lunedì 18 maggio 2009

SIFNOS, giro in barca e visita alla capitale Apollonia

21 Agosto 2008
La mattina a Sifnos è una sorpresa, la notte buia come un dirupo cha aveva avvolto l'isola con il suo mantello nero si dissolve e tutto diventata pura luce.
Ci godiamo la prima coloazione sull'isola e dal momento che è famigerata per i suoi dolci, ci dirigiamo dal fornaio sul lungomare guidati da un profumo delizioso. Ci sono dei dolcetti dall'aria invitante, biscottini e molte altre leccornie che ancora non conosciamo. Il fornaio ci spiega che le specialità sono la karidopita (torta di noci), mpougatsa (torta di crema) e i biscotti di mandorle. Tipica è la "pìta" in grecia che proviene originariamente dalle regioni agricole. Una specie di nostra piadina, ingredienti primari e semplici come olio, farina, burro, uova, con l'aggiunta di verdura, miele, frutta fresca e secca, formaggi, che può essere sia salata che dolce, cotta al forno o fritta. Ve ne sono molte varianti e vengono preparate anche per le varie feste religiose. Il fornaio ci spiega che la Vassilòpita è la "pìta" che si prepara alla vigilia del Capodanno e viene tagliata e distribuita a mezzanotte quando cambia e viene l' anno nuovo. Segno caratteristico di Vassilòpita è una moneta d' oro o d'argento o anche semplice che si pone dentro a essa e porta fortuna a chi la trova. I Greci antichi servivano come dessert pìte dolci o salate fatte con miele, formaggio e olio. Particolarmente rinomato fu il cibo chiamato mitlotòs, una "pìta" con formaggio mescolato con miele e aglio. Addirittura qui in grecia il kebeb viene messo nelle pite avvolte a foma di cono ripiene con pomodori, cipolla, zatziki per diventare il famoso pita gyros, quasi simbolo delle vacanze in questo paese.
Un dolce profumo di brioches appena sfornate investe il minuscolo negozietto. Pita ripiena con mela calda e cannella, qualche biscottino con sesamo è la nostra scelta. Consumiamo la prima di una lunga serie di colazioni in riva al mare con le specialità del fornaio di Kamares ancora fumanti.
Per questo primo giorno effettivo di mare restiamo nella spiaggia della baia, ottima soprattutto di pomeriggio, poiché si può godere del tramonto, sfruttando la lunga e ampia spiaggia, attingendo ai numerosi locali retrostanti, taverne e café, con tavolini che danno direttamente sulla sabbia.
I rilievi circostanti fanno da guardia a questa deliziosa insenatura offrendo la loro naturale protezione dal vento Meltemi. Il mare perciò non è mosso e il fondale digrada molto lentamente offrendo un'acqua non troppo fredda. Fenomeno difficilmente reperibile nelle Cicladi dove l'acqua è sempre di un gelido pungente quasi da togliere il respiro. La mattina passa tra un bagno e l'altro in questa giornata limpida di sole, tra il tempo trascorso sul bagno asciuga e sotto l'ombra dei tamerici della spiaggia. La chiesetta Agia Marina, così piccina ed elegante conferisce un tono di raffinata e allo stesso tempo candida bellezza.

