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martedì 7 aprile 2020



28 Luglio 2019


E' l'inizio del viaggio estivo del 2019, il giro turco passando da casa e dalla Grecia. Un giro strano ma divertente.
Volo da Parigi a Milano dove faccio sosta dalla mia famiglia, da Milano a Rodi dove stiamo una paio di giorni e traghetto da Rodi per entrare in Turchia a Fethiye.
Non è certamente un itinerario classico o furbo per arrivare fino a qui, ma piuttosto un girovagare per il mediterraneo.
Lasciata la Grecia dei cavalieri di Rodi tutta di pietra gialla ecco la costa turca apparire davanti ai nostri occhi con le sue colline verdeggianti e le sue baie ricche di storia e minareti sfavillanti nella luce accecante del giorno.

la baia di Fethiye Turchia

Il viaggio dura un paio d'ore e resto dietro con il vento tra i capelli e gli schizzi delle onde ad osservare le onde e la cicatrice bianca lasciata dalla nostra barca.
Il traghetto entra lentamente nella grande baia disseminata da isolotti, esco per ammirare da vicino i primi profili.
La Turchia è sempre una buona idea, mi dico, man mano che ci avviciniamo al porto.
Fethiye mi accoglie con un miracolo, nonostante abbiamo un problema con i passaporti alla fine la dogana ci da una pacca sulla spalla e ci fa passare con un sorriso dopo averci trattenuto una mezz'oretta in pena soli in sala di attesa. Si perché la foto si era bagnata e non era visibile,sono stati clementi, molto.
Avevo scelto di arrivare a Fethiye dal momento che negli altri viaggi ero passata per Bodrum e Marmaris ma non in questa zona famosa per il mare le gite in caicco.
La penisola di Fethiye sembra insolitamente ricca di vegetazione arrivando dalla Grecia arida e secca, mi stupiscono subito i colori verdi e azzurri come quelli dei nostri laghi.
Da Fethiye che pare avvolta in una nuvola di luce e di colori è ideale spostarsi nei dintorni che hanno davvero tanto da svelare agli occhi curiosi e assetati di storia e bellezze naturali come i miei.
Fethiye era niente di meno che l'antica Telmessos, la città più importante delle Licia che visse un periodo di massimo splendore sotto romani e bizantini. Era un famoso centro di divinazione dedicato ad Apollo.
Nel 1958 un terremoto violento rase al suolo la città risparmiandone solo il sito archeologico e la parte più vecchia.

Fethiye oggi è una città abbastanza grande che esploro per la prima volta, dopo aver rapidamente lasciato le valige al grazioso Cam hotel, in cui abbiamo prenotato per la notte per soli una trentina di euro in due.
Da li ce la facciamo a piedi fino in centro, come suggerito dalla gentile ragazza che ci accoglie, marciamo cosi fino al lungomare che non dista molto e che percorriamo totalmente fino ad incrociare la marina con le barchette ormeggiate ed il vecchio centro storico.
La passeggiata che costeggia il mare è un viale lungo delimitato da verdi aiuole da un lato e dal mare dall'altro, in perfetto stile turco, in un susseguirsi di taverne, baretti, lanterne e ristorantini con mille tavoli colorati in mille stili differenti ma sempre belli e di buon gusto.
Una passeggiata piacevole e tipica in un'atmosfera veracemente turca che apprezzo molto.
Ci sono ristoranti davvero belli, moderni e curati nei dettagli, il cibo sembra ottimo e all'altezza della reputazione guadagnatasi.

Arrivati alla marina si apre davanti ai nostri occhi la fila di caicchi turchi in legno affiancati da yacht bellissimi che offrono le classiche gite in mare verso le baie e le isole dei paraggi.
Optiamo per il giro delle 12 isole di Gocek che prenotiamo per dopodomani a dieci euro a testa compreso pranzo, per la prima proverò i famosi caicchi locali e nuoteremo nelle acque delle isolette turche.
I caicchi sono fatti artigianalmente in legno in varie dimensioni e stili.
Alla marina giro per il mercatino di artigianato locale e cammino per il viale osservando le barche molto belle che fiere sostano nell'acqua placida del bacino.





