzurro, più azzurro di quanto possa esprimere qualsiasi metafora.


Alla sinistra del Partenone sorge l'"Eretteo", costruito dal 421 al 406 avanti Cristo, un tempio in marmo pentelico con le sue colonne snelle ed eleganti e le famose "Cariatidi" (colonne scolpite a figura di donna). Le sue due parti sono dedicate una alla dea Atena e una a Poseidone. E' un tempio ionico con due celle interne dove venivano conservate le memorie sacre della città di Atene, l'ulivo di Atena e la tomba di Cecrope, re attico. L'ho trovato molto affascinante, forse per via della loggia delle Cariatidi, anche se quelle originali si trovano al museo dell'Acropoli e queste sono riproduzioni.


Lasciamo questa roccia di fascino e mistero, sacro e culturale per tuffarci nelle vie dei quartieri ai piedi dell'Acropoli: Anafiotika, Monastiraki, Plaka. Passando prima da piazza Sintagma, la maggiore piazza del centro di Atene, la piazza della Costituzione. Davanti alla facciata del parlamento si trova il famoso monumento al milite ignoto (caduti anonimi) sorvegliato dagli "Evzones", guardia d'onore in costume tradizionale greco. peccato non essere riusciti a vedere il cambio della guardia. Mi sono accontentata di una foto con loro.


MONASTIRAKI, confinante con Plaka, deve il suo nome ad un antico monastero. La sua piazza principale si chiama Plateia Monastirakiou ed ospita due due cattedrali: Mikri Metropoli e Megali Metropoli. Un quartiere molto animato e folcloristico, pedonale, con strade ricche di negozietti e bar, bancarelle di ogni genere. Ha un fascino particolare, diverso dalla altre zone della città. Ogni domenica c'è il mercatino delle pulci, dove si vende davvero di tutto, credo che si prenda ciò che si ha in casa senza alcuna selezione, ci son cose davvero incredibili. Un quartiere molto vivo e allegro. Ci siamo fermati per una birretta ristoratrice e per un souvlaki, dopo un pomeriggio di digiuno passato tra l'agorà e l'Acropoli. Prezzi onesti, dappertutto per cibo e bevande. Essendo stato durante i 400 anni di dominazione ottomana il centro commerciale della città, ancora oggi per le sue vie cosmopolite ed affollate si respira un'atmosfera orientale, vagamente turca. Un anticamera tra l'oriente e l'occidente. Qui si trova l'Agorà Romana, la biblioteca di Adriano, una chiesa bizantina del X secolo, due ex moschee turche, ora adibite a musei e una delle più antiche stazioni della metropolitana cittadina del 1862. Da qui quando fa buio si vede l'Acropoli illuminata, un vero spettacolo, mentre le strade si riempiono di gente e bancarelle.


L'Agorà Romana, sorge tra palazzi e bar del quartiere. E' delimitata da un cancelloe e ha due ingressi. Uno è la porta monumentale di Atena Archegetis, un arco retto da quattro colonne doriche. Al suo interno è interessante la Torre dei Venti, una torre ottagonale in marmo alta 12 metri, rappresentante gli otto venti della mitologia. Su tutti i lati c’è una meridiana e dei piccoli fori che lasciano passare la luce del sole, ed in origine, la torre custodiva un orologio ad acqua, azionato da un ruscello che scendeva dall’Acropoli. La Biblioteca di Adriano si trova sul confine del Foro romano ed è l’edificio più grande della città.La visita alla biblioteca è compresa nel biglietto dell’Acropoli (12 €) ed è aperta dalle 8 alle 15.


ANAFIOTIKA è un altro bel quartiere Ateniese. un'atmosfera e uno stile molto differente dal resto. E' arroccato sui pendii dell'Acropoli, a sud di Plaka. E' un piacere passeggiare per le sue viette trette in salita, vie di gradinate con tavolini all'aperto, di piccole case cubiche intonacate a calce, buganville e gatti che fanno capolino dai tetti e dai campanili. Sembra quasi di essere un'isola greca, tra taverne minuscole, balconi e vie strette in sali scendi. Il suo nome deriva infatti dalla caratteristica delle sue case, costruite in stile cicladico dagli abitanti dell'isola di Anafi, trasferitisi nei primi anni dell'800. Accanto a queste abitazioni cicladiche ci sono anche case neoclassiche recentemente restaurate, accanto ad edifici che stanno crollando. e' molto interessante il contrasto che ne nasce, in questo quartiere dalla vie quasi deserte e solitarie, molto diverse da quelle affollate di Monastiraki. Si trovano qui anche la vecchia università di Atene, oggi museo e due chiese interessanti: la chiesa di Agios Georgios e la chiesa di Agios Simeon.


Torniamo per le vie dell'antica Plaka (che da qualche parte ho letto che significa "pietra liscia") per la sua contrapposizione alla collina dell'Acropoli che lo sovrasta. Un labirinto di vie lastricate e la sua aria residenziale nonostante il turismo, bar e ristoranti. Piacevole perdersi nel turbine delle sue vie, dei suoi negozi e scorci.


