martedì 30 agosto 2011

SAFRANBOLU, montagne Turche




11 agosto 2011           Safranbolu

e così passiamo la notte sul bus dormicchiando e scendendo nelle aree di sosta di tanto in tanto. Qualche cay offerto, qualche dolcetto. Alle 6,00 siamo già a Safranbolu, in quella che viene chiamata la città nuova, la città vera e propria attuale. La città non ha attrattive particolari o qualche cosa di carino da vedere, è la tipica città turca di periferia.
 Siamo nella provincia di Karabük, 200 km a nord della capitale, nella regione del mar nero. Il centro storico portetto dall'unesco si trova a 2 km. Dalla stazione semideserta dei bus, che come al solito è fuori dal centro, troviamo subito un pullmino. Ci lascia davanti ad un'agenzia aperta dove troviamo il proprietario di un hotel che si trova nel centro storico della città. Accettiamo di passare lì le prossime due notti e saliamo sul suo mezzo con gli altri giapponesi, unici turisti in questa mattina silenziosa.

Arriviamo alla Bastoncu Pansyon, una sistemazione davvero bellissima, dell'epoca. Il sito è http://www.bastoncupension.com Ci danno una bella stanza doppia, mentre gli altri turisti giapponesi scelgono il dormitorio comune. Ci facciamo una doccia e dormiamo un paio d'ore che sul bus non ho chiuso occhio. La stanza è tipicamente rivestita in legno, ha belle tende, cuscini, divani. Un paradiso.
Finalmente in forma usciamo a mangiare qualcosa e vedere la città, non vedo l'ora!!! Iniziamo la giornata con una bella insalata turca e un bel gozleme agli spinaci ...
Passiamo subito dal piccolo centro informazioni per avere una cartina della città e qualche informazione in più, molto cortesi ci danno tutte le informazioni ...
Qui a Safranbolu si trovano un museo, venticinque moschee, cinque tombe, otto fontane storiche, cinque bagni turchi, tre caravanserragli, un orologio della torre, una meridiana e centinaia di case e magioni. Intorno ci sono delle colline con vecchi insediamenti, tombe di roccia e ponti storici. E' una bella giornata di sole, ma non fa tanto caldo perchè siamo a 600 metri di altezza. Safranbolu è stato dichiarato Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO. Si trova nella Regione del Mar Nero e il suo nome contiene la parola safran, zafferano, in quanto è stato un importante centro di commercio proprio di questa spezia.
Passeggiando per Safranbolu sembra di essere tornati si indietro nel tempo, a quella Turchia di fine Ottocento. Caratteristiche le viuzze a ciottoli in salita, con le case bianche e di legno.
La storia ci riporta al 1.500 a.C., ai soliti Ittiti, Paflagoni, Persiani, Lidi. E poi Romani, Bizantini, Selgiuchidi, Cobanoglu, Candaroglu, Ottomani. La ricchezza a Safranbolu arrivò per il commercio con Gerede sulla costa. Per questo ora ammiriamo le moschee, il caravanserraglio e bagni turchi. La Safranbolu di oggi è una bella cittadina allineata lungo il crinale della collina gialla. Le belle case tipiche di qui sono state costruite nel corso del XVIII e del XIX secolo dalle famiglie più agiate con mattoni di fango essiccati al sole, legno e stucco e dalle famiglie degli artigiani benestanti.

