03 gennaio 2011
Anche se ero tentata dalla pazzia di alzarmi alle 5.00 per arrivare alle 6.00 al sito, appena aperto, rimango sotto il calduccio delle coperte e aspetto come al solito che suoni la sveglia alle 6.00, orario più umano anche se duro per me.
Solo l'entusiamo e la voglia che ho ancora di scoprire Petra mi danno la forza per lasciare questo tepore e vestirmi. La colazione per me è ormai il mio adorabile hummus con pane e formaggio, accompagnato da tè caldo.
Usciamo veloci e il passo è ormai allenato. Arriviamo all'ingresso del sito, dopo il cancello percorriamo la strada di sassolini fino all'ingresso del Siq che quasi per l'ultima volta, come mi dispiace! Ero già affezionata. Ringrazio il momento in cui ho deciso di dedicarci 3 giorni! E' il posto più spettacolare che abbia mai visto.
Assolutamente vale la pena dedicare diversi giorni a Petra.
Oggi anche se Alessio è preoccupato, perchè teme che possa essere una giornata ripetitiva, ma io sono carica e convinta che molto altro ci aspetta. Già vorrei viaggiare ancora più lentamente, adoro vedere un sacco di cose, ma anche dedicare il giusto tempo ad ogni cosa.
Poi in realtà il tempo non mi basta mai e vorrei sempre vedere molto altro. Se penso che noi in 13 gg avremmo voluto vedere molte altre cose, ed altri in 6 gg dicono di aver visto tutto, capisco che non c'è un modo per viaggiare ma molti ritmi differenti. Io per apprezzare qualcosa devo vederlo diverse volte, con diverse luci e fissare bene nella mente quel che vedo.Mi piace parlare con le persone, mangiare e bere con loro, entrare in contatto.
Oggi ci siamo soffermati sul Tempio dei leoni alati del 27 a.C., che era dedicato alla dea della fertilità Atargatis, sposa di Dushara. Abbiamo esplorato la chiesa. Venne costruita dai Nabatei, ma ampliata e arricchita dai bizantini poi. Ora è in fase un lavoro di recupero e restauro. Sicuramente ho apprezzato i pavimenti a mosaico bizantino, favolosi.
Nel sito di Petra ci sono anche due musei, quello archeologico e quello nabateo.
Appena apre, andiamo a visitare il museo Nabateo, aperto solo nel 1994. Si trova accanto al ristorante, prima dell'inizio della salita al monastero. Contiene una raccolta di manufatti, lampade, statuette di bronzo, statuette in terracotta, ceramiche e monete, un capitello con la testa di un elefante.
Di pregio sono soprattutto le ceramiche, tra le più sottili del mondo. Scopro che i Nabatei parlavano in aramaico, la lingua biblica.
Abbiamo colto l'occasione per comprare un libro su Petra ed i soldi iracheni vecchi con Saddam raffigurato.
Il Museo archeologico di Petra è invece quello in un antica grotta nabatea sul pendio di al-Habis. E' aperto dal 1963, ma ora era chiuso per restauro. Tutta la zona sotto questo museo era in fase di lavoro.
Torniamo al bar di Lion per bere del te e mangiare i biscottini del fornaio. Ci suggerisce tra le varie camminate, quella che dal Sacrificio (detto anche Luogo Alto, in arabo chiamato al-Madhba) ci porta a vedere il tesoro dall'alto, dalla parte opposta rispetto a quella che abbiamo visto prima. In realtà non si vede il Tesoro Al-Khazneh, ma la piazza e il Siq visto che è scolpito nella roccia su cui ci troveremo. Saremo sopra al Tesoro!
- SENTIERO CHE DAL SACRIFICIO PORTA A VEDERE IL TESORO DALL'ALTO
Partiamo per un'altra scarpinata. Facciamo la strada che segue il Wadi Farasa, cioè quella che abbiamo fatto al ritorno dal Santuario ieri. Prendiamo ancora l'asino fino all'inizo delle scale, oltre la tomba del Soldato e il tempio del giardino. La scalinata la facciamo tutta a piedi, ma ora siamo allenati ed arriviamo in cima agilmente. Approfittiamo del bel panorama e facciamo una sosta ammirando la città dall'alto.
Dei beduini ci spiegano la strada suggerita da Lion.
Sarebbe meglio farsi accompagnare perchè in realtà non è molto facile da trovare, non c'è il sentiero e non c'è nessuno, si cammina molto di più da soli perchè loro sanno ogni accorciatoia. Comunque dato che ci vivono ancora in queste zone qualche anima si trova sempre. Mi ha fatto ridere camminare e camminare senza vedere nessuno nel silenzio più totale per trovarsi all'improvviso due umoni a cavallo con aria spavalda dire: ride horse?!
Ma come Alessio segnava le pietre per ritrovare la strada come pollicino perchè pensava ci saremmo persi, invece noleggiano anche i cavalli! Come al solito dimentichiamo che siamo sulle montagne e le strade sono diverse! Con i cavalli arrivano attraverso un'altra strada che parte dal maneggio fuori dal siq. Ecco il trucco! Ci facciamo allettare dal cavallo, sia per trovare il punto esatto che per provare. Io non ero mai salita. E' un animale stupendo ed elegante, un pò alto per me che ho dovuto essere aiutata dal beduino che furbescamente ha pensato di spingermi su dal sedere! Un pò di paura mi faceva, a differenza del mulo. Un pò perchè il crepaccio è alto, non c'è il sentiero ed il cavallo anche lui poverino cammina sui sassi, forse era questo a darmi poca fiducia. Esperienza divertente però. Ci sono diversi punti panoramici. Quello più spettacolare è vedere la piazza del Tesoro e l'inizio del Siq. Sono piccolissimi perchè l'altezza è notevole!
