lunedì 18 maggio 2009

SIFNOS, nella baia di Vathì










22 Agosto 2008
La luce filtra filtra dalla persiana in legno e ci sveglia presto, dolcemente. Sifnos ci richiama e ci desta per esplorarla.
Ci muoviamo così di buon'ora alla ricerca di un mezzo di locomozione e nel giro di una manciata di minuti affittiamo un motorino per partire alla scoperta dell'isola. Pite calde dal fornaio, acqua fresca e via, alla scoperta di Sifnos! Il mondo è immerso in una luce diffusa, calda e profonda.
Uscendo dal porto per l'unica strada, diretta a sud-est verso Apollonia, si passa una pianura fertile, ricca di ulivi, di orti di proprietà di molti gestori di taverne, con la strada che comincia a salire in una sorta di gola. La strada è abbastanza stretta, come tutte quelle di Sifnos, in pochi punti si può sorpassare.
Le strade isolane sono poche e tagliano appezzamenti di terra come grosse cicatrici. Scorrazzando per le poche vie isolane impressiona il numero di chiesette, cappelle e monasteri dell'isola.
Mi dicono che ve ne sono ben 365, una per ogni giorno dell’ anno e ogni chiesa commemora un santo del calendario. Una moltidune per un'isola della superficie di 74 Kmq circa.
Molte di esse sono costruite nelle posizioni più impensabili come scarpate, dirupi, strapiombi sul mare e roccia nuda. La maggior parte è devoluta alla Madonna, la Vergine (in greco Panayia) protettrice di marinai e pescatori, tutte costruite secondo l'architettura locale, con cupole circolari, blu che contrastano il bianco brillante del resto della chiesa, o interamente dipinte in bianco in netto constrasto con le rocce dorate e il blu del mare. Sono tutte di una bellezza semplice ma disarmante, di dimensioni talmente ridotte da non consentire l'ingresso a più di 5-6 persone alla volta in alcuni casi. Tutti questi gioelli dal fascino senza tempo hanno importanza storica e religiosa e sono stati edificate in tempi diversi ed in stile diverso. La maggior parte di esse sono private, fatte costruire da marinai allo scopo di assicurarsi la salvezza.
Scorgiamo dall'alto quella che dalla cartina in nostro possesso pare la più battuta delle spiagge di Sifnos, Platìs Yialòs, una spiaggia immensa a sabbia oro, con un campeggio e alcuni divertimenti notturni. Qui non ci fermiamo e preferiamo proseguire per scegliere un angolino meno battuto.
Ci sono segnate delle spiagge sulla cartina, ma non vi sono segni di strade sulla carta. Convinti in un colpo di fortuna, proviamo a percorrere una strada sterrata dalle premesse poco incoraggianti. Nonostante la nostra tenacia dobbiamo rinunciare all'impresa quando ci troviamo un'enorme cancello a sbarrarci la strada, lasciandoci senza alternative.. impieghiamo un pò di tempo a ripercorrere la strada dissestata e tornare sulla strada vera e propria, passando per piccoli campi delimitati da muretti a secco, ricchi di ulivi e capre.

Decidiamo di fermarci nella spiaggia di Vathì, dall'altro questa insenatura sembra bagnata da un mare calmo dalle sfumature di blu che ricordano i quadri naif. Una bella baia, mare azzurro punteggiato da barchette bianche. La baia è riparata bene dal vento e qui ci sono diverse barcha a vela per questo motivo.
Fino a qualche anno fa si arrivava solo in barca, ora l'asfalto permette di raggiungere Vathi con facilità.
E' una delle spiagge più famose di Sifnos, comoda e stupenda.
Bellissimo il pittoresco paesino bianco candido e perfetto, davvero un gioiellino.
La lunga spiaggia è comoda e tranquilla, acqua limpida, fondale che digrada dolcemente. Riparo dal vento.
Una striscia di sabbia lunga ma stretta 
Tamerici offrono un pò d'ombra e le taverne ottimo cibo isolano.
Anche dormire qui sarebbe un'idea fantastica, è molto tranquillo e caratteristico, vicino alla capitale Apollonia.
Fino a poco tempo fa Vathi era solo un porto di pescatori, con qualche casa e bottega di ceramica.
Ora resort e case in affitto richiamano più turisti, per fortuna si mimetizzano bene e sono costruite in stile locale con gusto e discrezione.
Meraviglioso il candido monastero medievale di Taxiarchis sul mare, dalle forme morbide con le sue due cupole bianche e tonde affiancate l'una all'altra. Un monastero fortezza con la una cinta del XII secolo, aperto occasione della sagra religiosa dedicata al Santo.
La spiaggia è ancora deserta, si scorge qualche laboratorio di cermiche ancora chiuso, alcune taverne e una fila di tamerici che delimitano la spiaggia. L'acqua è calma e limpida, qualche barca a vela puntella il mare decorando l'orizzonte.
In tutto ci sono solo un paio di persone e ne approfitto subito per fare un bagno in solitudine.
Passando la mattina tra freschi bagni ristoratori e passeggiate sulla spiaggia arriva mezzogiorno. Anche se è agosto trovo che sia molto tranquillo, mi piace l'atmosfera di questa biaia.
Ci gustiamo un'insalta greca con acqua in una delle taverne sul mare da Manolis, mentre altri greci bevono ouzo come aperitivo, io resto sobria a mezzogiorno non mi pare il caso, restrei a dormire tutto il pomeriggio.








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