Fethiye



Dalla marina raggiungiamo la downtown ovvero la parte storica della città, quella che viene chiamata old town, un dedalo di vie coperte e non, abbellita da ombrelli colorati, pergolati, lampade.
La zona del centro sembra un grande bazar pieno zeppo di colori e merci, negozi curati, decorazioni sgargianti, venditori abili e loquaci, taverne all'aperto nelle piazzette sotto gli alberi.
Il centro è tutto pedonale, pulito, una tipica città turca carina a tratti moderna, a tratti ottomana, a tratti antica a tratti turistica ma sempre piacevole e vivace.
Cammino osservando i vecchi tappeti esposti, le ampie poltrone di vimini, i narghilè dolciastri, piccoli fumanti bicchieri di te, bandiere turche qua e là tra la folla che curiosa osserva oggeti d'artigianato misti a paccottiglia, migliaia di vestiti e borse. Spezie a mucchietti, fili di peperoncini essiccati, negozi di parrucchieri sgualciti, tavolini sotto alberi e file di lampadine che iniziano ad illuminarsi.

Il passato lo si ammira incrociando con lo sguardo incrociando la grande Tomba di Amintas scavata nella parte rocciosa della montagna, simbolo della città e affascinante resto che come idea ricorda un po quelle dei nabatei di Petra.
Dietro al molo intravedo l' antico teatro romano  eredità di un vecchio passato.
Un antico bagno turco a 14 cupole chiamato Fethiye hamami è in uso ancora oggi ed è un vero viaggio nel tempo tra gocce di vapore e secchi di acqua fredda, interni in marmo e massaggi con il telo bianco pieno di spugna.
La vita la sera è abbastanza movimentata e approfittiamo subito per cenare vista la gran fame.




Fethiye by night

Il cibo è dappertutto ottimo e a buon prezzo, uno dei must è cena a base di pesce fresco al mercato “Balık Pazarı” che ospita molte taverne di cucina locale che cucinano il pesce che viene acquistato al mercato.
Nella vecchia città o sul lungomare restano ottime alternative, c'è solo l'imbarazzo della scelta. Il cibo è ovunque genuino e vario.
Noi optiamo per la parte vecchia della città con melanzane ripiene, patate al forno e erbe aromatiche, rizo pilav, ayran da bere e pide in uno di quei deliziosi posticini con le teglie di cibo cucinato in cui si puo' scegliere guardando direttamente il cibo che è una cosa che adoro, le forme e i profumi mi fanno già capire cosa mi piace provare.
Capisco che la cucina è buona dai vecchietti turchi seduti fuori che giocano a carte e bevono cay.
Andiamo via solo quando chiude i battenti e restiamo gli unici clienti.

Passiamo la serata passeggiando sul grande viale che costeggia il mare tra ristoranti e baretti illuminati nella notte, tavolini a ridosso del mare sulla sabbia e lampade.
Mi fermo in uno dei tanti caffeucci, mi gusto un cay mentre musica turca in riva al mare coccola le nostre menti.
Le donne turche di questa zona sono quasi tutte in minigonna o vestite all'occidentale, quelle meno giovani a volte portano i velo in testa e sono tutte insieme ad affollare i tavolini, i venditori di gelati e le panchine vista mare. Si respira aria di libertà e di benessere, un'aria un po anni ottanta dove il divertimento era spensierato, semplice e alla portata di tutti.
Belle ville, bei palazzi, belle macchine e belle palazzine, sembra che la vita qui sia ottima e per noi ancora a buon mercato, non mancano pensionati europei che si sono trasferiti stabilmente.
Il bello della serata sta nelle cose semplici, in un bicchiere in riva al mare tra le lucine e le chiacchiere.







29 Luglio 2019

Mi sveglio dopo la prima notte turca di questa vacanza nel nostro intimo albergo con piscina e le punte dei minareti bianchi in vista oltre il muro. La colazione è a buffet e ricca di frutta, pomodori, olive, formaggi, cetrioli, anguria, miele, pane, te e caffè a volontà.
Mi godo i prodotti locali freschi e saporiti, quelli ancora maturati al sole insieme ad una bella tazza di te turco bello intenso su un tavolino a bordo piscina.
Mi godo per un attimo la piscina fresca prima di iniziare una giornata piena. Questo angolino è davvero delizioso e rilassante, mi fa sentire a casa.
La zona è fatta da tante ville con piscine e piccoli giardini una accanto all'altra, con personale gentile e accogliente, ottima e abbondate colazione a un prezzo ragionevole.
Oleandri dai fiori rosa e alberi di melograno abbelliscono la parte esterna insieme ad un grande divano in perfetto stile turco fatto di cuscinoni vicino alla piscina.




