09 agosto 2011 Bursa
Lasciare Iznik in questa bella mattina di sole mi spiace un po'. L'atmosfera è davvero piacevole e rilassata in questa piccola cittadina turca lacustre. Per le strade baciate da un timido sole mattutino non c'è nessuno in giro. Dopo la colazione in hotel, paghiamo il conto e usciamo per andare a Bursa. Dalle 7,30 del mattino alle 20,00 ogni ora un bus parte dall'otogar di Iznik e in un'ora e mezza si arriva a destinazione. Compro un po' delle ottime ciliegie del fruttivendolo e alcune banane. Dall'hotel a piedi arriviamo alla stazione dei bus, che non è lontana.
La città di Bursa, è l'antica Prusa e si trova a sud-est della Regione del Mar di Marmara, alle falde del Monte Uludag (Monte Olimpo della Misia, alta 2.443 m.)
Il nome lo deve al suo fondatore, il re di Prusia della Bitinia. In seguito cadde sotto le leggi romane, prima di diventare la prima capitale dell’Impero Ottomano, ai tempi di Osman Bey nel 1326.
Oggi siamo nella Bursa celebre per il suo commercio della seta, la sua fabbrica di asciugamani, le sue sorgenti termali e la produzione di auto. Da provare c'è “ll Kebap di Alessandro” (Iskender Kebap), invenzione locale di pane, salsa di pomodori, pezzetti di carne arrosto, del burro fuso e dello yogurt . Un’altra specialità sono i marroni canditi (Kestane Tatlisi). Noi abbiamo provato solo i marroni canditi con il cioccolato. Sono un pò diversi dai nostri marron glacè.
Bursa è una città molto moderna e industrializzata, sede della Fiat e della Renault. Sinceramente non ho trovato quel fascino di cui avevo letto, per me è troppo modernizzata. Con questo non voglio dire che sia una brutta città ma l'atmosfera non era quella che mi immaginavo. Di certo le moschee sono belle e una giornata si spende volentieri nella zona antica e la nostra esperienza è stata comunque speciale.
Scesi da bus cerchiamo subito un hotel economico, chiediamo ad alcuni ragazzi che ci spiegano un po' dove andare. Ne troviamo uno, si chiama Lal Hotel a 50 tl ( 20 € in due) la doppia con bagno all'esterno. Accettiamo. Luce verde in un salottino chick quanto basta, la stanza è molto basic ma a noi va bene così.
Lasciati i bagagli usciamo subito a fare un giro. Tanta gente per le vie del centro pieno di negozi e attività commerciali. Via vai di bus e auto tra i pedoni. Chiediamo ad una donna con lo chador dove si trova la moschea Emir Sultan Camii visto che non abbiamo una mappa della città. Lei gentile pur non parlando inglese ci invita a seguirla, ci paga il biglietto del bus e ci porta alla Moschea. Sotto questo sole chador e cappottino devono essere insopportabili, non la invidio! Entriamo in questa bella Moschea che si trova in una zona rialzata dalla quale si gode di una bella vista della città in mezzo c'è una fontana e i portici tutti intorno. Io entro con la signora nella stanza riservata alle donne. Mi tolgo le scarpe, mi copro il capo con un foulard e i polpacci con una delle gonne disponibili all'entrata. Molti i corani a disposizione, bella la vista della città dai finestroni ed i tappeti. In una stanza più piccola ci sono tre tombe bardate con tessuti verdi e scritte oro. E' il momento della preghiera, tutte insieme le donne compiono gli stessi movimenti mentre il muezzin canta. E' suggestivo in questo silenzio assoluto rotto solo dalle lodi ad Allah. Usciti di nuovo nell'atrio centrale chiede il permesso per farmi entrare nella zona degli uomini. Acconsentono volentieri e il muezzin si ferma a parlare un po' con noi anche se conosce solo qualche parola di tedesco. Anche delle donne si fermano a parlare, ci chiedono di dove siamo e chissà che altro visto che parlano solo il turco. Sempre a piedi andiamo con la gentile signora all'altra moschea lì vicino che purtroppo è in restauro. E' la Moschea Verde (Yeşil Camii) costruita del 1424, particolare perchè testimonia la nuova estetica ottomana, che fa seguito a quella selciuchida. Particolarmente bello è il portale scolpito in marmo e una delle particolarità è la presenza di balconi, perchè era un palazzo. Dicono sia l'unico esempio al mondo di moschea con balconi all'esterno. Un ragazzo turco che parla italiano ci nota e ci fa entrare ugualmente dandoci qualche piccola spiegazione.
