lunedì 6 dicembre 2010
Giordania - AMMAN, la capitale
27 dicembre 2010
Il viaggio inizia!
Eccoci finalmente alla partenza per la Giordania. Abbiamo prenotato un volo della compagnia di bandiera turca, Turkish airline, per Amman con scalo ad Istanbul. Il volo parte da Milano alle 11:15 ed atterra ad Istanbul alle 15,00. Riparte da Istanbul alle 18.40 per atterrare ad Amman – 20.50.
Il fuso orario è un'ora in più rispetto all'Italia, come in Turchia del resto. Lasciamo l'aeroporto milanese di Malpensa per atterrare dopo tre ore a Istanbul. Gradisco il cortese servizio a bordo con cibo e bevande buone. Il volo passa tranquillo tra qualche chiacchiera e l'emozione di essere in viaggio. Conosciamo un ragazzo italiano mandato per lavoro ad Ankara in Turchia e diamo lui qualche dritta per apprezzare il paese di Ataturk.
Atterrati ad Istanbul passiamo il tempo in aeroporto tra dolcetti turchi e cay in attesa del prossimo volo. Le tre orette passano in fretta e altro giro, altra corsa siamo ad Amman, nella capitale Giordana. Sono le 20,50 ed è buio. L'aeroporto Queen Alia di Amman è accogliente, di recente costruzione, del 1983. L'aeroporto prende il nome della regina Alia, la terza moglie del re Hussein di Giordania che morì in un incidente di elicottero nel 1977. Quello che trovo delizioso è arrivare all'aeroporto vedere le prime forme, colori, scritte, immaginare un paese che ancora non conosco. E poi l'ultimo giorno tornare e nella mente il volto del paese che ho conosciuto. Ogni volta è più bello di quel che avevo immaginato. Ogni volta riprendendo l'aereo del ritorno sorrido confrontando cio che avevo immaginato. Torno arricchita e sorpresa.
Il taxi che fermiamo appena fuori l'aeroporto si offre di portarci in un hotel. Non abbiamo prenotato nulla dall'Italia, ad eccezione del deserto. Ci chiede quanto vogliamo spendere e ci accompagnia appena fuori dalla città bassa della capitale all'Hotel Cameo che ci da una doppia per 40 jd a notte con colazione. La stanza è carina, letto doppio, bagno spazioso e finestra. Sito internet: http://www.cameohotel.com/
Non abbiamo prenotato nulla perchè il viaggio che intendo è un viaggio alla scoperta che dipenderà dai nostri incontri. Decideremo ogni giorno cosa fare, pur avendo in mente un itinerario. Ci lasceremo guidare dalla curiosità e dagli incontri fortuiti. Sono sicura che è la scelta migliore per conoscere la Giordania e per viaggiare in generale. Ci vuole un pizzico di avventura, di imprevedibilità... bello decidere al momento dove andare e avere solo una traccia....
All'hotel di Amman ci fermeremo per le prime due notti. Appena lasciati i bagagli diciamo alla recaption che vogliamo andare a fare un giretto in centro. Il taxi però ci accompagna in un centro commerciale non avendo capito bene le nostre intenzioni. Niente male c'è tanta gente, negozi e bar aperti. E' un centro commerciale moderno. Ci stiamo solo un'oretta per bere qualcosa, poi torniamo in hotel. Famiglie e raggazzi si aggirano per il centro tra bar e fast food. Non è quello che cercavamo ma è pur sempre una parte della realtà. Il taxi torna a riprenderci all'una e andiamo a nanna che da domani si cammina!!!
28 dicembre 2010
La capitale Amman si trova a 750 metri di altezza e si estende su 14 colli. Il nostro viaggio inizia da qui, dalla capitale molto snobbata negli itinerari e che oggi si presenta sotto un cielo azzurro azzurro senza nuvole e un freddino. Vogliamo scoprire una Giordania più reale, più vera di quella raccontata da chi parte con tour operator tutto compreso che non permettono di entrare a contatto con il luogo. Cerchiamo l'anima di Amman, la capitale, anche se a detta di molti è una città che non ha quasi nulla da offrire, vedremo.