Dopo aver passato la giornata di oggi nella vicina laguna di Oludeniz ritorniamo a Fethiye nel pomeriggio per termiare la giornata e passiamo un po di tempo alla spiaggia di Çalış.
E’ la spiaggia più famosa di Fethiye, insieme a Karagözler, si trova all'estremià dalla città verso nord.
Carina per un giretto e una nuotata, non certo indimenticabile, qui più che altro fanno surf visto il vento forte.
Fethiye la trovo carina e ideale soprattutto come base per esplorare i dintorni come il Canyon, le baie vicine tipo quella delle farfalle, il fiume di Daylan con le tombe, la laguna di Oludeniz.
Per solo sette lire turche potremmo visitare l'antica città di Telmessos con le rovine ma il tempo stringe.
Kabak a venti minuti da qui è un bellissimo villaggio di montagna panoramico con una spiaggia ai suoi piedi che offre scorci bellissimi e la possibilità di dormire con vista panoramica e di scoprire una spiaggia più intima.

Passiamo un fiume con un ponticello e beviamo un cay da un baretto improvvisato in perfetto stile turco pieno di teiere e tavolini con stoffe colorate.
La zona della spiaggia Çalış è carina con i baretti e le taverne alle spalle, la lunga passeggiata, le bancarelle di cibo da strada.
Ci si arriva anche con il pullmino, la spiaggia è ghiaiosa e ventilata, il mare non è male anche se baie piu nascoste hanno maggiore fascino.
Il momento migliore è il tramonto che con i suoi toni rosso fuoco regala emozioni a ritmo di musica turca dal vivo e narghilè.







Fethiye Spiaggia Çalış beach




fethiye Calis beach










merenda turca, gozleme una specie di piadina fatta a mano.






Per cena ci fermiamo in un ristorantino sul lungomare prendendo zucchine ripiene, ottime melanzane grigliate, insalata, una lasagna turca locale particolare.






dove apart hotel Fethiye













BODRUM in Turchia, nell'antica Alicarnasso

Bodrum

Bodrum è la città che Omero ribattezzo come “paradiso dell’eterno azzurro” e che venne fondata su Alicarnasso, punto di incontro delle Civiltà della Grecia e dell’Anatolia.
Certamente l'azzurro del cielo e del mare Egeo in mille sfumature di blu come nelle sue baie, penso, mentre osservo le colline puntellate da casette bianche e le insenature blu intenso che si aprono mentre un taxi ci porta in centro storico.
Bodrum sono le case in calce bianche con dettagli dai colori forti come i gerani rossi, stretti vicoli lastricati, fiori colorati appesi, il bazar con i teli bianchi che fanno ombra, le finestre in legno dai colori carichi, le vecchie mura tra i dedali della città.
Ha qualcosa che mi ricorda le Grecia visto il bianco abbagliante delle case con le finestre con le imposte in legno azzurre o rosso fuoco, ha allo stesso tempo le decorazioni tipiche della Turchia con gli occhi blu appesi ovunque, gli ombrelli colorati tra le vie, i bicchierini di cay sui tavolini e le tazzine ottomane miste a qualcosa di arabo girando per le vie del bazar coperto da teli bianchi e pieno di merce.
Bodrum è bella come una tipica città di mare del mediterraneo, viva e colorata, vivace e allo stesso tempo tranquilla, ricca di gente, di merce, di barche, di baie, di cibo, di fiori.
Un'elegante marina fatta di yacht bianchi abbaglianti nel mare della baia appare tra i raggi del sole.
La storia di Bodrum ha più di 5.000 anni, venne fondata dai Dori e i reperti archeologici rimasti fino a oggi appartenenti a diverse civiltà ci ricordano che fu la patria degli dei.