Rientrando dalla spiaggia passiamo dal negozio di Andonis che ci ricorda l'appuntamento per il pomeriggio e il giro in barca. Impazienti e entusiasti della piacevole novità attendiamo pranzando con un gustoso pita giros e una birra Mythos giacciata con vista mare sui tavoli della spiaggia.
Arrivate le due ci prepariamo sulla banchina di cemento del porto, che pare d recente costruzione dato il suo buono stato. Aspettiamo di intravedere qualche vecchio caicco con a bordo il nostro amico e dopo un quarto d'ora appare un motoscafo bianco e rosso dai candidi interni in pelle color panna. Sembra nuovo e pulitissimo, a dispetto del vecchio caicco in legno stinto da noi immaginato. Ci sono anche due ragazze come ci aveva anticipato Adoni.
Alessio prende subito postazione in prima fila mentre noi donzelle ci accomodiamo dietro. Parte subito a tutta birra, tra le onde e il vento che ci spruzzano da tutte le parti. Usciamo dalla baia del porto in direzione Heronissos, a nord-ovest dell'isola, costeggiando la riva arida e sterile di montagne caramello abbellite da piccole chiesette e cappelle bianco latte dalla forme più aggraziate. Mentre ironizzo sul fatto che potremmo fare un tuffo da qui alla prima virata, scopro che le due ragazze aggrappate saldamente al motoscafo e non proprio rilassate, non sanno nemmeno nuotare. non le invidio proprio! Le belle coste rocciose mi fan sentire come Ulisse ammaliato dal canto delle sirene. Così inospitali e intatte, dalla bellezza così disarmante emergente dal mare blu.
La lontana e incontaminata insenatura di Cheronissos si apre a noi con la sua spiaggia sabbiosa, il suo villaggio di pescatori, i pochi alberi che la delimitano, un paio di taverne sul mare e un lembo di cemento per l'attracco di piccole barche. E' un luogo abbastanza isolato e di una tranquillità assoluta. Salendo fino alla sua punta settentrionale il panorama mozzafiato sull'Egeo vale tutta la fatica. Il nostro amico greco ci spiega che il nome Cheronissos significa "penisola" e fino a qualche anno fa questa località era raggiungibile solo via mare. Solo di recente sono state costruite un paio di strade per raggiungerla, in conseguenza del successo politico di un deputato originario di Sifnos. Ragion per cui, Cheronissos è ancora poco sviluppata e resta un’incantevole baia di pescatori, sovrastata da un alto rilievo spoglio dominato dalla pittoresca chiesetta di Agios Georgios.
Tentata di fare un tuffo direttamente dalla barca, esito osservando il fondale marino limpidissimo e pieno di ricci di mare come non ho mai visto in nessun altro posto. Dal momento che il piccolo molo per attraccare è occupato ci si mette in fila alle altre barche dato che le due ragazze non sanno nuotare. Come tutti scendo passando su altre tre o quatto barche a vela.
Appena messi i piedi sulla terra ferma, Adoni ci invita a seguirlo nella piccola cappella appena sopra la spiaggia. Per gli ortodossi le icone hanno un’importanza essenziale nella rappresentazione di Dio e vengono venerate. Nella piccola cappella coprono ogni angolo e Andonis le bacia tutte una ad una. Sembra molto devoto, accende una candela e la pone insieme alle altre candele bianche accese sull'altare in un recipiente di sabbia. Dice che il santo lo protegge nei suoi viaggi in mare e ogni giorno arrivando accende una candela porgendo i suoi saluti affinchè vegli su di lui. Un aspetto che colpisce della vita a Sifnos è l'intensa religiosità della sua gente, che si affida molto ai santi locali.
Pranziamo insieme nella taverna a sinistra sulla spiaggia, dal portico godiamo della frescura dell'ombra e davanti a noi abbiamo il bel panorama del mare blu, invitante come una cartolina. Mi sembra un paradiso. Andonis scherza con tutti, si vede che è si casa, ordina tutto lui, ci raggiunge al tavolo e apparecchia la tavola con una tovaglietta di carta, posate e pane. Gustiamo un'ottima mussaka, con insalata greca e acqua. A noi cinque si aggiunge un giovane ateniese di una trentina d'anni in vacanza qui a Sifnos di nome Spiro. E' qui in barca a vela e si ferma con noi a parlare soprattutto con Anonis. Le ragazze non sono molto espansive, ma dalle loro risposte apprendono che vengono qui da diversi anni per il lavoro estivo. Non sembrano molto affezionate all'isola, dicono che non c'è nulla e vorrebbero vedere altri posti. Io le invio un po', avendo la possibilità di passare qui diversi mesi, seppure a lavorare.
Quando ripartiamo dall'insenatura di Heronissos, Andonis annuncia la nostra partenza irrompendo con una musica militare della macedonia a tutto volume, tanto che ogni essere umano nella baia ci fissa incredulo. Fiero, ultimati i preparativi, parte come un razzo. Il vento sembra spazzarci via dal motoscavo e il sole per fortuna è meno forte che all'andata, mi sento già un peperone.
Facciamo rientro da questo pomeriggio in barca che sono già le quattro e mezza del pomeriggio. Andonis apre senza fretta il negozio. Dopo un'oretta di spiaggia a kamares decidiamo di prendere il bus per raggiungere la capitale Apollonia. Il nostro tragitto è interrotto per svariati minuti da un gregge interminabile di pecore che attraversa la stada ripida, tagliando su dritto per la montagna. Passa anche il pastore che saluta cordialmente l'autista del pullman.


Finito il passaggio del gregge, in pochi minuti siamo ad Apollonia.
Partiamo alla scoperta del paese capoluogo dell’isola dal 1836, che ha preso il suo nome dal dio Apollo che veniva adorato sull'isola.
Il paese si distende lungo tre colline formando un'agglomerato unico sul suolo ondulante circostante unendo a se diverse frazione di Artemònas a nord, Kato Petali, Exambella. Artemonas è così vicina che se non fosse per un cartello che ne cita il nome non capirei neppure di aver cambiato paese.
Apollonia mi da l'impressione di un paesino profondamente tradizionalista ma che accolto tra le sue viuzze boutique esclusive accanto a minuscoli negozi di artigianato, ristoranti tipici e moderni locali, senza perdere troppo la propria identità caratterizzata dal candore delle sue abitazioni e delle sue viette labirintiche. E' piacevole passeggiare per i suoi vicoli al crepuscolo mentre il sole piano piano si abbassa nel cielo e allunga i propri raggi offrendo un po' d'ombra dopo le estenuanti ore passate sotto il sole cocente.
Conserva tutti gli elementi tipici delle Chore con le sue colline terrazzate, gli alberi di oleandro, i ginepri, le chiese bianchissime. Stradine lastricate in pietra si diramano in tutte le direzioni, caratteristiche case cubiche di un bianco sgargiante con i cortili coperti da piante di glicine.
Enormi vasi di terracotta sbucano qua è là ed i comignoli tipici dell'isola fanno capolino dai tetti e dei muretti di confine in ogni angolo. Sono il simbolo di Sifnos, vengono chiamati Flaros, piccoli manufatti in terracotta che tradizionalmente vengono messi sui comignoli delle case.
Mi piacciono così tanto che decido.. sarà questo il mio acquisto in ricordo dell'isola!

Rientriamo a kamares e dopo una doccia, ceniamo in una delle taverne sul lungomare.



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