I nostri amici sono ad un battesimo, ci sarebbero molti quartieri da vedere e decidiamo di incontrarci a Gazi per la sera. Arriviamo in questo quartiere che è già tardi, sono le undici di sera. Siamo stanchissimi perchè abbiam camminato molto per le vie degli altri quartieri. in metrò facciamo la conoscienza di un ragazzo italiano che vive da un paio d'anni a Los Angeles. Mi appsiono sempre ai racconti di chi si è trasferito in al altro paese ed è interessante raccontarsi un pò le differenze di stile di vita, lavoro e avventure varie, pur non essendo molto affascinata dagli Stati uniti. A gazi ci siam stati solo un paio d'ore di sera. C'era un festival jazz e con il ragazzo appena conosciuto abbiam passato la serata a questo festival. Gazi è un'area sorta attorno ad un ex fabbrica del gas, un quartiere fino a poco tempo fa fatiscente, che è stato notevolemtne ristrutturato e ammodernato, dando vita a luoghi d'interesse culturale, discoteche e locali alla moda, per lo più all'aperto. L'ho trovato molto piacevole per una serata. I nostri amici distrutti dalla giornata passata al matrimonio e la serata al buzukia, non ci hanno raggiunti alla fine. Siamo tornati in taxi per una spesa di € 20,00, che considerato il tragitto lunghino non giudico esagerati.

Lunedì 1 giugno 2009


Ci alziamo abbastanza presto per trascorrere un'altra giornata, in questa città che ci ha davvero stupito. Oggi abbiamo in programma: mare!!! Wow il primo bagno della stagione! In grecia!


Andonis purtroppo deve lavorare e non può fare un eccezione nemmeno per oggi. Andiamo con Maria con metrò e bus. Andiamo in spiaggia nel quartiere di Glyfada e impieghiamo circa un'oretta per arrivarci. Andiamo alla spiaggia di "Asteria".

Lettini di legno, con materasso, cuscino, ombrellone, tavolino e sedia in una piccola bella baia delimitata da rocce dai colori caldi. C'è una piccola area con reperti archeologici, un bar, un campo da pallavolo e una torretta bianca di legno. Un ambiente molto chic, frequentato da molti giovani. In gresso € 15,00.


La sera andiamo con i nostri amici e la sorella di Maria, nel quartiere di Kifissia. Mi è stato consigliato da molti greci. Per arrviarci passiamo da un altro quartiere: Marussi. Per me famoso dopo aver letto il fantastico libro di henry Miller "Il colosso di Marussi". E' una zona verde della città, residenziale. Arriviamo a Kifissia, molto verde. E inostri amici ne sembrano orgogliosi. E' un quartiere elegante, con le griffe del nuovo centro commerciale e dei numerosi negozi d'elite, i suoi ottimi ristoranti e locali notturni, molti dei quali con nomi italiani.


Andiamo a bere qualcosa nel bar dell'Hotel Semiramis, un hotel di design dallo stile unico e sorprendente, opera del celebre designer Karim Rashid. Un bar moderno e colorato. C'è anche una piscina dalla forma e dalle finiture molto orginali. I cocktail son cari (12,00 / 18,00 euro) ma la birra costa cinque euro e portano anche qui il biacchiere d'acqua con le noccioline. A differenza degli altri posti, il bicchiere d'acqua viene puntualmente riempito, appena vuoto.

Per completare la serata raggiungiamo il Pireo, che non sapevo essere una ventina di Porti che si susseguono nelle varie insenature. (non un porto unico come lo credevo io). Andiamo nel porticciolo più carino e turistico: Mikrolimano. Molte taverne sul piccolo porto, bar, ristoranti e locali sul mare, piccole barche a vela, da pesca e yacht nel porticciolo. Molto delizioso per una passeggiata e per chiudere la serata in uno dei suoi locali.

Martedì 2 Giugno 2009

Ci alziamo presto per godere delle ultime ore di vacanza, Maria ci prepara un nescafè frappè, un toast, jogurt e un pò di frutta. Oggi Andonis lavora e Maria ha lezione. Dato che l'insegnante di italiano ha dato buca all'ultimo, usciamo di casa alla stessa ora di Maria e facciamo insieme parte del tragitto, per poi salutarci. Andiamo al museo Archeologico Nazionale di Atene. Si arriva in metro scendendo alla fermata di Omonia. E' il più importante di tutta la nazione. Ci sono diverse sale contenenti sculture, ceramiche, vasellame, arte egizia e resti preistorici provenienti da tutta la grecia. Raccoglie i pezzi più celebri che rappresentano tutte le culture che han attraversato il paese. Nella parte dedicata alla collezione Micenea mi hanno stupito ed affascinato gli oggetti di uso quotidiano, sia per le loro dimensioni, che per il loro gusto raffinato, monili, amuleti, collane. Colpiscono i dettagli ed i particolari. Curiosa la maschera Funerea (erroneamente attribuita ad Agamennone). Mi ha affascinato molto la collezione di statuine delle Cicladi, piccole sculture votive in marmo bianco del 2000 avanti Cristo, tra le più antiche della Grecia. Uno stile molto vicino a quello di Modigliani. Alla scultura è dedicato uno spazio molto ampio. Statue in marmo e in bronzo. Poseidone è uno dei più interessanti e possenti. Tra le sculture che mi han colpito maggiormente c'è quella in bronzo del Fantino di Artemissio di un piccolo cavaliere su cavallo in corsa. Il museo da martedì a domenica è aperto dalle 8.00 alle 19.30.
Dopo questa mattina di cultura trascorsa nel museo, cerchiamo qualcosa da magiare. Ci fermiamo in un tavolino all'ombra per un souvlaki!





