Siamo così curiosi che non facciamo nemmeno colazione in hotel e alle 8.00 preso un taxi siamo già in centro con un arietta gelida sulla faccia ed iniziare a perdersi per l’antico centro città, balad. Per primo vedremo il teatro romano, poi la cittadella e il souq, sperando di trovare anche quello dell'oro.
Da piazza degli Hashemiti entriamo al Teatro Romano, sapientemente costuito nel fianco della collina djebel al-Taj. Amman era l’antica Philadelphia romana ed il teatro fu costruito 170 d.C. con 6000 posti. Dal teatro si vede la città intorno e la cittadella in alto. E' così ben conservato che viene ancora usato per gli spettacoli oggi. Ce ne rendiamo conto dopo essere saliti da tutti i gradini e godendo della visuale completa dall'alto. L'ingresso costa 1 jd a persona e comprende il Museo del Folklore e il Museo delle Arti e Tradizioni Popolari aperti dalle 9.00 del mattino alle 17.00. Con l'occasione abbiamo fatto un giro per vedere i costumi tradizionali, le scene di vita quotidiana rappresentate, le stoffe ed i gioielli. Carino anche se di piccolo conto.
La città antica si sviluppava lungo il Cardo e il Decumano Massimo che giungevano nell'area dove oggi sorge la moschea al-Hussein, proprio nel fulcro del suq.
Davanti al teatro si trova il foro romano e a sinistra l’Odeon che fu realizzato ad inizio II secolo d.C. e che oggi restaurato, ha un aspetto moderno.
Non ci siamo soffermati molto perchè non vedevamo l'ora di perderci nel souq della downtown. Prima però a piedi raggiungiamo la cittadella.
Amman a prima vista non ci sembra male, anche se non è certo una di quelle città di ricordare per la sua bellezza. Trovo che sia una città tranquilla, tradizionale e un po' moderna ma non troppo. Da qui ci sembra una grandissima distesa di casette da colore chiaro che si sviluppano sui colli della città. Daltronde fino al 1922 era solamenìte un piccolo villaggio carovaniero sulla via dei re, di passaggio per chi viaggiava in Siria e Palestina. La capitale era Salt e solo successivamente fu Amman a rivestire questo ruolo.
Non abbiamo avuto modo di vedere la parte moderna della città, dove i cartelloni pubblicitari mostrano i progetti di grattacieli e centri commerciali all'ultima moda. Immagino una modernità con forti contrasti, per noi europei. Avevamo intenzione di andare ma poi tra le mille cose da vedere in Giordania, l'abbiamo persa.
Le strade in salita hanno un sapore meriorientale e antico che ha comunque un certo fascino, a tratti potrei pensare di essere anche ad Atene. Non sono nemmeno distanti queste due città nella loro atmosfera.
Salendo per la strada della cittadella ci fermiamo da un fornaio spartano, un locale dove tre ragazzi stanno facendo il pane. Vedono i nostri sguardi incuriositi e ci invitano ad entrare, guardare come fanno e fare foto se vogliamo. Ci regalano due panini e anche se cerchiamo di insistere non vogliono soldi. Ecco la Giordania che cercavo, la Giordania delle persone, della cordialità di paese, delle piccole gentilezze e delle chiacchiere. Ci chiedono da dove veniamo, quale squadra di calcio tifiamo ed iniziamo a sentire una frase che ci accompagnerà per il resto del nostro viaggio: Welcome to Jordan.
Sembra banale, ma è così bello sentirsi dire benvenuto! Non lo faccio mai con gli stranieri nel mio paese, ormai la vita scorre veloce e non c'è più tempo, ma mi prometto di farlo le prossime volte.
