15 agosto 2011 Pamukkale
Forse ferragosto non è il giorno migliore per scegliere una meta gettonata come Pamukkale, ma pace, credo ci sia sempre tanta gente comunque tutto il mese. Alle 4,30di notte arriviamo in pullman all'otogar di Denizli e insieme ai tanti cani randagi color beige aspettiamo il bus che partirà solo alle 6,30. C'è il bagno e un'area ristorante, ma restiamo fuori sulle panchine ad aspettare. Siamo in anatolia occidentale, esattamente Pamukkale si trova nella regione interna Egea, nella valle del fiume Menderes. L'antica via carovaniera per l'Oriente partiva da Smirne e dopo 250 chilometri arrivava qui, nella città di Hieropolis, la città della Frigia rinomata già nell' epoca di Troia per la sua sorgente termale ricca di calcare e di carbonio. Dove si dice che nella vasca più alta fece il bagno Alessandro Magno.Wow lo trovo affascinante da matti prima ancora di vederlo!
Alle 6.30 finalmente parte il pullman che ci porterà vicino al sito, siamo noi due italiani insieme a ragazzi asiatici zaino in spalla, tanta educazione e gentilezza. Ritrovo un giapponese incontrato a Safranbolu, chi lo dice che son tutti uguali? L'ho pure riconosciuto dalle ferite sui pedi dato che viaggia con le crocks.
Arrivati nel piccolo paese di Pamukkale alle 7,00 lasciamo i bagagli in un'agenzia viaggi molto disponibile, compriamo i biglietti per Bodrum e partiamo subito a piedi per raggiungere l'ingresso del sito. Già da lontano si vedeva la macchia bianca di calcare. Sento il suo richiamo e non restisto, voglio arrivare subito!
Pamukkale in turco vuol dire "Castello di cotone", nome sicuramente azzeccato per questa colata calcarea bianchissima ed enorme, lunga circa 2700 metri e alta 160 metri. Scende dalla montagna come pasta di zucchero su un dolcetto. Una sorgente termale da 250 litri di acqua calda al secondo. Quest'acqua è ricchissima di idrogeno e carbonato di calcio, che fondendosi formano il bi-carbonato di calcio che si deposita naturalmente in spessi strati di calcare bianco e travertino. Una colata che ricoprendo il pendio oggi è una stupefacente cascata e per me uno spettacolo unico. Si può trovare qualcosa di simile solo dalla Minerva Terrace di Mammoth Springs a Yellowstone, a Huanglong in Cina e dalle terrazze di travertino di Otukapuarangi in nuova Zelanda sfortunatamente distrutte dall'eruzione del vulcano Mount Tarawera, nel 1886 in questa zona i movimenti tettonici causarono frequenti terremoti, ma crearono anche numerose fonti termali, come Pamukkale.
Ma Pamukkale non è solo le vasche termali di calcare, è anche Hierapolis la città ellenistico-romana della Frigia. Entrambi i siti sono Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.
Purtroppo Pamukkale venne abusata nel tardo ventesimo secolo, furono costruiti addirittura alcuni hotel sopra al sito, distruggendo anche parte delle rovine di Hierapolis oltre al sito stesso quando l'acqua calda fu incanalata per riempire le piscine di questi alberghi. Gli scarichi che venivano versati direttamente sul sito contribuirono in maniera determinante all'inscurimento delle vasche calcaree. Fu anche costruita una strada asfaltata in mezzo al sito per permettere ai visitatori di raggiungere la parte alta della formazione in bici, moto o a piedi. Aiuto ! Fu concesso anche di lavarsi all'interno delle vasche calcaree utilizzando detergenti di natura industriale aggravando ulteriormente il problema. Meglio tardi che mai, è intervenuta poi L'UNESCO con un piano di recupero demolendo in primo luogo gli hotel e la strada che ora è stata coperta dalle piscine artificiali accessibili, a differenza del resto, dai turisti a piedi nudi. Una piccola trincea è stata scavata lungo il bordo, al fine di recuperare l'acqua ed evitarne la dispersione. Le parti brune sono sbiancate lasciandole al sole, in assenza di acqua per diverse ore al giorno. Per questo motivo molte piscine sono vuote. Alcune aree sono coperte d'acqua per un paio di ore al giorno, secondo la programmazione mostrata in cima alla collina. Inoltre il sito è costantemente sorvegliato da addetti che impediscono ai visitatori di abusare dei luoghi. Grazie a questi interventi il luogo sta lentamente riprendendo il suo naturale colore bianco. Anche oggi comunque è davvero meraviglioso.