In effetti la città è un museo di architettura all'aria aperta. Per prima cosa andiamo al Museo, una casa gialla in alto alla collina. Le ragazze dell'ingresso stanno ballando per conto loro con tanto di musica. Ci si mette un sacchetto sulle scarpe per non rovinare il pavimento e si inizia il giro. Sono tre piani, uno è sotterraneo e per accedervi bisogna uscire dalla struttura. Il museo non è nulla di che, ma il panorama dall'alto vale la passeggiata.
Passeggiando con il naso all'insu tra le viette arriviamo alle rovine della fortezza di Hidirlik Tepesi. Qui il panorama su queste antiche case in legno è unico. Si vede tutta la città e si ammirano tutte le belle casette che la compongono. Dopo una sosta panoramica torniamo a girovagare per le vie lastricate del centro storico chiamato Carsi. Finiamo a sbirciare la mercanzia del bazar che sinuoso si sviluppa per le viette. Molti gli artigiani, le donne che ricamano e lo zafferano, così come gli oggetti in legno.
Ci fermiamo per pranzare in uno di questi deliziosi posti locali. Scegliamo i dolma (foglia di vite ripiena di carne) corba (zuppa di lenticchie), insalata turca, gozleme agli spinaci, acqua e pane. Tutto ottimo e molto casalingo, davvero buono.
Riprendendo il nostro cammino facciamo visita al caravanserraglio Cinci Han che è uno dei più grandi caravanserragli misti, costruiti sull'antica via della seta. Oggi è hotel e ristorante www.Cincihan.com, dove si può dormire o solo cenare. Si può entrare anche solo per fare una visita con una lira o due. Questa bella struttura del XVII secolo in pietra chiara si sviluppa intorno ad un enorme cortile dove un tempo sostavano i mercanti in transito con i loro carichi di merci. Il caravanserraglio aveva un solo ingresso per restare completamente chiuso l’esterno per proteggere i viandanti durante la notte da possibili attacchi di predoni.
Dopo aver girato ancora un po' per le viette torniamo in hotel per una doccia, un po' di riposto nella nostra stanza davvero carina e originariamente ottomana. Le pareti sono in legno e quasi non ci accogere che sono ante di armani e una è la porta del bagno. Adoro questa ambientazione, tornassi a Safranbolu mi piacerebbe passarci una notte, davvero emozionante.

Usciamo più tardi a cena e proviamo un altro posticino. Zuppa di lenticchie, degli ottimi fagiolini, gozleme con spinaci, kebab con verdure, acqua, pane e bibite. Una decina di euro in due e cibo molto buono.
La sera Safranbolu è silenziosa e fresca. Passeggiamo per le vie illuminate, solo qualche negozio e qualche pasticceria resta aperta. i dolci sono meravigliosi. Camminando su una delle strade che va verso il museo notiamo per caso un portone socchiuso con la scritta Aquarius Café and Bar, anche se ci sono delle tende e non si vede nessuno. Entriamo e superate delle stanze si arriva ad un giardino con una bella casa, musica, un paio di divanetti. La costruzione davanti è il Gülevi Safranbolu, un hotel iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale dell'UNESCO. http://www.canbulat.com.tr
si ha quasi la sensazione di scoprire un giardino segreto, entrando. Ed è stato piacevole restare a chiacchierare e bere qualcosa in quella bella atmosfera.Consigliatissimo bere qualcosa in questo bel giardino o alloggiare qui.







KUTHAYA città della ceramica Turchia

10 agosto 2011 kutahya

Lasciamo l'hotel Lal di Bursa per andare a Kutahya, in giornata. La prossima notte la passeremo sul bus perchè vogliamo raggiungere Safranbolu, che si trova più a nord vicino al Mar Nero e sfrutteremo la notte per viaggiare. La Turchia è un paese molto organizzato dal punto di vista dei trasporti. Pochi treni per via di un territorio molto vasto e soprattutto montano. Un bus ci porta alla stazione dei pullman di Bursa, appena fuori dalla città. Lì c'è il deposito bagagli aperto 24 ore su 24 che con €. 4,00 ci custodisce tutte le valigie fino a questo sera, quando torneremo.