All'inizio del quindicesimo secolo i cavalieri della vicina isola di Rodi edificarono sopra l’antica cittadella esistente quello che oggi si chiama il Castello di San Pietro da cui deriva il nome dell’attuale Bodrum. Mura di pietra sul mare che si vedono dalla spiaggia e danno un tocco di bellezze di storia.
Inizialmente Bodrum inizio a svilupparsi garanzie al commercio delle pugne e come paesino di pescatori quando nel 1522 l'impero ottomano entro a Rodi e, dopo diversi mesi di assedio, il Sultano prese per sè tutti i possedimenti lasciando liberi di scappare gli abitanti dell'isola greca verso la vicina Bodrum.
Da paesino di pescatori ha saputo crescere senza perdere la sua piacevole anima fatta di mare, luce , colore, tradizione e modernità.
Oggi mercatini sul lungomare vendono ancora spugne e conchiglie, oggetti artigianali e colorati.





Bodrum



Bodrum era Alicarnasso nell'antichità ovvero la colonia più importante della Caria, una città greca antica situata in Asia Minore famosa per il suo mausoleo considerato una delle sette meraviglie del mondo sia per la bellezza delle decorazioni che per le grandi dimensioni.
Un maestoso edificio di quarantun metri sormontato da un tempio di trentasei colonne, una piramide a scalini che era la tomba monumentale del Re Mausolo fatto realizzare dalla moglie sorella, di cui oggi purtroppo ne vediamo solo i resti delle fondamenta.
I resti dei cavalli che si trovavano alla sommità della tomba e alcune statue sono conservati oggi al British Museum di Londra.
All'epoca sorgeva sulla collina sopra al porto e incantava ogni viaggiatore, era il 353 a C e doveva essere qualcosa di unico, pare che un sisma lo distrusse verso tra il milleduecento e il millequattrocento che peccato.

Poggiamo i piedi su una terra profondamente greca ma anche multietinica per la sua ricca storia, di personaggi e avvenimenti, di culture diversissime che si sono susseguite.
A causa della sua posizione strategica nell'Egeo fu persiana, romana, bizantina, cristiana, selgiuchida, musulmana e persino italiana.
Forse la forza, la storia e persino il suo fascino dipendono tutte dall'Egeo.

Qui nacque Dionigi, ma soprattutto Erodoto il padre della storia e Artemisia I, la prima donna ammiraglio della storia. Alicarnasso nel VI secolo a.C. fu sotto la dominazione della Lidia e poi della Persia, per poi diventare nel 353 a.C. capitale della Caria.
La Caria in seguito al regno di Alessandro Magno passò sotto il dominio dei Seleuci e in seguito nel 190 a.C. dei Romani, quando l’Impero Romano nel 395 si divise poi, passò il potere di Bisanzio.
Venne elevata a Episcopato nel 324 quando il Cristianesimo divenne religione ufficiale fino a quando nel 1071 venne conquistata dai Selgiuchidi, per poi passare in mano ai Cavalieri di San Giovanni.
Nel 1523 Bodrum entrò a far parte dell’Impero Ottomano quando il Sultano Solimano il Magnifico, conquisto la vicina isola di Rodi.
Alla fine della Prima Guerra Mondiale venne occupata da noi Italiani fino a quando nel 1.921 cadde in mano turca.














La Bodrum di oggi è una bella città, al contrario di Marmaris o Kusadasi che non mi hanno entusiasmata, trovo che sia piacevole per passare qualche giorno di mare durante un viaggio in Turchia che è un paese cosi vasto che si presta a un sacco di itinerari.
E' la mia quarta volta in questo paese e c'è ancora un sacco da vedere, tra mare, siti archeologici, natura, terme, montagne.
A Bodrum abbiamo passato una notte mentre salivamo la costa turca verso Alcati e due notti prima di prendere il battello per Rodi, si è rivelata un 'ottima scelta come base in una piccola pensione a ridosso del mare.

La prima cosa che facciamo a Bodrum è girare per le vie del centro storico. La zona della città vecchia di Bodrum è bella, caratteristica, tutta di colore chiaro con vicoli lastricati che sbucano verso il mare blu dall'arteria centrale ricoperta da stoffe bianche che danno una nota araba all'atmosfera.
Mille negozietti si aprono sui vicoli tra tappeti, spugne di mare, gioielli e molti vestiti e borse di moda, occhi turchi di ogni dimensione, pasticcerie con dolci strepitosi sapientemente esposti.
Giganteschi kebap con verdure inserite tra le carni sono tipici della città, insieme ad altri piatti mediterranei a base di melanzane, pomodori, riso e altro.
Camminiamo tra i vicoli più nascosti in cerca di dettagli, osservando le case, le finestre, le belle boutique.
La zona vecchia è un grande bazar in cui oggetti anche di straordinaria bellezza riempiono i negozietti graziosi che si susseguono tra un caffè e l'altro.
Ci fermiamo in uno dei baretti in riva al mare con tavolini sulla spiaggia e ombrelloni bianchi per prendere un frappè e un dolcetto.










