Aspettavo questo giorno, è stato difficile trovare i biglietti di entrata dal momento che ci sono circa solo quei 10.000 visitatori al giorno, mi dicono.
Dalla via chiamata costa de Gomerez cammino in salita verso la cittadella, passando per il parco circostante.
Arrivando davanti all'ingresso mi guardo intorno e aspetto la guida.
Se è considerato una delle più belle eredità storiche in Spagna, un motivo deve esserci.
E di motivi ne scorgo subito.
Alhamra, che vuol dire la rossa, giace arroccata sulla collina della Sabica, con le sue mura che la proteggono e domina la città con le sue mura rosse particolarmente fascinose illuminate dal sole al tramonto o dalle luci nella notte. Intorno molto verde.
Il nome la rossa potrebbe essere conferito dal colore delle sue mura rossicce o dal colore della barba di Muhammad il rosso chiamato così per la sua barba rossiccia che conquistò la città e fondò la dinastia nasride del sultanato della città.
La storia è antica e complessa, quanto affascinante. Gli emiri nasridi trsformarono una fortezza già esistente in una cittadella con una medina, una città tra le mura. Gli emiri Yussuf e mohammed V la ampliarono con i Palacio Nazaries, la parte artisticamente più meravigliosa.
Quando venne riconquistata dai cristiani Carlo V ci fece un palazzo per la moglie. Anche qui come in tutta Granada arabo e cristiano si fondono e completano.
Con la guida la visita dura 4 ore e c'è da camminare perché è abbastanza grande, la cittadella è lunga 3,5 km e copre una superficie di 140.000m2.
Entriamo dall'ingresso secondario varcando le grandi mura e passando per la porta araba di ingresso.
Venne costruita nel 889 d C per i sovrani musulmani della la dinastia dei Nasridi ela parte araba è superbamente ricca di decori e dettagli.
Il sito è fatto da tre parti: gli ornati Palacios Nazaríes, l'Alcazaba e il giardino del Generalife.
I biglietti per l'Alhambra sono validi per mezza giornata e ci sono due opzioni, mattino dalle 8.30 alle 14.00 o pomeriggio dalle 14.00 alle 20.00. Se no ci sono le visite notturne, sicuramente fascinose ma come prima visita ho preferito il giorno.
Iniziamo con il palazzo di Carlo V che costruì per sua moglie come regalo di nozze, a forma rettangolare esteriormente, a forma invece ovale all'interno. Particolare e massiccio, con il simbolo del leone che rappresenta la forza.
La parte più antica è l' ALCAZABA che era la zona militare, di difesa e sorveglianza e che fece da riparo agli arabi dell'Andalusia dagli attacchi cristiani durante le crociate cattoliche.
il Palacio nazaries è un complesso di tre palazzi, i più belli della cittadella. Meravigliosi a dir poco.
Passeggio a testa in su tra colonne di marmo, soffitti intagliati in legno, muri intagliati di marmo e piastrelle in stile tipicamente marocchino.
La residenza dei sultani è davvero incantevole, finestre, balconcini, archi, muri intagliati, fontane.
Come quella con i leoni nell'harem con le mille colonne, e con l'immaginazione si può tornare indietro nel tempo e immaginare il fasto e la raffinatezza della vita dei sultani.
Queste stanze sono veri e propri gioielli, le decorazioni lasciano a bocca aperta. Un capolavoro senza dubbio.
Marmi finemente scolpiti, un sistema di irrigazione, panorami dalle finestre sulla città bianca, cortiletti,stanze.
Camminando per il viale dei cipressi accediamo ai famosi giardini Generalife, un paradiso.
Perché è proprio il paradiso che cercarono di ricreare con piante, fiori, frutti, fontane.
Un grande parco con una bellissima vista sulla città e sull'Alhambra in cui venivano coltivati ortaggi e frutti, in cui vi erano giardini decorativi, roseti, pergolati, fontane.
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