martedì 7 aprile 2020

TURCHIA Ayvalik e Cunda island




04 Agosto 2019


Ad Ayvalik ci arrivo in bus da Bodrum, ben 383 chilometri di costa percorsi sul minivan tra colline verdi e lagune azzurre.
Dopo aver osservato per sette ore il panorama che cambia dai finestrini arrivo alla stazione centrale di Ayvalik che si trova come di consueto fuori dal paese.
Il nulla e il silenzio nel sole, lasciata la vivacità di Bodrum sembra di essere fuori dal mondo tra campi giallini di erba secca, grano e distese immense di ulivi scossi dal venticello marittimo.
Anche la stazione è ben diversa dalle solite caotiche e colorate stazioni turche, dopo qualche minuto prendo un piccolo bus che mi condurrà in centro, non avendo ancora molta idea di cosa possa trovare.
Dai finestrini passa il primo panorama di Ayvalik nettamente differente dalle colline raffinate a cubi bianchi delle baie Bodrum.
Tutto appare intatto e naturale, calmo e genuino come gli isolotti sinuosi e le colline verdeggianti che sorgono dal mare blu e appaiono come miraggi in questo silenzio estivo.

Passiamo dal famoso bevedere Şeytan Sofrası che significa Tavola del Diavolo, niente di meno che un piazzale su un'altura di pini e ulivi che sorge su un antico cumulo lavico che sembra un tavolo tondo.
Ecco perché si chiama tavola. In una gabbia in ferro con pezzetti di stoffa rosso fuoco intravedo una grande impronta, che per la leggenda pare appartenga al diavolo.
La vista panoramica è quello che da magia a questo luogo, molto bella perché abbraccia tutte le isole dell'arcipelago di Ayvalik, chiazze di azzurro blu tra la macchia mediterranea.
Qui è da non perdere una foto che abbraccia tutta la baia ed il tramonto con cena dal ristorante panoramico.




sul lungomare di Ayvalik


Arrivata in centro scendo a caso appena intravedo il blu del mare e passeggio sul lungo mare fatto da baretti, palme luccicanti, taverne di pesce e una fila di caicchi che offrono gite giornaliere verso le isole vicine.
Sembra di essere quasi sul continente greco, in un cittadina calma calma.
La bellezza di questo luogo non colpisce a prima vista ma va guadagnata girando per le stradine vecchie e soprattutto salpando il mare azzurro il veor punto forte dell'arcipelago.
Lo charm di Ayvalik non è tanto il suo paesino decadente di chiese, moschee e palazzi sbucciati, ma le 23 isolette incontaminate che formano l'arcipelago.
E soprattutto le famose gite giornaliere in caicco, che seguono diversi itinerari e sono tutte interessanti per la barriera corallina sui fondali, per i pesci e per la calma delle sue baie solitarie.
Con una decina di euro si passa la giornata in barca alla scoperta delle baie migliori pranzo incluso.

Cunda island è la più famosa e anche la più vicina, è quella abitata e considerata il prolungamento del paese tanto da essere collegata da un ponte, percio raggiungibile sia via barca o pullmino dolmus, è considerata proprio per la sua vicinanza parte di Ayvalik.
E' certamente la parte più bella, colorata e caratteristica con i caffè sul mare, i ristorantini nelle brache ancorate al porto, le finestre in legno colorate, i mulini a vento in pietra, i campi di ulivi, i mille tavolini colorati disseminati per le vie del centro, le case in pietra rosa violaceo.






Ayvalik è una località di mare turca particolare, è slow travel, viaggio lento e fuori dal turismo internazionale, vedo solo turchi delle zone limitrofe che popolano le viette.
Bancarelle con oggetti artigianali originali sembrano essere una delle tradizioni qui. Compro un vassoio di ulivo e delle collane.
Qui l'ulivo è di vitale importanza, vengono realizzati oggetti e un olio eccellente.
Ayvalik è un vecchio villaggio greco decante in cui le chiese ortodosse sono state convertite in moschee e dove distese di ulivi regalano olio eccellente.
Siamo nella Provincia di Balıkesir, quella parte greco turca marittima e mediterranea. Una zona che anticamente faceva parte della Grecia. Un litorale di coste frastagliate e un arcipelago di 23 isole che creano un paesaggio ricco di fascino.



La cittadina di Ayvalik è ora soprattutto meta degli abitanti di Istanbul in pensione o cerca di tranquillità e di turismo turco che apprezza soprattutto il buon cibo locale, il pesce fresco, le sue pinete verdi, gli ulivi grigiastri e l'aria pulita, gli isolotti e il mare.
Siamo a 520 chilometri da Istanbul, solo 156 da Izmir.
Qui il tempo sembra essersi fermato in una città che pare poco considerata anche se in passato ebbe la sua importanza.
Siamo esattamente davanti all'isola greca di Lesvos e la cittadina in pietra rossa la ricoda molto. Stessi colori e la sensazione di essere quasi nell'isola di Mitilini, con i tavoli di legno, le case colorate scalcinate e ulivo.