A Bodrum si fa vita da mare in spiaggia o in una delle baie della penisola, meglio se con i classici caicchi in legno verso baie incontaminate.
Si cammina nel bazar in cerca di oggetti meravigliosi di ogni tipo, si beve in uno dei tavolini in riva la mare, si passeggia nella marina piena di yatch per tutta la passeggiata del lungomare.
Al Bodrum gold center i migliori oggetti d'oro fatti dagli artigiani turchi più rinomati brillano in tutto il loro splendore.
Ma soprattutto a Bodrum si mangia visto che il cibo è pazzesco, sia dolce che salato.
Per i dolci non ci si può perdere assolutamente la piccola pasticceria locale Yunuslar Karadeniz Unlu Mamulleri sulla via principale con le torte, dossert a cucchiaio e dolci di ogni genere.
C'è una varietà pazzesca di dolci tutti a provare e uno piu buono dell'altro. Fornai da oltre 120 anni vi stupiranno ad ogni morso.




Mendirek cafè nella grande via Carsi Mahallesi è uno dei miei posti preferiti a Bodrum, tavolini sul mare con ombrelloni blu a ridosso della spiaggetta dove bere o mangiare qualcosa a libero servizio mentre vado avanti e indietro nel mare, come dimenticare la bevanda di Bodrum al mandarino, il caffè turco con il locum ed i cay bevuto qui sia di giorno che la notte fino a tardi.
Ce n'è uno uguale vicino al porto dove attraccano le navi per la Grecia e anche nel villaggio di Gumusluk, ha prezzi popolari perciò molto frequentato dai turchi.






Mendirek cafè







Il cibo di Bodrum è davvero eccellente e vario, come ogni città di mare offre molto pesce ma anche molte verdure e piatti influenzati da diverse culture.
La colazione tipica è fatta di anguria, miele, pomodori, cetrioli, formaggi locali e marmellate fatte in casa, pane ricoperto di sesamo e yogurt.
Ma anche il nenemen è tipico un tegame con uova cucinate con pomodoro, formaggio, peperoni e funghi.

Piatti di kebap eccellente, melanzane ripiene, le insalate fresche, le polpette di agnello con lo yogurt, il manti tipico raviolo turco,








































TURCHIA Ayvalik e Cunda island




04 Agosto 2019


Ad Ayvalik ci arrivo in bus da Bodrum, ben 383 chilometri di costa percorsi sul minivan tra colline verdi e lagune azzurre.
Dopo aver osservato per sette ore il panorama che cambia dai finestrini arrivo alla stazione centrale di Ayvalik che si trova come di consueto fuori dal paese.
Il nulla e il silenzio nel sole, lasciata la vivacità di Bodrum sembra di essere fuori dal mondo tra campi giallini di erba secca, grano e distese immense di ulivi scossi dal venticello marittimo.
Anche la stazione è ben diversa dalle solite caotiche e colorate stazioni turche, dopo qualche minuto prendo un piccolo bus che mi condurrà in centro, non avendo ancora molta idea di cosa possa trovare.
Dai finestrini passa il primo panorama di Ayvalik nettamente differente dalle colline raffinate a cubi bianchi delle baie Bodrum.
Tutto appare intatto e naturale, calmo e genuino come gli isolotti sinuosi e le colline verdeggianti che sorgono dal mare blu e appaiono come miraggi in questo silenzio estivo.

