giovedì 11 novembre 2010

dialogo nel buio...

www.dialogonelbuio.it



sabato 13 Novembre 2010


Un'esperienza toccante e unica, "DIALOGO NEL BUIO", è una mostra dove si compie un percoso organizzato presso la sede dell'Istituto dei Ciechi di Milano totalmente in assenza di luce. "una mostra che non si vede, ma che si sente ed è dentro di noi, un'esperienza diversa per ogni persona.

http://www.istciechimilano.it/it-IT/approfondimenti.html?idblock=1143

Sul sito ci sono tutte le informazioni. E' obbligatoria la prenotazione. Si entra in gruppi da 7 e l'ingresso costa €. 15,00.

Ci sono degli armadietti in cui lasciare obbligatoriamente borse, cappotti, orologi e occhiali. Ogni gruppo viene accompagnato all'ingresso di questo percorso che inizia nella penombra per diventare presto buio pesto.
La mano destra ci servirà per toccare le pareti e orientarci mentre nella mano sinistra ci fanno tenere il bastone. Solo una volta che si è giunti al buio più completo si incontra la guida non vedente, che accompagna ogni gruppo durante questa avventura. La nostra guida si chiama Filippa, davvero simpatica e di buon umore, con una voce da cartone animato come dice lei. E' incredibile essere completamente al buio. Il percorso dura circa un'ora e un quarto ed è tutto nell'oscurità più completa. Siamo in otto, di cui ne conosco tre: una coppia di amici e il mio ragazzo. Appena entriamo non vedo più nulla e sono agitata e curiosa. Notoriamente ho paura del buio, non se sono con altri però. Mi sento abbastanza spaesata, anche se mi diverto e non preoccupo. Sarà che non conosco minimamente cosa ci aspetta e non vedendo non so mai se la stanza è grande o piccola o se c'è un muro davanti a noi. Entriamo in fila indiana tastando il muro alla nostra destra, una parete in velluto, e sondando il terreno con il bastone. Cioè sono rigida come un bastone!Quasi mi sento sola e dispersa. Prima di iniziare il percorso vero e proprio ci fermiamo e ci presentiamo. E' incredibile la capacità della nostra guida, che ogni volta riuscirà a riconoscerci nel buio toccandoci il braccio.
Mi raccomando non alzate i bastoni se no vi fate male!! subito ci avverte e in effetti non oso immaginare cosa ne verrebbe fuori!!

