Arriando sull'isola greca di Sifnos.....
La voce che si leva dell'altoparlante della nave squarcia il sordo rumore del mare di sottofondo.
Annuncia in greco e successivamente in lingua inglese che siamo prossimi alla meta.
Man mano che ci si avvicina a Sifnos si scorgono i suoi rilievi apparentemente inospitali e quasi deserti, ma che ammaliano venendo incontro come un caloroso abbraccio. E' il biglietto da visita di quest'isola brulla, che alla prima impressione insinua il dubbio di un luogo pressoché disabitato e poco accogliente. Una vegetazione quasi inesistente ricopre solo piccole parti delle pareti ripide che scorgiamo dal traghetto.
Il traghetto attracca nel porticciolo con una manovra sicura, mentre il famigerato vento Meltemi che spira nell'egeo accarezza i nostri volti stanchi dalle ore di sole passate sul ponte. Tempo quaranta secondi e mi accorgo che questo piccolo angolo di mondo ha mutato la mia visione aprendomi gli occhi con la sua luce interiore. E' una sensazione che provo subito.
Approdiamo così sull'isola, in uno di quei tipici caldi pomeriggi mediterranei. Un’isola inondata dal sole, un grigiore assoluto interrotto qua e là dal blu intenso del mare e da qualche penellata di un puro color bianco. Questa è l'immagine che resta nell'occhio della memoria scorgendo quest'isola greca delle Cicladi Occidentali. la cartolina che rimane impressa dentro me, come la copertina di un album di fotografie. E' la luce soprattutto che stega ed impressiona. Il porto di Kamares è la prima immagine, essendo l'unica via d'accesso in una realtà sprovvista di aeroporto. Non è certamente quello che potrebbe essere definito il tipico porto, luogo prevalentemente per arrivare e partire, ma non da rimanerci. Il numero dei traghetti che approdano giornalmente anche in agosto non è così elevato rispetto a molte alte isole. La sua collocazione è discreta, occupa solo la parte iniziale della lunga baia, terminando con la squisita chiesetta di Agia Marina, per questo più che un porto lo si può definire un piccolo paesino isolano.
Seguendo la famiglia di tedeschi, conosciuti sul traghetto, che come noi era in cerca di una sistemazione, siamo stati fortunatissimi nel trovare nel giro di una manciata di secondi una stanza diponibile sulla via del lungomare. Una tripla con bagno, l'unica rimasta disponibile. Peccato che a loro sia toccata una sorte più difficile e abbiano dovuto girare senza sosta tutto il giorno per trovare un alloggio dalla parte opposta dell'isola, lontana da tutto. A dire il vero siamo rimasti a Kamares dal momento che non avevamo la voglia e le energie per trascorrere l'intera giornata alla ricerca di una sistemazione. Un pò scoraggiati anche dai racconti raccolti sulle altre isole circa la difficoltà di trovare stanze libere in agosto, senza alcuna prenotazione.
Solitamente adoro alloggiare nella chora dell'isola, il capoluogo. La mia scelta ricade sempre lì durante i mie viaggi sulle isole greche. La Chora è un'autentica sinfonia di abitazioni bianche cubiche, con le imposte azzurro o blu e una cascata di bouganville a far da contorno, campanili che rendono caratterisco ogni scorcio, croci delle cappelle che si innalzano da cupole immacolate tracciando i simboli dell’Ellade nel cielo turchese. Un labirinto di vicoletti e stradine formati da case dalla tipica architettura cicladica. E' sorprendente vederla a ogni ora del giono, al tramonto, tardi la sera, di pomeriggio, alla mattina quando è frequentata solo da donne e uomini che ramazzano nei vicoli con i negozi ancora chiusi.
Quello che mi affascina sempre senza stancarmi mai è perdermi tra i suoi mille vicoletti e stradine che si aprono ogni volta in scorci diversi. Scoprire ogni volta nuovi dettagli, di scale, maniglie, finestre, campanili, campane, porte, mura, che il giorno prima non avevo notato ed il contrasto di colore rende così interessanti questi piccoli borghi. Un gioiellino di città che neppure i mille negozi, banchetti di mercanzia esposta e locali di ogni tipo riescono a stravolgere o interromperne la magia, anzi vedere come le taverne si ingegnano a infilare i tavoli e le sedie in ogni posto possibile per aumentare il numero di coperti è senz'altro divertente. Non si riesci ad assorbire fino in fondo la magia dell'atmosfera cicladica se non gusti le sue chora in tutte le ore del giorno.