Passiamo dal famoso bevedere Şeytan Sofrası che significa Tavola del Diavolo, niente di meno che un piazzale su un'altura di pini e ulivi che sorge su un antico cumulo lavico che sembra un tavolo tondo.
Ecco perché si chiama tavola. In una gabbia in ferro con pezzetti di stoffa rosso fuoco intravedo una grande impronta, che per la leggenda pare appartenga al diavolo.
La vista panoramica è quello che da magia a questo luogo, molto bella perché abbraccia tutte le isole dell'arcipelago di Ayvalik, chiazze di azzurro blu tra la macchia mediterranea.
Qui è da non perdere una foto che abbraccia tutta la baia ed il tramonto con cena dal ristorante panoramico.




sul lungomare di Ayvalik


Arrivata in centro scendo a caso appena intravedo il blu del mare e passeggio sul lungo mare fatto da baretti, palme luccicanti, taverne di pesce e una fila di caicchi che offrono gite giornaliere verso le isole vicine.
Sembra di essere quasi sul continente greco, in un cittadina calma calma.
La bellezza di questo luogo non colpisce a prima vista ma va guadagnata girando per le stradine vecchie e soprattutto salpando il mare azzurro il veor punto forte dell'arcipelago.
Lo charm di Ayvalik non è tanto il suo paesino decadente di chiese, moschee e palazzi sbucciati, ma le 23 isolette incontaminate che formano l'arcipelago.
E soprattutto le famose gite giornaliere in caicco, che seguono diversi itinerari e sono tutte interessanti per la barriera corallina sui fondali, per i pesci e per la calma delle sue baie solitarie.
Con una decina di euro si passa la giornata in barca alla scoperta delle baie migliori pranzo incluso.

Cunda island è la più famosa e anche la più vicina, è quella abitata e considerata il prolungamento del paese tanto da essere collegata da un ponte, percio raggiungibile sia via barca o pullmino dolmus, è considerata proprio per la sua vicinanza parte di Ayvalik.
E' certamente la parte più bella, colorata e caratteristica con i caffè sul mare, i ristorantini nelle brache ancorate al porto, le finestre in legno colorate, i mulini a vento in pietra, i campi di ulivi, i mille tavolini colorati disseminati per le vie del centro, le case in pietra rosa violaceo.






Ayvalik è una località di mare turca particolare, è slow travel, viaggio lento e fuori dal turismo internazionale, vedo solo turchi delle zone limitrofe che popolano le viette.
Bancarelle con oggetti artigianali originali sembrano essere una delle tradizioni qui. Compro un vassoio di ulivo e delle collane.
Qui l'ulivo è di vitale importanza, vengono realizzati oggetti e un olio eccellente.
Ayvalik è un vecchio villaggio greco decante in cui le chiese ortodosse sono state convertite in moschee e dove distese di ulivi regalano olio eccellente.
Siamo nella Provincia di Balıkesir, quella parte greco turca marittima e mediterranea. Una zona che anticamente faceva parte della Grecia. Un litorale di coste frastagliate e un arcipelago di 23 isole che creano un paesaggio ricco di fascino.



La cittadina di Ayvalik è ora soprattutto meta degli abitanti di Istanbul in pensione o cerca di tranquillità e di turismo turco che apprezza soprattutto il buon cibo locale, il pesce fresco, le sue pinete verdi, gli ulivi grigiastri e l'aria pulita, gli isolotti e il mare.
Siamo a 520 chilometri da Istanbul, solo 156 da Izmir.
Qui il tempo sembra essersi fermato in una città che pare poco considerata anche se in passato ebbe la sua importanza.
Siamo esattamente davanti all'isola greca di Lesvos e la cittadina in pietra rossa la ricoda molto. Stessi colori e la sensazione di essere quasi nell'isola di Mitilini, con i tavoli di legno, le case colorate scalcinate e ulivo.




Qui passarono in molti: macedoni, romani e bizantini, arabi e i greciche restanono fino al 1.922.
La storia passata la si scorge tra le tante chiese, le moschee e i minareti che svettano sopra i tetti rosso mattone della città.
Quando il Sultano Ottomano Maometto II conquistò la vicina isola di Lesbos cessò la pirateria che flagellava queste coste e gli abitanti delle isole intorno si instaurarono ad Ayvalık e nell’isola di Cunda. Divenne cosi in questi anni importante per la pesca, il commercio marittimo e l'industria.
Oggi è molto lontana da quegli anni fiorenti di commerci ma resta autentica e piacevole meta di mare.