Lo ringraziamo e passiamo più tardi a salutarlo nel suo negozio di ceramiche. La signora ci lascia e ci saluta calorosamente, prima di tornare ai suoi impegni. Il ragazzo turco ci porta, con altri italiani trovati lì a vedere la mensa dei poveri dove la sera distribuiscono cibo gratuito per i più bisognosi. La struttura è davvero bellissima, credo sia sempre della stessa epoca delle moschee, se non ricordo male era un caravanserraglio.
Entriamo anche nel così detto Mausoleo Verde (Yeşil Türbe). Il suo estero è ricoperto da ceramiche azzurro acqua molto belle e le decorazioni blu e oro sono davvero raffinate. Al suo interno vi è la tomba del Sultano Mehmet I, sempre ricoperta dalle belle mattonelle di ceramica azzurra. C'è anche una scuola Coranica che fa sempre parte di questo complesso architettonico.
A piedi torniamo nella zona del centro per vedere la grande Moschea Ulu Cami, nel pieno centro commerciale della città, accanto al bazar coperto "Bedesten" e ai bazar dei produttori di seta (Koza Han). Anche qui tolgo le scarpe e mi copro per entrare. Una grande fontana si trova al centro della parte coperta, sotto la cupola più grande. E' stata costruita alla fine del 14° secolo, prima della classica architettura ottomana. Il suo pulpito interno è considerato un capolavoro sulla lavorazione del legno, ed in effetti è davvero bello.
Usciti iniziamo a girovagare senza meta per il nostro posto preferito: il bazar!
Passeggiamo un po' per il Mercato coperto (Kapali Carsi) dove ogni via è specializzata nella vendita di qualche cosa. Uscendo ci perdiamo per il labirintico reticolo di viuzze piene di negozi e mercanti.
Arrivati nella zona dei fruttivendoli ci prendiamo albicocche e pesche, con frutta secca varia da mangiare. Proseguendo compro delle belle tazzine con metallo lavorato e tanto di coperchietto. Vendono delle cose bellissime! Comprerei tutto.
La giornata passa così tra te che ci fermiamo a bere e bancarelle e negozietti che restiamo a spulciare in cerca di qualche occasione.
Quando arrivano le otto e mezza circa il muezzin inizia a cantare e allora come tutti ci fiondiamo in uno dei tanti ristorantini. Insalata turca e zuppa di lenticchie per me, kebab con verdure per Ale. Totale prezzo le solite 6 euro in due.
Dopo una bella doccia nel nostro hotel mica tanto bello, usciamo per fare quattro passi. Finiamo per caso nel caravanserraglio a bere. Si chiama Emir Han ed è un caravanserraglio usato dagli agenti di vendita che trattano la seta. L'allevamento dei bachi è ancor oggi un lavoro che viene praticato a domicilio. Gli abitanti li acquistano presso le loro cooperative, se li portano a casa e li allevano nutrendoli con foglie di gelso. Si trova vicino all'ingresso orientale del Bedesten. Illuminato la sera è molto carino e rilassante anche se la luce verde che punta sull'albero è discutibile. Restiamo a bere cay e a giocare a backgammon, mentre vinco ancora contro Alessio, troppo brava!
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