INFORMAZIONI UTILI

Come raggiungere il centro di Atene dall’Aeroporto Internazionale di Atene "Elefthérios Venizélos

Vi sono tre opzioni: taxi, metropolitana e treno.
La fermata dei taxi si trova davanti al terminal degli “arrivi”. Una corsa in taxi fino al centro vi costa in media 25 euro.

La metro arriva fino all’aeroporto e porta fino a Monastiraki.
Il primo treno dall’aeroporto a Monastiraki parte alle 06:30.
E’ prevista una corsa ogni 30 minuti, mentre l’ultimo treno dall’aeroporto a Monastiraki parte alle 23:30. Il primo treno da Monastiraki all’aeroporto parte alle 05:50 am, mentre l’ultimo da Monastiraki all’aeroporto parte alle 22:58.

L’ Aeroporto è collegato alla città con una rete ferroviaria Proastiakos alla Stazione Larissis (la Stazione ferroviaria Centrale di Atene) con fermate a Koropi, Kantza, Pallini, Doukissis Plakentias (coincidenza con Metro Linea 3), Kifisias, Nerantziotisa (coincidenza con Metro Line 1), Iraklio, Aharnes Railway Junction (S.K.A) e Stazione Larissis (coincidenza con Metro Linea 2 e treni per il Nord della Grecia).
I treni partono dall’aeroporto ogni 15 minuti ed il tragitto dura 38 minuti.
Il primo treno da Atene all’aeroporto è previsto alle 06.06 e l’ultimo alle 19.36.
Il primo treno dall’aeroporto ad Atene è previsto alle 06.48 e l’ultimo alle 20.14.

Il nuovo Aeroporto Internazionale Eleftherios Venizelos è stato costruito nel 2001 a Spata e dista circa 40 minuti dal centro città. Si trova nella zona Est di Atene a 27km dal centro. E' stata realizzata una nuova autostrada a 6 corsie denominata Attikì Odos per raggiungerlo. Strada che ingloba anche la linea 3 della metropolitana e la linea 1 della suburbana.
Secondo l'ultima ricerca effettuata a livello mondiale dalla IATA (l'organizzazione mondiale per il trasporto aereo), l'aeroporto internazionale di Atene è risultato, nella sua categoria, primo a livello mondiale per qualità del servizio offerto e primo in Europa per la pulizia e l'ordine dei locali, la cortesia del personale e l'efficienza ed il confort delle sue strutture e devo dire che effetivamente è un aeroporto pulito e ben tenuto, ben organizzato.

Ricetta : ghemistà
(pomodori e peperoni ripieni)

Ingredienti:
10/12 pomodori tondi maturi ma sodi oppure metà pomodori e metà peperoni verdi non troppo grandi
2 grosse cipolle tritate
riso 250/300 gr.
prezzemolo tritato
menta tritata
olio extravergine di oliva
sale
pepe
zucchero

Dopo averli lavati ed asciugati, tagliate la parte superiore dei pomodori e dei peperoni ottenendo un coperchioche metterete da parte, per ora.
Svuotateli con cura e tenete da parte la loro polpa.
Mettete nel fondo di ogni pomodoro un po’ di zucchero, sale e pepe.
Tritate la polpa che avevate tenuto da parte.
In un tegame fate appassire con olio le cipolle tritate, aggiungete il riso, il prezzemolo, la menta, la polpa dei pomodori, sale e pepe e fate cuocere per 8/10 minuti.
Riempite i pomodori e i peperoni con il riso preparato, facendo attenzione a non mettere troppo impasto perchè il riso cuocendo aumenta di volume e uscirebbe in cottura.
Prendete una teglia da forno e cospargete il fondo con un pò di succo o passata di pomodoro.
Mette i pomodori e i peperoni ripieni nella teglia, dovrebero stare giusti l'uno acanto all'altro senza troppo spazio.
Richiudete i pomodori e i peperoni con i loro coperchi tagliati all'inizio e aggiungervi dell'olio.
Mettete la teglia nel forno già caldo a temperatura media.
Ogni tanto vanno bagnati con il loro sughetto. Dovrebbero stare almeno un'ora nel forno.
Vanno serviti freddi a temperatura ambiente.