11 agosto 2010
strade dell'est... cantava Battiato... e ci siamo dentro! Sapore di storia, profumo di antico, polvere secca di passato, immagini di una terra mistica...
Anche oggi la sveglia suona presto, per andare al lago di Van dobbiamo raggiungere DiYarbakir e cambiare. Sarà un viaggio lunghino. Da qui non c'erano bus notturni, fa niente vedremo un pò di panorami strada facendo.
Prendiamo il dolmus, il piccolo pullmino, che dal paese vecchio ci porta alla città nuova. Ci fermiamo nell'agenzia per fare i biglietti. Ci fanno posare i bagagli e sedere con calma. L'autista è già lì e suo tempo partiremo.
L'accoglienza curda è qualcosa su cui possiamo sempre contare e anche questa volta abbiamo l'ennesima prova. Non abbiamo avuto il tempo di fare colazione. L'autista nel minuscolo retro dell'agenzia ha tirato fuori su un tavolino una specie di pane dolce, uva e cay, che non manca di offrirci. Ci fa sedere davanti, in prima fila, nel suo dolmus nuovo e decorato con pizzi che scendono dal tettuccio. Kitch quanto basta con vari pensagli, luci e tappetini....
L'autista, a parte gentile come tutti, è anche un pò marpione. Mentre lascia la mano sul cambio mi tocca la gamba. Guida molto piano per una strada dritta e deserta, credo per il ripetto del limite. Si ferma per far salire o scendere persone in posti apparentemete isolati dal resto del mondo. Ci si ferma anche in una piccola area per bere e andare ai servizi. Ne approfitto per cambiar posto e lasciare Alessio a fianco a lui, va bè può sempre toccare la sua gamba! ; )
Un paio d'ore ci portano a Diyarbakir, capitale curda per eccellenza, almeno ideologicamente. Siamo nella stazione centrale dei bus, l'otogar, un pò fuori dal paese. Della città vediamo quasi nulla.... dalle poche immagini è chiaro che l'epoca di splendore è finita da un pezzo..
Ci sono tante agenzie che fanno i biglietti e qualche negozietto. Facilmente troviamo un bus che parte oggi tra un'oretta e mezza e facciamo subito i biglietti. Sarebbe stato senz'altro interessante vedere Diyarbakir ma non ne abbiamo il tempo. Mangiamo qualcosa in un baretto vicino e telefoniamo a casa da un bar che ha una grossa tenda improvvisata....
Qualche bambino gironzola con una bilancia e fazzoletti di carta che cerca di vendere. Sono i primi che vedo vendere qualcosa. Non sono nemmeno insistenti, ma qui siamo gli unici stranieri e attiriamo l'attenzione, così in poco tempo siamo circondati da questo gruppetto di maschietti. Tutti mi dicono che ho degli occhiali da vista enormi e ridono. Devono trovarmi buffa, oddio pure in Italia ridono per i miei occhiali. Provano un paio di volte a chiedere se vogliamo i fazzoletti, ma poi non insistono. Siccome se ne stanno lì a giocherellare intorno finiamo per dar loro i pastelli che abbiamo portato, apposta per qualche bambino. Felici ringraziano e ci chiedono i nostri nomi. Ci chiedono a gesti se siamo sposati o qualcosa del genere. Su una mattonella ci scrivono: Alesyo (poi disegnano un cuore trafitto) e scrivono accanto Dyana. Che teneri....
Ci ripariamo un pò all'ombra nell'agenzia. Anche se tra gli adulti non c'è nessuno che parla inglese cercano di aprire un dialogo. Come al solito parlano in turco e ci fanno domande, eh.. noi diamo la solita risposta: Italia, e loro ripetono "Ah, Italia". Come mi aspettavo continuano a fare domande allora ci alziamo verso la cartina e ripetiamo i paesi in cui siamo stati "Urfa, Harran, Nemrut Dagi, Mardin" .. "van". a gesti si cerca di comunicare. Fa piacere vedere che tutti ci sorridono allegri e a loro modo ci fanno sentire accolti con grande affetto...
Una delle cose strane in Turchia sono le fermate. Non si sa mai dove ti portano a prendere il bus!!!
Poi a volte sono compresi altri tratti in bus, alle volte no, vedremo questa volta dove si va.