Ci compriamo le famose castagne candite ricoperte di cioccolato e prendiamo il bus per la piccola città di Kutahya. E' “famosa” perchè produce porcellane ottime per tutta la Turchia. Anche le ceramiche delle più famose moschee di Istanbul sono state prodotte qui. Peccato che siano tutte enormi ditte in periferia. Siamo venuti a Kutahya con la convinzione di trovare piccoli laboratori di artigiani della ceramica da esplorare, assaporare, conoscere. Purtroppo nemmeno l'ombra. La città non ha nulla da offrire dal punto di vista turistico, speravo fosse anche un po' più caratteristica in qualche cosa, ma nulla. Passiamo comunque una giornata piacevole nei baretti del centro, facendo qualche chiacchiera con ragazzi del posto e facendo qualche passeggiata. Le persone come sempre sono meravigliosamente gentili e curiose con noi stranieri.
La città venne fondata pare dai frigi e abitata poi dai macedoni, dai romani, dai bizantini e dai turchi. E' un capoluogo di provincia di 300 mila abitanti e sorge sulla pendice dell’Acem Dagi, sul luogo dell’antica Kotyaeum. Ci sono diverse Moschee che però abbiamo visto solo dall'esterno. Qui sicuramente passano pochi turisti .. in un baretto dei ragazzi ci offrono il te, vogliono fare le foto con noi e sapere da dove arriviamo. Ci fermiamo a mangiare in uno dei tanti posticini locali che come al solito a prezzi modici offre buon cibo e molta verdura in insalata anche per me. Speravo meglio, ma la gita è comunque piacevole.
Tornati all'otogar di Bursa prendiamo bagagli e il bus che parte a mezzanotte. Alle 6,00 di domani mattina arriveremo a Safanbolu. Non vedo l'ora !!














TURCHIA : BURSA

09 agosto 2011 Bursa

Lasciare Iznik in questa bella mattina di sole mi spiace un po'. L'atmosfera è davvero piacevole e rilassata in questa piccola cittadina turca lacustre. Per le strade baciate da un timido sole mattutino non c'è nessuno in giro. Dopo la colazione in hotel, paghiamo il conto e usciamo per andare a Bursa. Dalle 7,30 del mattino alle 20,00 ogni ora un bus parte dall'otogar di Iznik e in un'ora e mezza si arriva a destinazione. Compro un po' delle ottime ciliegie del fruttivendolo e alcune banane. Dall'hotel a piedi arriviamo alla stazione dei bus, che non è lontana.