Il costo dell'ingresso è 20 tl (8 euro), subito vi è l'obbligo di camminare scalzi, così con piacere ci togliamo le scarpe. Entrando dal basso si cammina sul calcare salendo il pendio della montagna. Si incontrano da subito le prime vasche, accessibili in cui ci si può bagnare. L'impatto è forte e già siamo gasati e stupidi dalla spettacolarità di questo luogo. Sono le sette e mezza e siamo tra i primi ad entrare, ora che ci sono solo pochissime persone. Il sole non è ancora alto e le vasche sono in ombra. Ne passiamo qualcuna poi entriamo a fare un bagnetto caldo prima che il sito si riempia troppo. Senz'altro è rigenerante oltre che molto bello, starsene un po' a bagno in queste vasche azzurine con il fondo bianco e molliccio, sopra il calcare duro. Il sole piano piano si alza e anche le persone cominciano ad aumentare. Arrivati in cima facciamo qualche foto e decidiamo di andare a vedere subito le rovine di Hierapolis.
Una bella passerella di legno permettere di fare il giro dell'intero sito e vedere il panorama dall'alto e ammirare le belle vasche ora vuote e inaccessibili, per fortuna. Degli hotel sono rimaste solo due piscine dove ora girini e rane giocano e sguazzano.
Hierapolis è un sito di bellezza per nulla inferiore a Pamukkale. Questa città ellenistico-romana della Frigia dominava in passato la valle del fiume Lykos sulla strada che collegava l'Anatolia al mar Mediterraneo. Una missione italiana opera dal 1957 e ancora oggi vediamo gli archeologi al lavoro. La città fu completamente distrutta dal terremoto del 60 dC, durante il periodo dell'imperatore romano Nerone. Durante la ricostruzione dopo il terremoto, la città perse il sua stile ellenistico e divenne una tipica città romana. E' anch'esso patrimonio dell'umanità dell'UNESCO assieme alle sorgenti termali di Pamukkale. In età ellenistica aveva una grande plateia, cioè una strada principale, lungo la quale si sviluppa un reticolo stradale ortogonale che divide la città in isolati regolari. All´interno vi erano gli edifici pubblici e le case. Nella parte nord della città, lungo la strada che portava verso Tripolis, cominciarono a formarsi, tra il II e il I secolo a.C., i primi nuclei della necropoli, che si sviluppò poi in età imperiale, con tombe a fossa ed edifici funerari.
Un terremoto nel 60 d.C. Rase quasi al suolo la città che venne ricostruita tra la fine del I ed il III secolo. Di quest'epoca fanno parte l'agora commerciale, la porta di Frontino, due grandi ninfei pubblici, e il grandioso teatro. Hierapolis diviene in seguito un importante centro della cristianità e e furono costruite una chiesa extraurbana (Terme-chiesa), la cattedrale con il battistero, la basilica a pilastri e, sulla collina orientale, il martyrion di San Filippo apostolo. In epoca bizantina vennero costruite le mura di fortificazione nella parte nord della città che venne così esclusa dal perimetro urbano ed utilizzata come cava di materiale da costruzione. Alla fine del VI secolo, un altro terremoto provocò il crollo della maggior parte degli edifici, comprese le mura bizantine.