Radunano i passeggeri che vanno verso Van. Prendiamo le valigie e immagino che il bus sia appena arrivato o quanto meno stia per arrivare. Invece no, tutti in fila seguiamo il ragazzo dell'agenzia che cammina cammina. Attraversa la strada e tutto un campo, noi dietro con le valigie muti e in fila. Si cammina anche sui binari del treno. Arriviamo al ciglio della strada e ci fa aspettare sotto l'ombra degli alberi, su una via molto grande e trafficata......
Dopo qualche minuto ecco il bus, attraversiamo la strada e ci fa salire. Sono le 13.00, arriveremo per le 21.00, sono 8 ore di trasferimento.
A bordo come al solito c'è il ragazzo che distribuisce bevande. Siccome siamo in periodo di ramadam, non passa, ma bisogna chiedere visto che anziani, bambini e malati sono esonerati.
Vedo che a parte noi tutti rispettano il digiuno. Solo ad un'anziana signora è fatta eccezione, non sembra molto in forma, tra l'altro.
Le strade sono sempre in buono stato. Le stanno rifacendo tutte a due corsie. Verso il lago troviamo qualche deviazione in corso, ma nulla che ci faccia rallentare troppo. Stiamo andando verso le montagne e la strada che segue un bel fiume sale lentamente.
E' bello avere la possibilità di osservare il panorama che cambia. Ci si ferma in diverse aree per cambiare autista e andare ai servizi. Qui mi accorgo che la zona è molto religiosa e conservatrice. Appena entro in bagno vengo sgridata da una donna che tocca con vigore le mie braccia, nude, e che grida Ramazan tra le altre parole turche. La guardo un pò stupita, va bè ho scarpe da tennis e la gonna fino a piedi. Ho appena le maniche corte. Le altre donne non sembrano solidali, mi guardano come fossi un alieno. Solo una ride e dice alla signora che sono una turista. va bè ma sono Cristiana Cattolica, che centra il turismo, potevo essere anche musulmana, induista o atea. Esco che mi sento gli occhi addosso. Le donne sono super coperte e mi sembra che così do troppo nell'occhio. Gli uomini del bar stanno lavando le sedie nella fontana. Entiamo a comprare qualcosa da sgranocchiare nel negozietto a fianco e risaliamo in bus. Strani rotoli di noci e miele, o qualcosa che somiglia. Questa è l'unica volta in cui ricevo un'osservazione, ma siamo in pieno curdistan tra le montagne e ce da capire il contesto..
Ripartiamo...i panorami sono piacevoli tra le montagne dai colori caldi e le forme soffici. Presto arriviamo a costeggiare il lago. L'altezza è sui 1.700 metri ed intorno solo montagne.
La prima vista del lago sembra un miraggio. All'ora del tramonto i colori si accendono e le acque azzurrine hanno mille riflessi.
Appena sono le 19.30 quasi il conducente inchioda davanti a un ristorante sul lago perchè è finito il ramadam. Si scende nell'euforia generale e mangiamo anche noi. Siamo serviti alla velocità della luce. Insalata, un piatto di carne a testa, formaggio locale, immancabile cay, acqua e ayran per pasteggiare. Sto diventando curda!
Il viaggio prosegue tra tratti collinari e strada lacustre. C'è ancora un pò di strada da fare. A primo acchitto sembra un posto incantevole. Son felice di essere arrivata qui. Nel campi intorno tante mucche, capre e pecore. Intuisco che il cibo sarà buono.
Arriviamo alla città di Van alle 21.00 e prendiamo il primo hotel che troviamo. E' un bell'hotel davvero, Hotel Yakurt. La doppia costa 45,00 euro, il prezzo è buono, la camera è tripla, spaziosa e molto bella. La posizione è centrale. Dopo Mardin mi sembra un lusso sfrenato!
Senza perdere tempo ci docciamo, lasciamo le valigie e facciamo un giro per le strade della città. C'è un sacco di gente in giro, forse anche per il ramazan visto ch mangiano di notte e non durante il giorno. La città ha una lunga strada principale, con mille negozi e bar illuminati. Nelle vie che la tagliano lateralmente sembra tutta un'altra storia. A primo sguardo sembra che la via principale sia quasi tutto quel che c'è. Facciamo solo una passeggiata. Io mi gusto un gelato, sempre buono. Ci fermiamo in uno dei parchi con servizo bar. Camerieri con vassoi di cay che passano in continuazione tra le panche e i cespugli di rose. E' un angolino di pace molto carino.
Andiamo a nanna presto, dopo aver trovato il bus che domani ci porta sul lago per vedere l'isola di Akdamar!
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