lunedì 6 dicembre 2010

JERASH , l'antica città romana di Gerasa - GIORDANIA


Ad Amman fermiamo un taxi per strada che per 20 dinari ci porta a Jerash. Ok, tutti a bordo che si parte!
Jerash è un sito bellissimo, pazzesco e molto grande.
L'antica Gerasa che raggiunse il massimo splendore ai tempi dei romani.
Fuori dal sito c'è una tutta una città di una certa grandezza che si sviluppa e che purtroppo non siamo riusciti a visitare per mancanza di tempo, ma la curiosità non mancava.
Tornando al sito Jerash vale proprio una visita durante un viaggio in Giordania, oltre che bella e grande è anche ben conservata.
La prima cosa che notiamo sono le belle mura su cui oggi sventolano bandiere giordane davanti ad un cielo blu. L'arco di Adriano che era a sud della città è la prima cosa che mi stupisce. Imponente con i suoi 37 m di larghezza e 13 m di altezza. Venne eretto in onore dell'imperatore Adriano in visita alla città durante il 129 d.C. Ghirlande di foglie d'acanto scolpite e tre archi che erano dotati di tre portali in legno, purtroppo mancanti. Restano solo le cornici in pietra. Notevole.
Passando sotto l'arco si trova sulla sinistra L'ippodromo costruito tre il I ed il III secolo. Cerco di immaginare i 15.000 spettatori in questa struttura di 244 metri x 50 m. E' stato ben restaurato ed ora ogni giorno viene offerto uno spettacolo di corsa delle bighe, che però non vediamo.
L'ampia via che percorriamo ci fa arrivare al foro che è stato realizzato in forma ellittica con 56 colonne ioniche. E' grande 90 m x 80 m ed è lastricato con pietre di calcare di finissima qualità, che dal centro alla periferia diventano sempre più grandi e mi fanno tornare con l'immaginazione indietro nel tempo. Non si sa bene se fosse il centro commerciale o di culto della città perchè al centro c'è un basamento, che poi divenne una fontana. A mio modesto parere era il fulcro commerciale ;)
Ammiriamo in tutto il suo splendore anche il Teatro meridionale che si trova alle spalle del tempio di Giove. Realizzato tra l'81 e il 96, ospitava circa 5.000 spettatori nei due piani. Il primo piano è ancora originale con le sue 32 file di posti, di cui alcuni ancora segnati coi numeri greci rimasti. C'è un palcoscenico, a due livelli sotto il quale folcloristiche bande militari giordane suonano le cornamuse in questa giornata soleggiata d'inverno. A maniche corte non mi sembra nemmeno inverno però! Saliamo la scalinata fino ad arrivare in cima al teatro per vedere il panorama ornato delle rovine e della Jerash di oggi che completa la cornice. Fa impressione come l'acustica del teatro sia ancora ottima oggi, dal'alto sentiamo benissimo i discorsi degli altri, come se fossero accanto a noi.

Passeggiando sul cardo massimo, la strada colonnata lunga 800 metri che era la via principale della città, tra le colonne e le ombre è facile sentirsi nel passato.
La pavimentazione un pò sconnessa è ancora quella originale, quando le cose venivano ancora costruite per durare nel tempo. E anche qui in Giordania lontani da casa ammiriamo quello che abbiamo fatto noi, tantissimo tempo fa. Sulla strada vi sono ancora i solchi dei carri e gli scolo dell'acqua. Sorgevano dei palazzi dietro alle 500 colonne che ora vediamo alzarsi verso il cielo, stane nelle loro altezze diversificate e non uniformi.
I resti qui a Jerash non mancano proprio. Ci sono quelli di una cattedrale, della chiesa di San Giorgio, delle colonne della chiesa di San Giovanni Battista e la parete laterale della chiesa dei Santi Cosma e Damiano.
E ancora si trova quel che rimane della Chiesa di San Teodoro costruita dai bizantini nel 496. Era anch'essa un'imponente basilica, anche se resta davvero poco.
Altri resti, quelli di un bacino quadrangolare al centro di un atrio in epoca bizantina veniva usato per commemorare il miracolo delle nozze di Cana, quando Gesù, secondo i vangeli trasformò l'acqua in vino.
Il viaggio è anche un pò spirituale in questa terra tra islam e cristianesimo.
Una delle cose che mi è rimasta più impressa di Jerash è il Tempio di Artemide, che costruito tra il 150 e il 170, era fiancheggiato da 12 colonne corinzie stupende, di cui 11 ritrovate. Colonne che ondeggiano al vento! Una guida locale ci fa mettere la mano sotto la base della colonna per sentire il suo oscillare, il suo respiro. Incredibile! Questo tempio era rivestito di marmo come di marmo erano i pavimenti, e quasi non riesco a credere che l'imperatore Teodosio lo fece smantellare e che durante il periodo bizantino fu trasformato in una bottega di utensili da cucina.
Gli arabi con la loro conquista lo fortificarono, ma i Crociati lo distrussero quasi completamente, che peccato.
La città di Gerasa aveva persino due terme. Si trattavano bene, nulla da dire.
Il sole abbassandosi allunga le ombre mentre volgiamo gli ultimi sguardi ai resti della Gerasa che fu. Sono le 16.30 ed il sole tra non molto tramonterà.
Non c'è tempo per la Jerash moderna e preso un taxi torniamo ad Amman

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