La prossima tappa è il te che beviamo in uno di quei corridoi senza finestre che fanno da bar per la gente del posto. Musica da un registratore e tanti sorrisi, insieme al te caldo. Anche qui l'accoglienza è da ricordare!
Carichi proseguiamo per la stradina in salita fino ad arrivare alla cittadella. Non sto a descrivere la parte archeologica che è facilmente reperibile insieme alle informazioni turistiche. Da qui la vista sulla città color panna è completa. La cittadella sorge in alto e il sole che si è alzato nel cielo scalda così bene che resto a maniche corte. Resti di colonne e di muri che svettano verso il cielo azzurro azzurro di oggi. Da qui si vede il teatro romano e qualche moschea che si distingue nella massa di case basse. Una chiesa si trova proprio in fronte alla Moschea, segno che qui musulmani e cristiani sono in armonia.
Dopo aver girovagato alla cittadella torniamo giù indirezione downtown per immergerci nella vita di tutti i giorni di Amman e mescolarci tra la folla.
Prendiamo uno dei taxi che è fuori dalla cittadella. Alla fine non paghiamo la corsa perchè il taxista palestinese ci da il biglietto da visita e prenotiamo con lui la giornata di domani.
Scesi siamo nelle viette della città bassa dove è impossibile confondersi tra chi porta la kefia e chi vestiti tradizionali, accanto a giordani invece moderni e in giacca e cravatta. Osservo con curiosità ogni cosa, ogni colore. Sciarpe, stoffe, colori, profumi, bottegucce, barbieri, negozi di vestiti. I negozietti sono così piccoli da avere tutta la merce fuori, gambe di manichini in fila mostrano pantoloni mentre file di teste di manichini esibiscono gli chador colorati. Merce improbabile e avolte di dubbio gusto. Mi diverte vedere botteghine nuove e vecchie una accanto all'altra. La vita scorre lenta tra mestieri che da noi non esistono più, come chi ripara divani o oggettini di ogni genere. Mi affascina questa città le cui strade sono pienissime di auto che non fanno altro che suonare il clacson incessantemente. Così in contrapposizione con la flemma dei negozianti e della vita di tutti i giorni che scorre tra le bancarelle. Osserviamo all'interno delle bottegucce e tra le vie strette l'anima della città, i volti della gente e le loro espressioni mentre concludono affari o bevono untè. Compriamo due kefie rosse e proseguiamo il giro osservando. Donne coperte e donne vestite all'occidentale insieme nel caos cittadino.
Finita Hashimini street ci ritroviamo di nuovo davanti alla moschea Al-Husseini. Dietro si sviluppa il mercato King Talai dove si vende frutta e verdura. Le vie sono coperte, strette, piene di gente che gira persino con il carrello come al supermercato, lampadine nude per far luce, montagne di pomodori, limoni e il resto. Compro un bel sacchettone di fiori di camomilla e dei datteri freschi molto buoni. Il mercato è continuo gridare per attirare la clientiela e tutto questo ci diverte come bambini, mentre girovaghiamo e veniamo invitati a provare frutta e verdura. Il nostro passaggio inquesta zona sembra essere ancora un piccolo evento, siamo osservati e i sorrisi non mancano, insieme agli occhiolini che mi fanno i ragazzi del posto.
Ma andiamo a cercare il famoso souq dell'oro! il souk Ad-Dahhab, vicino a King Feisal. Vie piene di gioiellerie che l'una accanto all'altra vendono solo oro! insolito e divertente vedere tutti quei braccialetti, collane e pendagli di bel color oro caldo.
Continuando a passeggiare finiamo ad osservare chi fa spremute con la canna da zucchero. Un passante ce ne offre un bicchiere. Ha proprietà benefiche per l’apparato respiratorio, tonificanti e rinfrescanti. E' dolcissimo e ha un sapore un pò forte per noi che non siamo abituati, ma un bicchiere mi ha fatto piacere. Welcome to Jordan! ci dicono mentre lasciamo la bancarella.
