sabato 28 agosto 2010

La gloriosa URFA, ovvero Sanliurfa.. Turchia dell'est

07 agosto 2010

Le ore in bus passano veloci tra piccole gentilezze curde e paesaggi. Finita la notte vedo l'alba che irrompe e colora il mondo.
Il cielo sembra quasi soffice a vederlo. Starnutisco e subito uno dei ragazzi seduti davanti a noi si alza, va a prendere un fazzoletto di carta e me lo porge, che gesto dolce. Ogni tanto ci portano il bicchierino d'acqua sigillata e ringraziamo sempre con "teschekur ederim"- tante grazie in turco. Sono quasi imbarazzata per tanta gentilezza ed attenzione nei nostri confronti... e pensare a tutti i pregiudizi che "abbiamo" nei loro confronti, come popolo italiano in generale... non i veri viaggiatori certo, loro sanno che i popoli sono gentili e tutto il mondo è paese.... ma ci sono paesi che più di altri stupiscono per gentilezza ed accoglienza... e il popolo turco è di certo uno di quei popoli così gentili che a volte davvero si resta in imbarazzo... piacevole imbarazzo...
Ennesima sosta la mattina e ennesimo cay offerto insieme ai dolcetti turchi dai nostri compagni di viaggio. Ennesima lavatura di mani con l'acqua di colonia al limone che mi piace tanto. Mi sento meglio che a casa in questo paese! Un vero pashà mentre le mie mani restano linde e profumate, certo più del solito!
La Turchia per ora, Istanbul a parte, l'ho vista solo attraverso il finestrino. Ho visto i panorami cambiare dalla verdeggiante Marmaris alla zona di Urfa così spoglia e arida.
Abbiamo scelto di visitare la zona sud est del paese perchè siamo a caccia di storia e cultura. Una storia che in questa parte del paese risale all’Età della Pietra intorno al 7000 a.C. Da qui sono passate civiltà antichissime come gli urriti dal 2000 a.C. al 1500, gli ittiti dal 1200 a.C. in poi.
Quando ho scoperto poi che avrei visto i due fiumi più storici che potessi ricordare mi sono davvero gasata! Il Tigre e l' Eufrate, nomi che mi riportano sui banchi di scuola! In turco sono il Dicle e il Firat e sono proprio nella zona di Sanliurfa. A scuola le immagini sbiadite non rendevano l'idea della bellezza effettiva di questi posti.
In questa zona poi c'è Harran, l'antica Carre del testamento dove Abramo passò molti anni della sua vita, dove abitava Sara e dove morì il padre di Abramo, villaggio che conserva oggi i resti archeologici antichissimi e le rovine di una delle più grandi Università Islamiche.
Siamo in Mesopotamia e toccheremo Mardin, dove il panorama sulla pianura pare sia il migliore della zona. Non ci faremo mancare il Monte Nemrut, alto 2.150 m. che conserva il santuario funerario del Re Antioco di Commagene, risalente a 2.100 anni fa. Ci sarebbero anche Diyarbakir, ideologica capitale curda, sicuramente interessante da conoscere e Gaziantep, celebre per i pistacchi. La grande diga di Ataturk che offre oltre all'irrigazione spiagge e giochi acquaitici. Di cose da vedere ce ne sono parecchie....

