Dato l'affollamento della spiaggia, decidiamo di ripartire alla scoperta di qualche altra spiaggia. Per strada decidiamo però di cambiar meta. Non siamo ancora andati a visitare il kastro dell' isola.
Nelle Cicladi ho notato che ce n'è uno in ogni isola. Aveva solitamente la funzione di proteggere le popolazioni locali dall'attacco via mare, soprattuto dei pirati. Così gli abitanti si ingeniavano a creare labirintici villaggi di case l'una incastrata nell'altra. Dove è facilissimo perdersi.
Se si pensa al forte vento Meltemi di questi arcipelaghi mi viene da pensare che che sia anche una difesa contro il vento incessante. Appena si entra in questi villaggi, il vento scompare come se ci si trovasse dentro ad una conchiglia. E in effetti anche il modo di costruire potrebbe assomigliare alla spirare di una conchiglia. Da quasi un senso di protezione.
Ci perdiamo piacevolmente tra le vie del Castro, che in lingua greca significa castello, in questo pomeriggio assolato. Questo affascinante villaggio dal sapore antico in cui il tempo sembra essersi fermato è stato la capitale dell'isola fino al XVIII secolo. Interamente costruito sulle rovine della fortezza Veneziana è uno dei luoghi più suggestivi. E' arroccato su una montagna sul mare che regala una vista meravigliosa.
Ha mantenuto intatte le sue caratteristiche medievali con i bastioni formati da costruzioni da due o tre piani che si stringono, i palazzi signorili con gli stemmi nobiliari incisi sopra le porte e le varie logge. I gatti in ogni angolo sembrano essere gli unici abitanti in questo pomeriggio. .
Ai piedi di questo meraviglioso borgo c’è il piccolo porto di Seralìa che fu attivo durante il periodo romano e che oggi ospita due taverne che si trovano proprio sul mare e dove qualcuno fa il bagno in questa piccola insenatura dal mare mosso e dal colore smeraldo. Quasi spiace anche a me di non potermi gustare un bagno fresco, vedendo diversi bambini che si tuffano dalle rocce.
Spicca tra il dedalo delle viuzze la cattedrale franco-cattolica di Sant'Antonio costruita dai veneziani e una serie di capelle storiche dalle geometrie più originali tra cui quelle di Santa Caterina, di Ayios Dimitrios e dell'Assunzione. Una labirintica rete di stradine lastricate, chiuse alle automobili e intervallate di portici e gallerie. Ogni tanto il biancore delle case si interrompe per qualche penellata di blu, rosso e verde dei colori usati per dipingere le persiane e le ringhiere. Piccole finestre azzurre o blu, cancelletti minuscoli, porte di ogni genere, ma sempre in legno colorato. Casette candide dalla forma cubica totalmente bianche, interrotte qua e là dal rosso delle bouganville che si inerpicano per i cortiletti. Interessante è scoprire ad ogni angolo nuovi dettagli di scale, finestre e porte. Vasi in ceramica, a volte pennellati di bianco o blu qua e là. Immancabili frequentatori di questi vicoli sono i gatti. Veri protagonsti delle attenzioni di chi come noi si perde piacevolemte in questo turbine di strade.
E' un piacere perdersi per le vie assolate di questo borgo autentico. C'è persino una banda che suona e dona un'atmosfera di festa per queste vie ancora deserte. Uscendo fuori dalle mura una scalinata fortemente panoramica di lastricato dai contorni appena imbiancati, splendente sotto la luce violenta del sole, porta giù fino a raggiungere la suggestiva Cappella dei Sette Martiri. E' indubbiamente il punto più panoramico dell'isola con vista su quasi tutto il complesso cicladico centrale a est di Sifnos. Le facciate delle case sono state costruite per formare una muraglia contro le incursioni piratesche. Oggi c'è una cerimonia nella piccola cappella in mezzo al mare, non so sia un matrimonio o altro, le persone fuori la fanno sembrare più viva che mai.
Questa piccola chiesetta è perla incastonata nella roccia grigia dalla vegetazione povera e tenace che si erge fiera nel mare blu eroico dell’Egeo. Un incanto! E' una delle più fotografate in tutta la Grecia. l'avevo vista su qualche cartolina e mi ero chiesta in che isola fosse. Una sorpresa grandissima trovarmela davanti agli occhi!
Dopo una birra Mythos fresca, lasciamo il Kastro che il sole lentamente va giù ed arriviamo a Kamares giusto in tempo per gustarci il tramonto, sempre unico. Il cielo si scolora, si stinge del suo azzurrro carico per impallidire e lasciare spazio alla luce prismatica del sole ormai basso, sullo specchio d'acqua immobile della baia mentre con i suoi raggi colora tutto nei toni del arancio e del violetto.
Ceniamo in una taverna a Kamares dall'altra parte della baia, dopo la cappella di Agia Marina. Una graziosa taverna sul mare. La nostra cena è a base di pesce: polpo, pescato fresco, insalata greca, ovvimamente vino bianco e raki a fine cena.
Passiamo la serata in negozio da Adoni insieme con la singora Ateniese di nome Maria. Un tipo davvero singolare, biondissima, abbronzata, sulla cinquantina. In vacanza da sola tempesta il figlio di telefonate. Non usa toni molto teneri con lui e anche se non comprendo il suo greco, capisco che è un continuo di rimproveri. La serata trascorre tra partite a backgammon (in greco tavli). conoscenza di altri connazionali e greci per lo più che passano dal negozio, in un' atmosfera rilassata e familiare. Una serata semplice ma dal sapore genuino. Cerchiamo di imparare anche noi il gioco, anche se ovviamente finiamo sempre per perdere poco dignitosamente.
Vendo persino le ceramiche stando alla cassa, confezionando gli oggetti, facendo il conto, incassando e dando il resto! Tra i complimenti degli italiani che mi credono "trasferita a Sifnos" ed i greci che un pò si spazientiscono quando vedono che non capisco la loro lingua. Magari abitassi qui!!!!
Quando Adoni chiude il negozio ci saluta e si reca subito a dormire. Noi con Maria invece andiamo a bere al bar a fianco con la terrazza sul mare e che fa anche da internet point. Il bar è gestito da un ragazzo greco che non ha nessuna fretta. Musica rigorosamente greca e Mithos birra greca, ovviamente. Il baretto è molto tranquillo, qualche tavolo all'aperto con persone a chiacchierare in tutta serenità. Maria è una chiaccherona e facciamo le ore piccole perlando con lei, praticamente di tutto. Conosce molto bene la lingua inglese ed è una dottoressa. Si diverte molto anche a spigarci le varie analogie tra parole greche ed italiane. Ne conosce anche parecchie di parole nella nostra lingua. Impariamo con una punta di stupore che vi sono tantissimi vocaboli simili. Data l'ora tarda ci salutiamo con la promessa di ritrovarci l'indomani. Ormai siamo stanchi e crolliamo dal sonno.
E' passato un altro giorno e la notte nera ha avvolto il porticciolo di kamares coprendolo di stelle e rinfrescandolo con la sua brezza fresca e umida che mi fa venire un pò di pelle d'oca e mi fa riscoprire la semplicità di una serata passata a parlare in compagnia sotto la luna.
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