La città di Bursa, è l'antica Prusa e si trova a sud-est della Regione del Mar di Marmara, alle falde del Monte Uludag (Monte Olimpo della Misia, alta 2.443 m.)
Il nome lo deve al suo fondatore, il re di Prusia della Bitinia. In seguito cadde sotto le leggi romane, prima di diventare la prima capitale dell’Impero Ottomano, ai tempi di Osman Bey nel 1326.
Oggi siamo nella Bursa celebre per il suo commercio della seta, la sua fabbrica di asciugamani, le sue sorgenti termali e la produzione di auto. Da provare c'è “ll Kebap di Alessandro” (Iskender Kebap), invenzione locale di pane, salsa di pomodori, pezzetti di carne arrosto, del burro fuso e dello yogurt . Un’altra specialità sono i marroni canditi (Kestane Tatlisi). Noi abbiamo provato solo i marroni canditi con il cioccolato. Sono un pò diversi dai nostri marron glacè.
Bursa è una città molto moderna e industrializzata, sede della Fiat e della Renault. Sinceramente non ho trovato quel fascino di cui avevo letto, per me è troppo modernizzata. Con questo non voglio dire che sia una brutta città ma l'atmosfera non era quella che mi immaginavo. Di certo le moschee sono belle e una giornata si spende volentieri nella zona antica e la nostra esperienza è stata comunque speciale.
Scesi da bus cerchiamo subito un hotel economico, chiediamo ad alcuni ragazzi che ci spiegano un po' dove andare. Ne troviamo uno, si chiama Lal Hotel a 50 tl ( 20 € in due) la doppia con bagno all'esterno. Accettiamo. Luce verde in un salottino chick quanto basta, la stanza è molto basic ma a noi va bene così.
Lasciati i bagagli usciamo subito a fare un giro. Tanta gente per le vie del centro pieno di negozi e attività commerciali. Via vai di bus e auto tra i pedoni. Chiediamo ad una donna con lo chador dove si trova la moschea Emir Sultan Camii visto che non abbiamo una mappa della città. Lei gentile pur non parlando inglese ci invita a seguirla, ci paga il biglietto del bus e ci porta alla Moschea. Sotto questo sole chador e cappottino devono essere insopportabili, non la invidio! Entriamo in questa bella Moschea che si trova in una zona rialzata dalla quale si gode di una bella vista della città in mezzo c'è una fontana e i portici tutti intorno. Io entro con la signora nella stanza riservata alle donne. Mi tolgo le scarpe, mi copro il capo con un foulard e i polpacci con una delle gonne disponibili all'entrata. Molti i corani a disposizione, bella la vista della città dai finestroni ed i tappeti. In una stanza più piccola ci sono tre tombe bardate con tessuti verdi e scritte oro. E' il momento della preghiera, tutte insieme le donne compiono gli stessi movimenti mentre il muezzin canta. E' suggestivo in questo silenzio assoluto rotto solo dalle lodi ad Allah. Usciti di nuovo nell'atrio centrale chiede il permesso per farmi entrare nella zona degli uomini. Acconsentono volentieri e il muezzin si ferma a parlare un po' con noi anche se conosce solo qualche parola di tedesco. Anche delle donne si fermano a parlare, ci chiedono di dove siamo e chissà che altro visto che parlano solo il turco. Sempre a piedi andiamo con la gentile signora all'altra moschea lì vicino che purtroppo è in restauro. E' la Moschea Verde (Yeşil Camii) costruita del 1424, particolare perchè testimonia la nuova estetica ottomana, che fa seguito a quella selciuchida. Particolarmente bello è il portale scolpito in marmo e una delle particolarità è la presenza di balconi, perchè era un palazzo. Dicono sia l'unico esempio al mondo di moschea con balconi all'esterno. Un ragazzo turco che parla italiano ci nota e ci fa entrare ugualmente dandoci qualche piccola spiegazione.
Lo ringraziamo e passiamo più tardi a salutarlo nel suo negozio di ceramiche. La signora ci lascia e ci saluta calorosamente, prima di tornare ai suoi impegni. Il ragazzo turco ci porta, con altri italiani trovati lì a vedere la mensa dei poveri dove la sera distribuiscono cibo gratuito per i più bisognosi. La struttura è davvero bellissima, credo sia sempre della stessa epoca delle moschee, se non ricordo male era un caravanserraglio.
Entriamo anche nel così detto Mausoleo Verde (Yeşil Türbe). Il suo estero è ricoperto da ceramiche azzurro acqua molto belle e le decorazioni blu e oro sono davvero raffinate. Al suo interno vi è la tomba del Sultano Mehmet I, sempre ricoperta dalle belle mattonelle di ceramica azzurra. C'è anche una scuola Coranica che fa sempre parte di questo complesso architettonico.
A piedi torniamo nella zona del centro per vedere la grande Moschea Ulu Cami, nel pieno centro commerciale della città, accanto al bazar coperto "Bedesten" e ai bazar dei produttori di seta (Koza Han). Anche qui tolgo le scarpe e mi copro per entrare. Una grande fontana si trova al centro della parte coperta, sotto la cupola più grande. E' stata costruita alla fine del 14° secolo, prima della classica architettura ottomana. Il suo pulpito interno è considerato un capolavoro sulla lavorazione del legno, ed in effetti è davvero bello.
Usciti iniziamo a girovagare senza meta per il nostro posto preferito: il bazar!
Passeggiamo un po' per il Mercato coperto (Kapali Carsi) dove ogni via è specializzata nella vendita di qualche cosa. Uscendo ci perdiamo per il labirintico reticolo di viuzze piene di negozi e mercanti.
Arrivati nella zona dei fruttivendoli ci prendiamo albicocche e pesche, con frutta secca varia da mangiare. Proseguendo compro delle belle tazzine con metallo lavorato e tanto di coperchietto. Vendono delle cose bellissime! Comprerei tutto.
La giornata passa così tra te che ci fermiamo a bere e bancarelle e negozietti che restiamo a spulciare in cerca di qualche occasione.
Quando arrivano le otto e mezza circa il muezzin inizia a cantare e allora come tutti ci fiondiamo in uno dei tanti ristorantini. Insalata turca e zuppa di lenticchie per me, kebab con verdure per Ale. Totale prezzo le solite 6 euro in due.
Dopo una bella doccia nel nostro hotel mica tanto bello, usciamo per fare quattro passi. Finiamo per caso nel caravanserraglio a bere. Si chiama Emir Han ed è un caravanserraglio usato dagli agenti di vendita che trattano la seta. L'allevamento dei bachi è ancor oggi un lavoro che viene praticato a domicilio. Gli abitanti li acquistano presso le loro cooperative, se li portano a casa e li allevano nutrendoli con foglie di gelso. Si trova vicino all'ingresso orientale del Bedesten. Illuminato la sera è molto carino e rilassante anche se la luce verde che punta sull'albero è discutibile. Restiamo a bere cay e a giocare a backgammon, mentre vinco ancora contro Alessio, troppo brava!
















