Qui passarono in molti: macedoni, romani e bizantini, arabi e i greciche restanono fino al 1.922.
La storia passata la si scorge tra le tante chiese, le moschee e i minareti che svettano sopra i tetti rosso mattone della città.
Quando il Sultano Ottomano Maometto II conquistò la vicina isola di Lesbos cessò la pirateria che flagellava queste coste e gli abitanti delle isole intorno si instaurarono ad Ayvalık e nell’isola di Cunda. Divenne cosi in questi anni importante per la pesca, il commercio marittimo e l'industria.
Oggi è molto lontana da quegli anni fiorenti di commerci ma resta autentica e piacevole meta di mare.



sul traghetto da Ayvalik a Cunda



Per dormire prendiamo la prima pensione che troviamo vicino al mare in una traversa che parte giusto dalla strada che costeggia il blu, i prezzi qui sono più bassi che nella costa sud e la signora turca molto gentile, parla tedesco perché lavorava in Germania. Scambiamo due chiacchiere e prendiamo la spaziosa stanza che ci dedica.
Avrei voluto dormire a Cunda ma nell'indecisione abbiamo soggiornato qui tanto il caicco che fa la spola lavora fino all'una di notte percio non cambierà molto e sarà comodo per ripartire in direzione Istanbul.
Lasciamo subito gli zaini, facciamo due passi in centro tra caffè d'epoca e strade che sembrano quelle di un suk arabo, case in rovina colorate, portoni in legno, gatti, bambini, merce, tavolini.
E' disarmonico caos di case neoclassiche in rovina, elementi arabi e gitani sparsi qua e là in uno stile particolare e decadente.


















La spiaggia più carina è Sarimsakli beach più chiara e ampia, a 3.5 chilometri, un dolmus porta direttamente li tra sabbia, mare e boungalow di legno e paglia tipicamente turchi.
Io prendo subito il battello per l'isola di Cunda perchè non vedo l'ora di scoprirla.



traghettando da Ayvalik a Cunda

Di ritorno da Kunda restiamo a bere un cay in riva al mare in uno dei baretti del lungomare di Ayvalik, passeggiamo un po per le vie storiche semivuote e andiamo a dormire.
La sera l movimento si sposta tutto sull'isoletta di Cunda, mentre ad Ayvalik solo qualche caffè offre te e dolcetti in centro.



05 agosto 2019

Mi sveglio ad Ayvalik la mattina presto e parto finalmente in esplorazione verso il centro vecchio che somiglia ad un labirinto di vie acciottolate trette fatte di case in pietra rossa, tende bianche che coprono i vicoli impolverati, porte colorate, maniglie, finestre di legno, ferro battuto.
Vecchi oggetti abbandonati, bauli decorati in modo naif, un carretto di fichi, nastri fatti di stracci colorati ornano le reti che da un tetto all'altro offrono ombra e intimità alla parte vecchia della città.
Molte case abbandonate, uomini seduti in fila sulle sedie, donne che fanno acquisti.
Nella città vecchia c'è un bazar fatto di tappetti, oggetti impoverati di rame e legno con qualche baretto che inizia ad aprire i battenti. Mille bancarelle colorano le vie della città con uva, formaggi, collane, oggetti di legno e ceramica.

Ci fermiamo per fare colazione al Macaons Cikolata & Kahve che ha degli interni antichi bellissimi fatti di pietra locale rossastra, mensoline in legno, divanetti d'epoca, un grande lampadario in ferro battuto con lampadine, una vetrina di dolci invitante.
Mi piace l'atlosfera e il cibo è davvero ottimo, provo una crema di cioccolato con arancia e pistacchi indimenticabile, una torta di banana e cioccolato buonissima e una crema di cioccolato e mandorle. Da perdere la testa.







Ayvalik centro storico caffè Macarons Cikolata & Kahve


Riprendo il giro in centro tra viette deserte e altre piene di bancarelle e gente, qui molti greci vengono a comprare frutta e verdura al mercato settimanale, soprattutto il venerdi con il traghetto da Mitilene.
I mercatini attirano gli abitanti dei paesi limitrofi e creano vita tra le vecchie strade stropicciate.
Compro ottimi fichi viola e un vassoio di legno di ulivo molto bello. Mi incantano gli oggetti artigianli fatti dalle donne che gentimente li propogono ai passanti.

Ayvalik ha qualcosa che ricoda i quartieri storici di Fathi, Balat e Fener di Istanbul per le colline con vecchie case colorate che arrivano al mare, vie strette ciottolate, moschee con minareti, tetti di tegole tossi, balconi sgualciti di legno.
Tavolini con sedie retro e tovaglie colorate abbelliscono le strade malconce. Molti i posticini in cui mangiare sopratto toast di formaggio salame e sottaceti tipico e panini con pesce, cipolla e insalata.
Non mancano i famosi carretti di cozze e limone, pannocchie, zucchero filato.
Involtini di foglie di vite ripiene e pite farcite, prodotti da forno e verdure.
Visitiamo la moschea Saatli che ha un torre campanaria visto che era una chiesa ortodossa. Se le case venissero restaurate e valorizzate il centro sarebbe davvero bello, alcune zone hanno un forte carattere mediterraneo con i tetti di tegole rosse.
















 

 


 



 

 





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