Dopo le presentazioni iniziamo a camminare per iniziare il nostro percorso. Con la mano sinistra tocco il mio ragazzo davanti a me per avere un riferimento e la signora dietro di me, anche se non mi conosce fa lo stesso. Se accendessero la luce probabilmente ci troverebbero tutti attaccati in fila l'uno all'altro. Ogni tanto dopo aver percorso qualche tratto ci tocchiamo a vicenda come per curare di essere tutti lì o trovare un punto di riferimento. La guida nel frattempo ci parla, ci da delle indicazioni e ci fa delle domande. Ci invita a toccare le pareti, il pavimento e a chiederci cosa sentiamo. Entriamo in diverse stanze, allestite in maniera differente per ricreare degli ambienti. Inutile svelare quali, toglierebbe un pò di sorpresa a chi dovesse leggere e decidere di provare. Dev'essere difficile gestire un gruppo di persone come noi che al buio sono un pò spaesata e la ns guida è perfetta nel rimetterci ogni volta in carreggiata. Ed è incredibile di come riesca ogni volta a riconoscerci.
Provo ad affidarmi al mio tatto tastando intorno a me, ancora con fare al quanto goffo e diffidente. Provo ad orientarmi con l'udito ascoltando la nostra Filippa e le sue indicazioni. L'olfatto è un altro dei sensi che ci spinge ad utilizzare per aumentare le informazioni da riunire come un puzzle e capire dove siamo. Si possono annusare le piante se siamo in un ambiente esterno o la frutta se siamo al mercato. Non siamo molto abituati a conoscere i profumi delle cose, tante volte le guardiamo e basta, come se la nostra unità di musura fosse solo la vista, ma anche gli altri sensi ci dicono qualcosa se li sappiamo ascoltare. Usare altri occhi per scoprire il mondo che ci circonda.
Quasi non mi accorgo che cambiando stanze anche la mia paura e la mia sensazione è cambiata. Mi ci è voluto un pò di tempo, ma piano piano, senza nemmeno pensarci più mi sono ambientata e sentita a mio agio. Immaginavo la stanza e gli oggetti, persino i colori. In una stanza abbiamo girato liberamente toccando tutto e cercando di capire ogni cosa. Poi dovevamo correre tutti verso un oggetto ricordandoci dove si trovava. E qui viene il bello perchè al memoria umana è soprattuto visiva ma noi non avevamo visto nulla, ne l'abbiamo visto dopo. Ho dovuto pensare a come mi sono mossa nella stanza, ricordare che entrando ero andata a sinistra e in ordine gli oggetti che avevo trovato. Dopo qualche giro quasi avevo l'immagine completa della stanza e per qualche momento mi è sembrato di vedere. Si anche se il nulla era davanti ai miei occhi man mano che usavo gli altri sensi sentivo le persone, dov'erano e cosa dicevano. E' stato incredibile. Anche l'aiuto di Filippa che ci ha sempre ricordato di ascoltare, annusare, immaginare. Proprio lei che non ha mai visto e certe cose non potrà mai capirle fino in fondo perchè le mancano delle informazioni che vengono trasmesse solo in maniera visiva, ma sono impossibili da spiegare. I colori per esempio. Lei vorrebbe vedere l'aurora boreale. Tantissimi di noi non la vedono, ma almeno ne hanno la possibilità.
Cambiando ancora stanze molte sono le cose che possiamo scoprire. Ho notato come i rumori, in assenza di immagini, sembrano più forti. Forse perchè la mia mente è ormai in grado di abbinare ogni rumore ad una scena di vita p in oggetto e in una città diove tutto si mescola sembra meno caotico. Non vedendo invece i rumori servono a orientarsi ma assumomo anche più rilevanza.
Alla fine sempre al buio si entra in un bar, andiamo al bancone per ordinare qualcosa da bere. E anche qui la difficoltà di riconoscere i soldi, di porli al bancone al buio. Tenere in mano il bicchiere e bere senza sbagliare mira, andare al tavolo con gli altri e finire la consumazione, sempre se al buio riesci a trovare il tavolo e a sederti senza far cascare tutto, si ce l'ho fatta! Ormai ero alla fine e mi sembrava di immaginare tutto quanto. Il tavolo tondo e gli altri del gruppo, ora che più a nostro agio, non ci tastiamo più così tanto.
E' stata un'esperienza unica. Sicuramente vale per tutti la pena di provare. Non solo provare quello che può essere un ostacolo e un disagio, ma anche per provare i nostri limiti, le nostre reazioni. Provare un attimo a pensare che non solo l'apparenza conta. Qualcuno ha detto che non abbiamo visto la nostra guida. Non era necessario. L'abbiamo conosciuta per più di un'ora e poco conta il suo aspetto esteriore, forse è proprio così che l'abbiamo incontrata di più che se l'avessimo vista alla luce. L'aspetto ci avrebbe distolto l'attenzione su cose più importanti di lei. E anche al buio abbiamo si può dire conosciuto gli altri componenti, da quello che dicono, da quello che riusciamo a trasmetterci l'uno l'altro, sempre se siamo capaci.
Per me è stato incredibile e forse non riesco a trasmettere le emozioni credetemi intense che nascono da un percorso simile. Uscire alla luce è stato completamente nuovo! All'inizio l'impatto è violento dopo tutto quel buio e gli occhi ci mettono un pochino ad abituarsi, come ci è voluto um pò per fare l'abitudine al buio. Fantastico, un grazie a chi ha avuto l'idea e a chi si è impegnato per farci provare queste emozioni!

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