il lago di IZNIK Turchia



08 agosto 2011          lago di Iznik

La sveglia in questa mattina silenziosa non suona, ma ci alziamo presto lo stesso. Scendiamo per colazione dove servono formaggio, pomodori, cetrioli, prosciutto, pane e marmellate, naturalmente te e caffè. Mi mangio i pomodori e i cetrioli in attesa di passare dal fruttivendolo.
Partiamo ad esplorare quella che fu l'antica Nicea e che oggi pare un piccolo paesino dimenticato sul lago.
Siamo nella regione di Marmara, quasi la più piccola della Turchia ma la più densamente popolata. E' la zona nord occidentale del paese, quella vicina all'europa. E' anche una delle regioni economicamente più sviluppata. L'agricoltura copre un ruolo fondamentale da queste parti con piantagioni soprattutto di frumento, riso, tabacco, girasole, mais, olive, uva e seta. Vita semplice e genuina. Gente cortese e pura.

Iznik non è una destinazione gettonata dal turismo e capisco subito il motivo, non ci sono molte attrazioni storiche o turistiche come in altre città, ma è un pò una chicca per chi vuole scoprire un paesino autentico turco. Qui la gente è ancor più vera, sincera, cordiale. Qui la vita è tranquilla e rilassata. Tutti accolgono con sorriso e ci fanno sentire importanti con tante gentilezze. Iznik non è uno di quei posti che ti colpisce per la natura o l'architettura, non ha grandi attrazioni. Solo è una realtà piacevole e reale. Sembra di entrare nel vero mondo turco incontaminato. Se amate essere i soli turisti in giro fa per voi.
La città è circondata su tutti i lati da cinque chilometri di mura alte circa 10 metri. Queste sono a loro volta circondate da un doppio fossato, e comprendono oltre 100 torri. Una volta grandi cancelli sui tre lati che danno sulla terra fornivano l'unico accesso alla città. Le mura oggi sono attraversate dalle strade, ma gran parte della fortificazione sopravvive e fa capolino qua e la. Regala un pò di fascino e ci ricorda un pò la storia passata.
Passiamo da un centro informazioni in cui il responsabile non sa nemmeno l'inglese, non passa un grande turismo internazionale. Ci da una cartina della città con i principali monumenti ed è molto gentile.