sul traghetto da Ayvalik a Cunda



Per dormire prendiamo la prima pensione che troviamo vicino al mare in una traversa che parte giusto dalla strada che costeggia il blu, i prezzi qui sono più bassi che nella costa sud e la signora turca molto gentile, parla tedesco perché lavorava in Germania. Scambiamo due chiacchiere e prendiamo la spaziosa stanza che ci dedica.
Avrei voluto dormire a Cunda ma nell'indecisione abbiamo soggiornato qui tanto il caicco che fa la spola lavora fino all'una di notte percio non cambierà molto e sarà comodo per ripartire in direzione Istanbul.
Lasciamo subito gli zaini, facciamo due passi in centro tra caffè d'epoca e strade che sembrano quelle di un suk arabo, case in rovina colorate, portoni in legno, gatti, bambini, merce, tavolini.
E' disarmonico caos di case neoclassiche in rovina, elementi arabi e gitani sparsi qua e là in uno stile particolare e decadente.


















La spiaggia più carina è Sarimsakli beach più chiara e ampia, a 3.5 chilometri, un dolmus porta direttamente li tra sabbia, mare e boungalow di legno e paglia tipicamente turchi.
Io prendo subito il battello per l'isola di Cunda perchè non vedo l'ora di scoprirla.



traghettando da Ayvalik a Cunda

Di ritorno da Kunda restiamo a bere un cay in riva al mare in uno dei baretti del lungomare di Ayvalik, passeggiamo un po per le vie storiche semivuote e andiamo a dormire.
La sera l movimento si sposta tutto sull'isoletta di Cunda, mentre ad Ayvalik solo qualche caffè offre te e dolcetti in centro.



05 agosto 2019

Mi sveglio ad Ayvalik la mattina presto e parto finalmente in esplorazione verso il centro vecchio che somiglia ad un labirinto di vie acciottolate trette fatte di case in pietra rossa, tende bianche che coprono i vicoli impolverati, porte colorate, maniglie, finestre di legno, ferro battuto.
Vecchi oggetti abbandonati, bauli decorati in modo naif, un carretto di fichi, nastri fatti di stracci colorati ornano le reti che da un tetto all'altro offrono ombra e intimità alla parte vecchia della città.
Molte case abbandonate, uomini seduti in fila sulle sedie, donne che fanno acquisti.
Nella città vecchia c'è un bazar fatto di tappetti, oggetti impoverati di rame e legno con qualche baretto che inizia ad aprire i battenti. Mille bancarelle colorano le vie della città con uva, formaggi, collane, oggetti di legno e ceramica.

Ci fermiamo per fare colazione al Macaons Cikolata & Kahve che ha degli interni antichi bellissimi fatti di pietra locale rossastra, mensoline in legno, divanetti d'epoca, un grande lampadario in ferro battuto con lampadine, una vetrina di dolci invitante.
Mi piace l'atlosfera e il cibo è davvero ottimo, provo una crema di cioccolato con arancia e pistacchi indimenticabile, una torta di banana e cioccolato buonissima e una crema di cioccolato e mandorle. Da perdere la testa.







Ayvalik centro storico caffè Macarons Cikolata & Kahve


Riprendo il giro in centro tra viette deserte e altre piene di bancarelle e gente, qui molti greci vengono a comprare frutta e verdura al mercato settimanale, soprattutto il venerdi con il traghetto da Mitilene.
I mercatini attirano gli abitanti dei paesi limitrofi e creano vita tra le vecchie strade stropicciate.
Compro ottimi fichi viola e un vassoio di legno di ulivo molto bello. Mi incantano gli oggetti artigianli fatti dalle donne che gentimente li propogono ai passanti.

Ayvalik ha qualcosa che ricoda i quartieri storici di Fathi, Balat e Fener di Istanbul per le colline con vecchie case colorate che arrivano al mare, vie strette ciottolate, moschee con minareti, tetti di tegole tossi, balconi sgualciti di legno.
Tavolini con sedie retro e tovaglie colorate abbelliscono le strade malconce. Molti i posticini in cui mangiare sopratto toast di formaggio salame e sottaceti tipico e panini con pesce, cipolla e insalata.
Non mancano i famosi carretti di cozze e limone, pannocchie, zucchero filato.
Involtini di foglie di vite ripiene e pite farcite, prodotti da forno e verdure.
Visitiamo la moschea Saatli che ha un torre campanaria visto che era una chiesa ortodossa. Se le case venissero restaurate e valorizzate il centro sarebbe davvero bello, alcune zone hanno un forte carattere mediterraneo con i tetti di tegole rosse.