sabato 11 dicembre 2010

MADABA e i suoi mosaici - Giordania

Lasciamo anche il Mar Morto alle nostre spalle e riprendiamo l'antica strada dei re per giungere a Madaba. Non abbiamo prenotato e ci fermeremo a chiedere . Per primo il nostro taxi ci porta al black Iris hotel. Questo è il sito: http://www.bla< ckirishotel.com/ La stanza doppia con colazione costa 32 jd a notte ed è spaziosa con un bel bagno. Anche l'ingresso è carino e il personale molto cortese e accogliente. Decidiamo di restare, lasciamo subito i bagagli e salutiamo il nostro taxista che ci verrà a prendere ancora domani per portarci in giro.
Usciamo subito a fare un giro per la città, che a prima vista sembra subito molto carina e piacevole. Ora è tornato il sole e si sta bene per le viette del paese.
Qui un terzo della popolazione è cristiana, il resto musulmana. Entrando in hotel ci siamo meravigliati di vedere diversi crocefissi esposti, in un paese a maggioranza musulmana. Ma qui la convivenza sembra pacifica e serena. Ci sono diverse chiese in città e la comunità cristiana viene stimata in 20.000 persone.
A Madaba siamo ancora una volta in un posto biblico. Madaba è la città moabita di Medeba, citata perchè uno degli insediamenti spartiti dalle dodici tribù di Israele al tempo dell'Esodo. La conquistò Alessandro Magno, ma fu governata poi dalla dinastia dei Seleucidi. Arrivarono gli Ammoniti e degli Israeliti e solo successivamente fece parte del regno dei Nabatei fino al 106 d.C. con l'arrivo dei Romani. Solo dopo che il Cristianesimo divenne la religione dell'impero la città acquisì una certa importanza. Nel V secolo Madaba divenne sede vescovile e prosperò sotto i Bizantini raggiungendo l'apice del suo potere sotto Giustiniano I. Gli edifici religiosi e amministrativi vennero costruiti in questo periodo e furono ornati sempre da mosaici particolari. Quando nel 614 fu conquistata dai Persiani sasanidi iniziò il suo declino. La sfortuna volle che la città fu completamente distrutta e abbandonata dopo il terremoto del 749.
La Madaba di oggi è quel che venne ricostruito solo 1.000 anni più tardi, quando una piccola comunità cristiana di circa 2.000 persone, in lotta con la comunità musulmana di Karak decise di trasferirsi lì. Questa comunità nell'intento di gettare la fondamenta delle case scoprì alcuni mosaici.