Andiamo subito alle rovine della chiesa di Santa Sofia (Agia Sofia), che si trova subito sulla sinistra. Il signore del centro informazioni ci segue, entra nella chiesa e si siede come se nulla fosse, facendo le parole crociate come fosse li da sempre. Rido di fronte a questa sua naturalezza. L'ingresso costa 7 lire turche (3 euro) a persona. La chiesa di Santa Sofia fu sede delle sedute del concilio del 787 e fu trasformata in moschea dopo la conquista ottomana. Sono rimasti dei mosaici risalenti al periodo di Giustiniano (500), il guardiano anche se non parla inglese cerca di farci da guida in turco e ci tiene ci rimaniamo soddisfatti delle sue attenzioni.

Usciti percorriamo le vie centrali fino ad arrivare al bazar delle ceramiche, praticamente una via di piccoli laboratori di ceramica tradizionale. Mi aspettavo ancora più botteghe e più merci, ma Iznik è una cittadina piccola e tranquilla, già quando eravamo ad Istanbul le persone non ne sapevano molto. La vietta è come le altre e ospita qualche botteguccia di ceramica. Molto belli gli oggetti nei colori e nelle decorazioni, la ceramica turca per me è stupenda. Adoro gli azzuri ed i viola delle ciotoline finemente decorate. Adoro questo gusto turco, è meraviglioso!! Mi piacciono anche i motivi con i tulipani e le decorazioni fini fatte a pennino. Bello vedere i vari passaggi delle lavorazioni, anche se conosco bene la lavorazione della ceramica. Comprerei tutto. Compriamo solo una ciotolina viola molto carina. Proseguendo arriviamo alla moschea Verde e il suo museo, purtroppo chiusi.

Arriviamo ai resti dell'anfiteatro romano. Peccato che è lasciato andare e la vegetazione anche se secca e poco rigogliosa, lo stia inghiottendo. E' anche in una zona rurale nemmeno di passaggio. Peccato perchè apprezzo queste opere e con un minimo di valorizzazione sarebbero molto suggestive, anche se non è nulla di grandioso, valorizzato sarebbe molto bello comunque.
La giornata è bella, sole e caldo, ma non esagerato. In giro il silenzio è corroborante. Rumore di cicale sotto il sole, il nostro compagno. Torniamo in riva al lago e ci fermiamo in un baretto sotto gli alberi a giocare a backgammon e bere qualcosa. Trascorriamo il pomeriggio tra giretti, foto e relax. Vorrei fare il bagno nel lago anche se ho visto diverse bisce e proprio così tranquilla non sono. Rinuncio perchè ci sono solo uomini, mente in spiaggia le donne sono coperte con velo nero, cappotto fino ai piedi e calze. Non mi pare il caso. Più tardi visto che ancora non abbiamo mangiato ci fermiamo in posto molto locale per sgranocchiare qualche cosa. Io mangio una buona e fresca anguria e Ale prova i bei gozleme (piadine) della signora di casa. La signora è tenerissima, vestita tutta di bianco con il capo coperto. Tira la pasta dei gozleme con grande maestria e li cuoce sulla piastra riempiendoli poi di spinaci, patate o formaggio e carne.
Tornati in riva al lago ci gustiamo un aperitivo con anacardi e bibite sul lago mentre guardiamo il tramonto. A Iznik sul lungolago la cosa strana è che i bar sono diversi e hanno una miriade di posti a sedere, come se in passato il turismo turco fosse importante. Ora c'è poca gente e sono quasi tutti vuoti. Mi spiace. Di sicuro il turismo internazionale passa di rado da qui, visto che non vediamo nessuno. In realtà mi pare ci siamo anche pochi turisti turchi, tutto è molto tranquillo. A sensazione mi sono sembrate tutte persone della zona, anche in relazione alla difficoltà nel reperire informazioni sui mezzi.
La sera ci fermiamo in uno dei baretti e finiamo a giocare con dei ragazzi a oki. Che bello ho imparato un nuovo gioco, anche se non abbiamo vinto nemmeno una partita. Però è bello parlare con persone nuove, qui ci si diverte ancora con poco. I ragazzi al bar giocavano tutti a carte o a giochi in scatola in gruppo. Belle le sere di Iznik!