Decidiamo di dedicare il pomeriggio a Jerash, così improvvisamente. ma questo lo racconto in un altro post e torno a raccontare da dopo la visita di Jerash quando ci facciamo lasciare alla città bassa che è già buio. In questa zona della downtown ci sono diversi hotel economici, bar per fumare narghilè, posti di ritrovo per giocare a backgammon, catene di fast food e ristorantini locali.
Finiamo a cena in una vietta a caso dove ci mettono in strada un tavolo con due sedie e ci portano loro del cibo. I posti in cui mangiano le persone locali sono sempre i migliori. Provare per credere. Non può mancare il pane, Khubez, rotondo e piatto. Mangiamo il primo piatto di Hummus della vacanza, simile ad un purè di ceci. Proviamo anche i Falafel, polpette di ceci tritati, prezzemolo, aglio, coriandolo e cipolla fritte nell'olio, buonissimi. Proviamo anche Moutabbel che è una crema di melanzane molto gustosa. Patatine fritte e un piatto di carne di pollo per finire. Coca cola per innaffiare il tutto. Conto solo 8 dinari giordani e cena ottima. La consigliamo anche ad una famiglia nord europea che passando ci nota e ci chiede.
Per gustarci un cay, un te giordano, entriamo in uno dei locali con balconcini che si affaccia sulla via. Qui si gioca a backgammon, si fuma narghilè e si beve te. Sono tutti uomini e noi siamo gli unici turisti. La Giordania è un paese comunque molto ospitale e tranquillo, più di quel che si immagina. Non ci manca la compagnia visto che un ragazzo viene subito a darci il benvenuto e a chiacchierare con noi. Ci dice che le ragazze giordane sono in giro tranquillamente, ma nella zona dei locali della capitale. La downtown è la città bassa con i mercati che si sviluppano intorno alla moschea. In altre zone le ragazze sono molto occidentali e dipende molto dal quartiere in cui ci si trova. Parla italiano e si sofferma per darci qualche informazione e qualche consiglio. Ci chiede cosa visiteremo della Giordania. Gioca con Ale a backgammon facendo qualche interminabile partita, vince sempre ma a fatica, grande Alessio! Tieni alta la bandiera!
Questo ragazzo ci racconta un pò com'è la gente di Amman.. dopo la guerra in Iraq, la capitale giordana è stata presa d'assalto da immigrati iracheni, 800 mila persone ora dovrebbero essere quelle rimaste. Il resto degli abitanti è costituito per metà da Giordani e l'altra metà palestinesi fuggiti che hanno acquisito la cittadinanza giordana. Da quel che dice i palestinesi vengono intimati di lasciare le loro case e arrivano in Giordania. Loro non ce l'hanno su con loro, ma li reputano un pò senza fegato perchè non potranno scappare in eterno. Ma nonn sembra che diano molto fastidio. Sicuramente la popolazione è per cultura molto varia tra i beduini del deserto, i palestinesi profughi dalla Cisgiordania e arabi. Una popolazione che è cresciuta tantissimo dagli anni 50 quando la città si sviluppava su 7 colli ad ora che di colli ne occupa ben 19.
E' sempre interessante sentire cosa pensano gli altri e questo ragazzo è molto simpatico e predisposto alla conversazione. Sicuramente anche questo serve a conoscere un paese e comprendere meglio ciò che passa sotto i nostri occhi. Ahimè il tempo è sempre poco, ma ci si prova a vedere qualcosa in più. Qualcosa che si nasconde nelle piccole cose che spero mi aiutino a capire meglio quelle più grandi. Nael, il ragazzo giordano, ci aggiunge anche come amici su facebook. Che vergogna quando prova a chiederci come mai un paese come l'italia è sempre sui giornali per la spazzatura di Napoli. E in effetti è difficile spiegare, visto che qui la città è molto pulita. Lo salutiamo perchè si è fatto tardi.
Un taxi ci riporta in hotel. Da domani si gira!
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