E' mattina preso e la via principale Istiklal Caddesi, solitamente brulicante di vita, è ancora quasi deserta.
Pochi pedoni, qualche lustrascarpe e un suonatore di strada incrociano il mio sguardo curioso, mentre cammino di buon passo.
Per inziare bene la giornata mi fermo in un caffè tipico ordinando caffè turco e baklava, tipico dolce invaso da miele e noci, dolcissimo.
Mi rituffo nella città e a piedi mi incammino verso il quartiere di Besiktas, che si trova più a nord.
Costeggio il Bosforo tra case tradizionali, bambini che si tuffano nell'acqua, navi mercantili che passano.
Sulla sinistra passo lo stadio della famosa squadra di calcio turca.
Proseguendo tra donne velate, bambini e uomini a gruppi appare davanti a miei occhi il bellissimo Palazzo di Dolmabahçe, che pare ricamato. Una guardia protegge l'ingresso.
Fu il principale centro amministrativo dell'impero ottomano, al suo interno si sviluppano sfarzose stanze abitativi e sale cerimoniali, con l'immancabile harem. Sfarzo kitch e un pò ostentato di dubbio gusto. Il palazzo si trova proprio in riva al Bosforo, sul mare.
Proseguendo la passeggiata assaggio le classiche ciambelle di pane con il sesamo, i turchi dicono sia un loro prodotto, ma i greci pure. Io non ci penso troppo e proseguo l'esplorazione.
Besiktas è un
quartiere molto vivo, vero e pulsante di vita. Uno scorcio reale della normale vita di Istanbul, città immensa e dalle mille realtà.
Trovo Beşiktaş molto genuino e intatto, tra le viette negozi di artigiani e commercianti. Non è una zona turistica, ma vissuta dai giovani locali, da chi studia e da chi lavora.
Trovo Beşiktaş molto genuino e intatto, tra le viette negozi di artigiani e commercianti. Non è una zona turistica, ma vissuta dai giovani locali, da chi studia e da chi lavora.
Negozi di vestiti dozzinali, abiti da sposa kitch e tullosi, venditori ambulanti di fiori e sigarette singole.
Tanti piccoli caffè e localini di fast food in stile turco, soprattutto affollati da giovani.
Tra i vicoli si sviluppa un piccolo mercato coperto con fili di lampadine sospese e cibo, tanti ristorantini intorno.
In una via stretta caffè di soli uomini che giocano a tavli o tric trac, mentre fumano narghilè...
La Istanbul di oggi, è anche qui.
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