Inaspettatamente Kamares si è rivelato un ottimo posto per stabilire la nostra base sull'isola, comodo per raggiungere ogni meta dell'isola e allo stesso tempo un angolo tranquillo e raccolto. Forse è stata la conoscenza dei nostri "amici" greci a rendere ancor più piacevole il nostro soggiorno.
Al nostro arrivo appena dopo esserci docciati, aver tolto un paio di cose dalla valigia, lasciato i documenti alla reception e aver scaraventato i nostri bagagli nella camera appena trovata, ci siamo riversati per le poche vie di Kamares. E' già tardo pomeriggio ed il sole di arancia rosso sangue già scompare inghiottito dal mare della baia, che immobile come un cristallo riflette i suoi raggi prismatici.
Seguendo la famiglia di tedeschi, conosciuti sul traghetto, che come noi era in cerca di una sistemazione, siamo stati fortunatissimi nel trovare nel giro di una manciata di secondi una stanza diponibile sulla via del lungomare. Una tripla con bagno, l'unica rimasta disponibile. Peccato che a loro sia toccata una sorte più difficile e abbiano dovuto girare senza sosta tutto il giorno per trovare un alloggio dalla parte opposta dell'isola, lontana da tutto. A dire il vero siamo rimasti a Kamares dal momento che non avevamo la voglia e le energie per trascorrere l'intera giornata alla ricerca di una sistemazione. Un pò scoraggiati anche dai racconti raccolti sulle altre isole circa la difficoltà di trovare stanze libere in agosto, senza alcuna prenotazione.
Solitamente adoro alloggiare nella chora dell'isola, il capoluogo. La mia scelta ricade sempre lì durante i mie viaggi sulle isole greche. La Chora è un'autentica sinfonia di abitazioni bianche cubiche, con le imposte azzurro o blu e una cascata di bouganville a far da contorno, campanili che rendono caratterisco ogni scorcio, croci delle cappelle che si innalzano da cupole immacolate tracciando i simboli dell’Ellade nel cielo turchese. Un labirinto di vicoletti e stradine formati da case dalla tipica architettura cicladica. E' sorprendente vederla a ogni ora del giono, al tramonto, tardi la sera, di pomeriggio, alla mattina quando è frequentata solo da donne e uomini che ramazzano nei vicoli con i negozi ancora chiusi.
Quello che mi affascina sempre senza stancarmi mai è perdermi tra i suoi mille vicoletti e stradine che si aprono ogni volta in scorci diversi. Scoprire ogni volta nuovi dettagli, di scale, maniglie, finestre, campanili, campane, porte, mura, che il giorno prima non avevo notato ed il contrasto di colore rende così interessanti questi piccoli borghi. Un gioiellino di città che neppure i mille negozi, banchetti di mercanzia esposta e locali di ogni tipo riescono a stravolgere o interromperne la magia, anzi vedere come le taverne si ingegnano a infilare i tavoli e le sedie in ogni posto possibile per aumentare il numero di coperti è senz'altro divertente. Non si riesci ad assorbire fino in fondo la magia dell'atmosfera cicladica se non gusti le sue chora in tutte le ore del giorno.
Inaspettatamente Kamares si è rivelato un ottimo posto per stabilire la nostra base sull'isola, comodo per raggiungere ogni meta dell'isola e allo stesso tempo un angolo tranquillo e raccolto. Forse è stata la conoscenza dei nostri "amici" greci a rendere ancor più piacevole il nostro soggiorno.
Al nostro arrivo appena dopo esserci docciati, aver tolto un paio di cose dalla valigia, lasciato i documenti alla reception e aver scaraventato i nostri bagagli nella camera appena trovata, ci siamo riversati per le poche vie di Kamares. E' già tardo pomeriggio ed il sole di arancia rosso sangue già scompare inghiottito dal mare della baia, che immobile come un cristallo riflette i suoi raggi prismatici.
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