Il Tesoro è sulla stessa montagna sui cui siamo ora, sarebbe sotto i nostri piedi, perciò la facciata non si vede. Fantastico! Si vedono bene tutte le rocce, le spaccature delle montagne in alto. Si vede Wadi Musa, credevo fosse quello che chiamo il villaggio degli asini, invece mi ero sbagliata!
I due ragazzi dei cavalli ci fanno scendere da cavallo varie volte per ammirare diversi panorami. Non credevo fosse così bello e interessante questo punto! Si vede anche la zona del Sacrificio e della città. Siamo davvero in alto!
Ci riaccompagnano sul sentiero e sal Sacrificio riscendiamo giù nella città rossa.
Questa città è quasi surreale con le sue facciate scolpite nella roccia spaccata. Da qui capisco bene che si trova ad un'altezza tra gli 800 e i 1.396 metri, in un bacino tra le montagne ad Est del Wadi Araba, la grande valle che si estende dal Mar Morto fino al Golfo di Aqaba. Le rocce sono di arenaria policroma di età paleozoica, una roccia sedimentaria prodotta dalla sedimentazione e dall'accumulo di piccoli granelli di sabbia. Grazie a questo processo la roccia che ne deriva è resistente, ma facile da scavare perchè organizzata in strati. I fantastici colori che creano sfumature incredibili, derivano dagli ossidi formati durante il lungo processo di consolidamento. Il nome semitico di Petra era Reqem o Raqmu che significa la Variopinta, nome attestato anche nei manoscritti di Qumran. Sicuramente azzeccato!
I Nabatei furono geniali per come seppero sfruttare l'acqua e rendere Petra un'oasi. Ma furono ingeniosi anche nell'utilizzare delle rocce contenenti silice per ottenere un cemento impermeabile.
Ai giorni d'oggi forse Petra è stata resa famosa al pubblico con il film Indiana Jones e l’ultima crociata con Harrison Ford e Sean Connery del 1989.
E attraversando il Siq viene in mente anche a me la scena del film.
In realtà la città rimase sconosciuta per molti anni finchè nel 1.812 il viaggiatore svizzero Johann Ludwig Burckhardt la scoprì. Immagino l'emozione di quel giorno. Si vestiva da arabo e dovette far finta di essere un pellegrino che voleve sacrificare una capra al profeta Aronne, la cui tomba, costruita nel XIII secolo, si riteneva collocata al di là delle rovine, in cima al gebel Haroun. All'epoca Petra era parte dell'impero Ottomano e i viaggiatori in cerca di antichità non erano ben visti. Cerco di immaginare che accompagnato dalla guida, non potè fermarsi. Solo cinque anni dopo la sua morte fu pubblicato il libro che rivelava l'esistenza di questa città.
Scesi dalla strada del sacrificio andiamo a gironzolare per le Tombe Reali della parte a destra che non abbiamo ancora visto da vicino.
Restiamo a bere te con Lion e a chiacchierare tutto il tempo.
Ripercorriamo la via della città fino al Tesoro. Restiamo un pò sulla panchina a guardarlo tra i dromedari colorati, i beduini e i turisti. Ripercorriamo il Siq e già sento la nostalgia, ma un'altra sorpresa però ci aspetta, stasera c'è Petra by night!
Andiamo a cena a Wadi musa del ristorantino del primo giorno. Soddisfatti ci mangiano carne mista alla griglia, riso, hummus e falafel.
Andiamo a docciarci e cambiarci, vestendoci pesanti per la sera. Usciamo che è già buio e a piedi raggiungiamo il sito.
Petra by night è uno spettacolo turistico, ma come si potrebbe pretendere il contrario? Il biglietto costa 12 jd a paersona e si può acquistare all'inizio dello spettacolo, i posti non sono limitati. Lo spettacolo inizia verso le 20.30, quando è buio. Si percorre tutto il Siq e ci si ferma nella piazza del Tesoro. Le duemila candele sono l'unica illuminazione e l'atmosfera è suggestiva.
Camminiamo per la gola tra le poche luci nel buio della sera. Sopra la nostra testa un tappeto fitto fitto di stelle si scorge tra le rocce sinuose della gola! Anche il Siq è magico in questa atmosfera. Arriviamo davanti al Tesoro che si intravede nella rosse luce fioca delle candele e resto senza parole. E' bellissimo tutto rossiccio nella penombra. Davanti un tappeto di candele, messe in piccoli sacchetti bianchi.
Ci sediamo sui tappeti e quando siamo tutti lì riuniti, iniziano a distribuire te caldo e a suonare la musica locale. Stare lì nel silenzio assoluto, sentendo solo la musica e guardando il tesoro è un emozione.
Alzo gli occhi e vedo il cielo fittissimo di stelle, tanto da sembrare finto.
In penombra si vede la roccia spaccata e il tesoro scolpito tra la luce rossa.
Questa è l'ultima immagine di Petra e dopo averla esplorata per tre giorni è il modo migiore per lasciarla. Solo quando finisce la musica i flash delle macchine fotografiche illuminano completamente la faccia per qualche secondo. Certo che è uno spettacolo turistico, ma è incantevole.
Ripercorriamo in silenzio il Siq, davvero per l'ultima volta e non ci sarebbe occasione migliore.
se trovi un sentiero senza ostacoli, probabilmente non
va da nessuna parte.”
Frank A. Clark
Frank A. Clark
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