Visitiamo prima la parte delle tombe romane, dove si trova anche un sarcofago e un altro monumento funebre. Dai tre archi della porta di Frontino che è l’ingresso monumentale alla città si percorre la via principale. La porta reca un’iscrizione dell’84 -86 d.C. con dedica all’imperatore Domiziano. Gli italiani hanno riportato alla luce il teatro romano, davvero notevole per dimensione, bellezza e stato di conservazione. Un primo teatro greco fu distrutto dal terremoto. L'attuale teatro romano fu in seguito interamente ricostruito e ultimato sotto Settimio Severo, tra il 206 e il 207. Aveva posti a sedere per 12.000 persone.
Terminata la visita di Hierapolis sotto un sole cocente ci fermiamo al bar della piscina di Cleopatra, bordata da bei oleandri e resti antichi sul fondo della vasca. Luogo di incatevole bellezza.. L'ingresso nella piscina costa 25 lire turche. Non entriamo nella piscina solo perchè è strapiena di turisti, ma mangiamo un po' di anguria con melone giallo e ci riposiamo sotto un albero.
Dopo un pò di riposo torniamo a girovagare sulla stradina di legno per vedere le altre vasche che non abbiamo ancora visto, il panorama è fenomenale con questo bianco abbagliante e la valle verde con le montagne in lontananza.
Dall'alto si vede bene il contrasto bianco e azzurro di calcare ed acqua. Bellissimo, davvero è un luogo che mi ha emozionata! E' un posto naturalmente unico, suggestivo e che una volta nella vita merita di essere visto. Il colpo d'occhio è strepitoso, la forma morbida delle vasche candide è unica, scendono come una gradinata verso la valle.
La sorgente di questa meraviglia nasce da una grotta sprigionando vapori irrespirabili a causa dell'acido carbonico. I primi abitanti di Hierapolis, fondata dal re di Pergamo dopo la battaglia di Magnesia (siamo nel 190 avanti Cristo) credettero che questa fosse una porta degli Inferi.
Il sole è ancora forte e decidiamo di tornare nelle vasche in basso per restare un po' nell'acqua. Da quassù notiamo che i turisti affollano le prime vasche lasciando le ultime semivuote. Ed è così anche una volta scesi dove restiamo a goderci il sole e l'acqua calda in pieno relax. Un po' nella vasche, un po' fuori dove l'acqua passa sempre sulla coltre bianca. Resteremmo qui all'infinito, è straordinariamente bello e rilassante.
Ma il tempo in posti così belli passa veloce e arriva anche l'ora di lasciare questo capolavoro. In paese di fermiamo a mangiare dei fichi così buoni da essere indimenticabili! Ci fermiamo un po' in un bar per bere qualcosa mentre Ale ne approfitta per mangiare un pide e un gozleme. Io invece compro un copri cuscino.
Altra partenza, questa volta per la costa a Bodrum, in modo da raggiungere poi la grecia.
In viaggio ritrovo prima le colline gialle e rosa con la poca vegetazione verde e le forme strane, poi fitte foreste di pini e vegetazione rigogliosa. Siamo arrivati a Bodrum. Tempo un caldo esagerato ma non è così così, si sta benissimo. Un tempo era la gloriosa Alicarnasso, eh va bè qui ogni sasso è storia.
Entriamo nella prima pensione e contrattiamo 90 tl a notte. Speravo più economico, ma alla fine ci sta. Usciamo dopo una doccia veloce. La città è abbastanza affollata, moderna, bianca e colorata con buganvillea e palme. Non che sia interessante, ma temevo peggio. C'è il porto con i bei caicchi in perfetto stile turco che sembrano piccoli galeoni. Il legno di solito è del suo colore naturale e mi sembrano molto caratteristici. Ci sono anche barche a vela e yacht di turisti facoltosi. Il centro rispetto ai paesini che abbiamo visto fin ora sempre una discoteca. C'è un castello medievale, edificato dai Cavalieri di Rodi.
Il bazar immancabile si sviluppa per il labirintico centro e si trova di tutto. Ceniamo e subito ci rendiamo conto che non siamo più abituati ai prezzi occidentali, o quasi della costa. Facciamo un giro sul porto e in centro e andiamo a nanna
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