Arriviamo a Urfa alle 15.00. Urfa, cioè SANLIURFA, che significa Gloriosa Urfa, non confondiamoci Ataturk le ha cambiato il nome e da queste parti ne vanno molto fieri..
Accidenti ho i piedi gonfi come due cotechini! Non me ne ero accorta. Devo essere rimasta troppo ferma sul sedile, fa quasi impressione guardarli. Dopo 21 ore di viaggio evidentemente il mio corpo reclama un pò di movimento.
Non facciamo in tempo a prendere i bagagli che un signore curdo ci nota, si avvicina e ci propone la sua guest house per 25 lire turche a notte a persona con colazione e cena, cioè circa 12 euro in due.
Accettiamo immediatamente, le guest house mi ispirano sempre più degli hotel. Lui e la moglie Ferida affittano queste stanze di casa loro. Si chiama Guest House Lizbon Konukevi e si trova proprio fuori dalla cittadella di Urfa. La posizione è comodissima, oggi Urfa conta ben un milione di abitanti ed essere così vicino alla cittadella è comodissimo. Diciamo che l'ambiente è davvero molto spartano. Il bagno è in comune e le stanze molto basic per intenderci. Per chi viaggia molto l'ideale comunque. 
I 45 gradi ed il sole a picco non ci scoraggiano affatto e raggiungiamo la maggior attrattiva di Urfa: la cittadella.
La città nel II millennio a.C. era una delle città dello stato urrita. Prima chiamata Ur, poi Edessa. Una storia lunga quando già città ittita, divenne poi l’Edessa macedone. Si trovava in una posizione geografica strategica, lungo la via della seta e ciò la rense luogo appetibile agli occhi dei conquistatori. essendo meta di pellegrini islamici e quasi unici occidentali, qui, mi è strano pensare che ebbe persino un ruolo fondamentale nella diffusione della religione cristiana nella zona. Per quasi mille anni Urfa fu contesa tra arabi, bizantini, armeni, franchi, selgiuchidi, per essere definitivamente annessa all’impero Ottomano.
Si dice che Abramo naque qui, in una grotta. Oggi questa grotta che si trova all'interno della cittadella è vicino alla moschea Mevlid Halil. E' meta di pellegrinaggio da parte di tutto il mondo islamico, sia Turchi che pellegrini dagli stati vicini. All'interno della cittadella fortificata di epoca crociata tutto è in roccia color miele. Vi è un bel parco verde chiamato Hizir Ibrahim Halilullah con alberi che offono ombra, tantissimi tavolini in cui si beve cay, una fontana dentro un laghetto in cui vanno persino piccole barche in legno. Sulla collina ci sono i resti un castello risalente alle Crociate. Due alte colonne corinzie si ergono fiere verso il cielo dalle rovine e l'ennesima bandiera turca svolazza fiera verso cielo azzurro.
Una piscina sorge vicino alla Moschea di Halil Rahman e contiene le carpe sacre. Le ho amate dal primo momento queste carpe. Sono tantissime, grosse e affamatissime. Non fanno che mangiare tutto il santo giorno! E' proibito pescarle, una volta la pena era la cecità, oggi comunque non sfiderei mai un turco o un curdo toccando le loro carpe sacre, mangiano più di me. Le persone passano il giorno e la notte dando loro da mangiare. Si nota subito la presenza di fedeli del mondo islamico, anche stranieri che vengono qui in pellegrinaggio. Degli ambulanti vendono questi piattini con il mangime e le carpe quasi saltano fuori dalla vasca per mangiare. Lo spettacolo è divertentissimo!
Le carpe sarebbero sacre perchè una leggenda racconta che Abramo, infuriato, distrusse le divinità pagane, recando così offesa all'allora Re Assiro Nemrud I, che decise come punizione per Abramo, quella di bruciarlo vivo nella pubblica piazza. Dio allora trasformò il fuoco in acqua e i carboni in carpe.
Girovaghiamo incuriositi per la cittadella e il suo giardino verde pieno di persone, famiglie e bambini festosi. La vita di urfa è tutta qui, racchiusa nelle mura color miele nel parco verde con la piscina e le moschee. Tutti i bambini parlano inglese e sono molto curiosi di sapere da che paese veniamo e di parlare con noi. Tante persone si avvicinano solo per esercitare il loro inglese e fare due chiacchiere.
Un luogo magico è senz'altro il caravanserraglio della città che fu tappa nella lunghissima via della seta ed ora è pieno di uomini ed anziani che sorseggiano cay giocando a domino. Noto subito che tutti amano farsi fotografare. Addirittura ci danno il loro indirizzo email per spedire poi le foto.
Ci fermiamo all'ombra per gustare un buon cay sotto gli alberi e vicino al laghetto. L'atmosfera è tranquilla e rilassata. La sensazione di pace che si respira qui è immensa.
Ci sono un sacco di persone e tutti girovagano pacatamente per questo delizioso angolo di turchia, così vicino alla Siria. Qui le donne portano tutti dei copricapi colorati e gonne lunghe. Quasi nessuna è vestita in maniera occidentale.
Ci perdiamo per il bazar più autentico che abbia mai visto. Altro che roba per turisti questo si che è vero mercato. Nulla a che vedere con il bazar di Istanbul, qui non ci sono belli ed affascinanti oggetti a catturare l'occhio curioso di turisti o viaggiatori.. qui c'è solo mercanzia locale. La zona del bazar non è grande, ma mi affascina ed ammalia per la sua genuinità e l'atmosfera piacevole e serena.
I prezzi sono molto bassi, ci gustiamo un kebeb arrotolato di pollo per una lira a testa. Solo 0,50 centesimi di euro. Delizioso e continuiamo a girare per queste vie coperte e piene di mercanzie di ogni genere. L'atmosfera è misteriosa, orientaleggiante, colorata e caotica, ma tranquilla e serena. Questa zona è meravigliosa e Urfa in particolare è magnifica, ci starei un mese almeno.
Ecco la Turchia che cercavo. Quella che per me è la Turchia, l’inizio dell’Asia.
Tutta questa zona è un libro di storia, ora arido, senza turisti ma città con nomi come Urfa, Dyarbakir e Van hanno millenni di storia. Tracce dell'antica Roma insieme a resti dell'epoca selgiuchida e Islam convivono da sempre.

Presto sono le sette e rientriamo per la cena nella nostra guest house. Aziz e Ferida ci accolgono sempre con un sorriso e sono il primo assaggio dell'ospitalità curda.
Ci sono altri ragazzi ospiti tedeschi e della repubblica cieca. Si mangia nel cortiletto insieme un cous cous e un piatto a base di melanzane e okra con pomodori. Tutto ottimo e abbondante.
Qualche bicchiere di cay per finire in bellezza e parte la musica curda. Si balla insieme con i nipoti di Aziz e con gli altri ospiti. Si parla di tante cose, del viaggio, del nostro paese. Impariamo qualche vocabolo, ci scambiamo informazioni e giochiamoo tutti insieme a backgammon. Bè i curdi ci stracciano, ma in fondo è il loro gioco, ci sta.
La serata passa veloce e ci divertiamo un sacco, si è proprio questo il viaggio che stiamo cercando. E' piacevole stare in compagnia di altri viaggiatori stranieri e fare quattro chiacchiere...
Una bella doccia e a letto. La stanza è un forno! Che calda questa città.
Settimana scorsa c'erano 52 gradi, accidenti! Per fortuna abbiamo il conidizionatore per far scendere di qualche grado la temperatura.








Urfa - Sanliurfa



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