Per prima cosa visitiamo il parco archeologico , che costa 2 jd a persona. Contiene due chiese restaurate: la chiesa della Vergine Maria e quella del profeta Elia. Nella chiesa della Vergine si trova un mosaico pavimentale circolare, con un notevole disegno geometrico risalente al periodo omayyade.
A separare le due chiese c'è una strada romana ed una casa sempre romana del IV secolo che è stata ritrovata. All'interno sono stati trovati dei mosaici molto belli.
Anche questo sito è carino ma il mosaico più interessante ed importante si trova in un'altra chiesa che andiamo subito a cercare. All'esterno è in belle pietre chiare, chiusa da un cancello in ferro. E' la chiesa greco-ortodossa di S. Giorgio, chiamata così per il dipinto che raffigura S Giorgio che uccide il drago. A destra della chiesa c'è la biglietteria e il costo è 2 jd a persona. Entrando ha la bellezza di tutte le chiese ortodosse ricche di icone e lampadari. Molti i mosaici che ritraggono scene bibliche. Strano è vedere l'immagine di Gesù con delle scritte arabe. Colpisce subito il mosaico che tanto avevo voglia di vedere. E' sul pavimento al centro della navata vicino al presbiterio. Quella ritrovata è solo la metà del mosaico originale che misurava 15,7 x 5,6 m. Risale al VI secolo e rappresenta in maniera dettagliata la carta topografica della Palestina. Inidicazioni che vanno dal Libano a nord, con Biblo e Sidone, ad est i centri di Bosrna e Amman scendendo fino a Petra e Aqaba, per poi prosegue a sud con il Sinai e l'Egitto dove mostra il Nilo e Menfi. La Terra Santa è rappresentata con Gerico, il Mar Morto, Betlemme e Gerusalemme, dove sono persino indicate le strade e le chiese principali. Così come i luoghi dell'Antico e Nuovo Testamento che sono rappresentati e segnalati con strade, monti, fiumi e città ad uso dei pellegrini. Il mosaico è a colori con molte sfumature, una mappa composta da due milioni di pietre colorate.
Nelle chiese di Madaba ci sono molti altri mosaici, questo però è un capolavoro unico e imperdibile. Fu scoperto solo nel 1896, mentre si ricostruiva la chiesa della comunità.
Importante in Giordania è la Scuola musiva di Madaba che lavora con il patrocinio del Ministero del Turismo e delle Antichità e nel suo genere è un Progetto unico in tutto il Medio Oriente. Perchè viene chiamata città dei mosaici si intuisce subito, molte sono le botteghe che ancora oggi fanno questi bellissimi capolavori. Dalle vetrine vedo uomini e donne che con piccoli pezzi di pietra colorata realizzano lavori molto belli.
Lasciate le chiese ci aggiriamo curiosi per le vie del paese. In centro spunta qualche negozio turistico che lasciamo subito alle spalle per esplorare le vie più vissute. Perdersi con il naso all'insù per queste vie è delizioso. Anche se non c'è un'architettura così particolare o qualcosa di bello come cittadina in sè, trovo madaba molto piacevole per osservare scene di vita quotiana. Ragazze con lo chador colorato e il corano in mano passeggiano per la strada. Ci guardano con un pizzico di curiosità, quanto noi guardiamo loro con altrettanta voglia di conoscere. Chi si accorge delle foto che facciamo accenna un timido sorriso mentre ci passa vicino. Piccoli negozietti che vendono di tutto e soprattutto riparano di tutto. C'è chi di lavoro aggiusta stufe, chi ripara divani, chi vende passamanerie e chi ferramenta.
Fuori dal centro Madaba ha un pò il sapore trasandato delle città mediorientali. Viuzze nelle quali si aprono botteghe raggruppate per mestiere, dove i lavori di sarti e piccoli artigiani, si alternano a negozi di cellulari, biancheria intima fin troppo vistosa o scarpe moderne.
Poi vengono le strade con le piccole pasticcierie, i fornai, le minuscole caffetterie e ristorantini a corridoio dai quali esce musica araba. Finiamo a cena in uno di questi. Veniamo messi nella piccolissima terrazza superiore e serviti con la solita cortesia locale, dopo averci detto l'immancabile: welcome to Jordan!
La scelta del cibo è sempre la stessa hummus, salsa di melanzane e una simile al zaziki greco, carne di montone con verdura, pane e coca cola. Per un totale di 7 jd che poi son diventati 8 perchè il ragazzo mi fa l'occhilino, vorrebbe una foto con me e poi pure un bacio.
Tornando in paese ci fermiamo in uno dei negozietti per turisti dove mi colpisce un signore molto simpatico. Di una sincerità più unica che rara, una trasparenza e una cortesia immense. Da lui ci sono altri stranieri e tutti insieme ci si fa posto per bere una tazza di te che ci prepara il simpatico Joseph. la Giordania non è un paese che produce, commercializza per lo più, perciò non ci sono molti manufatti artigianali da poter comprare. Sono rari perchè viene importato quasi tutto dai paesi vicini, Siria e Terra Santa insieme a Cina e India, che si stan comprando il mondo. Joseph spaventa un pò alcuni turisti quando dice loro che il prodotto che stan guardando è cinese o indiano, ma è onesto. Da lui compriamo due bellissimi copri cuscini ricamati a mano dalle donne che lavorano grazie a lui. E' cristiano e ovviamente in ottimi rapporti con i musulmani, anche se hanno costruito una moschea proprio davanti a casa sua e deve sopportare il muezzin che canta.
ha lavorato per molti anni in Qwait e in Giordania lavorava per una banca. Appena è andato in pensione sua moglie ha preferito vederlo impegnato in qualche attività che a casa a rompere le scatole. Così passa le sue giornata fumando, bevendo te e caffè e penso soprattutto parlando. Chiacchierando con viaggiatori e turisti di tutto, come fa con noi. Scopro che in Giordania l'università la fanno quasi tutti perchè comprendono l'importanza di un istruzione adeguata. Una donna olandese entra con figlia e un signore che credevo una guida locale. Lui è algerino e ha sposato un'olandese, parla in arabo con Joseph poi in inglese così si conversa tutti insieme. Ci da molte informazioni e molte dritte su cosa vedere, quali sono i prezzi giusti ecc. Diciamo che in genere la Giordania non è un paese molto economico, ad esclusione del cibo. Non è neppure in uso contrattare, lo si fa solo se il negoziante spara troppo alto perchè sa che siamo turisti, ma non è la prassi. Sicuramente non ho trovato negozianti insistenti o che vogliono vendere qualcosa, son molto tranquilli. Il te in compagnia passa veloce tra i racconti vari ed il bello è che delle Giordania dobbiamo vedere ancora moltissimo! Mi incuriosiscono le descrizioni del deserto e di Petra.
Joseph ci consiglia di vedere Umm Ar-rasas, città da una lunga storia, menzionata sia dal Vecchio che dal Nuovo Testamento. Anche qui molti mosaici in stile bizantino e rovine di edifici, chies e archi in pietra. La chiesa di Santo Stefano pare il pezzo forte con il pavimento a mosaico più grande della Giordaniache raffigura 15 città della Terra Santa. Dalla città fortificata invece si vede la più alta torre antica della Giordania. Con i suoi 15 metri e una pianta quadrata senza porte e scale interne ancora oggi incuriosisce gli studiosi. Sarebbe bello andare ma domani abbiamo deciso di vedere Um Quaiss e Salt.

Nessun commento:

Posta un commento