giovedì 13 gennaio 2011

castello crociato KARAK Giordania

31 Dicembre 2010

Per questo ultimo giorno dell'anno abbiamo in programma di spostarci da Madaba, percorrere l'antica strada dei re, visitare i castelli crociati di Karak e Shawbak, e trovare un alloggio a Wadi musa, la città dove si trova il sito di Petra. Il solito autista ci viene a prendere in hotel, oramai siamo affezionati e fedeli clienti, un pò amici. Mi fa ridere è un personaggio un pò strano, qualcuno ci ha chiesto dove l'abbiamo trovato! ma è buono, divertente e disponibile. Ci dice subito che il tempo è brutto e nella direzione in cui andremo sarà peggiore. Non ci facciamo scoraggiare dalle previsioni meteo e partiamo con la solita carica. Nei prossimi giorni danno bello a Petra e nel deserto, mi basta.
La radio mentre usciamo dalla città annuncia che alcune tratte della strada dei re sono state chiuse per maltempo. La faccenda si fa seria. Ma noi di coccio non molliamo, mentre l'autista ripende big problem almeno un centinaio di volte.

Percorrendo la strada principale la highway arriviamo al castello crociato di Karak che appare davanti ai nostri occhi in tutta la sua imponenza e bellezza rustica.
Il castello in cima alla piccola collina è circondato da mura crociate dalle quali si ammira tutto il panorama circostante nei colori giallo, ocra, beige e marrone. L'ingresso costa 1 jd a persona, si può prendere anche una guida. Purtroppo non l'abbiamo fatto ma sono sicura che ne vale la pena.
La città di Karak si sviluppa su un altopiano triangolare e il castello non poteva che essere costruito proprio sull'estremità. E' imponente con i suoi 220 metri di lunghezza ed i 125 metri di larghezza. Una volta al castello si poteva accedere solo attraverso un tunnel scavato nella roccia. I tunnel anche se non sono usati oggi, sono ancora ben visibili. Chissà che bello doveva essere. Il profilo del castello è rozzo, non certo raffinato nelle sue forme poichè rispetta lo stile militare architettonico del periodo delle Crociate. Innegabile l'impressione di forza e potenza, nonostante gli abbellimenti in rocce più chiare che vennero finemente lavorate dagli arabi che lo abbellirono nelle epoche successive. Il sepolcro di Noè di trova qui, vengo a scoprire mentre mi aggiro nella penombra tra corridoi e sale a volta. Tutto in pietra è un dedalo di stanze e passaggi, le cui ombre constrastano con la luce esterna che filtra da buchi e feritoie.
Le torri più importanti del castello, sono Burj al-Banawi, Burj as-Sa’ub e Burj az-Zahir Baybars. Dove Burj in arabo significa torre. La prima è circolare con un’iscrizione monumentale adornata da due pantere. La seconda è una piccola fortezza e la terza è un’imponente struttura che ricorda il castello.
Il castello si trova all’interno delle mura della vecchia città ad un'altezza di 900 m sopra il livello del mare. Nelle giornate belle si vede fino al Mar Morto e alla strada che conduce al Monte degli Ulivi al confine con Gerusalemme. Anche se oggi il tempo non è dei migliori la vista dall'alto rende l'idea di cosa doveva essere. Osservando dall'alto tutto quello che ci circonda proviamo ad immaginare come le sorti dei re e delle nazioni del paese furono decise proprio in questo luogo.
La prima espansione dell’Islam oltre la Penisola Araba avvenne verso nord in Giordania. Fu qui il primo scontro tra l’Islam e il mondo non arabo/bizantino. Molti dei compagni e condottieri del profeta Maometto furono martirizzati e sepolti in terra Giordana. Oggi i sepolcri e i santuari sono mete di musulmani devoti. Ma le religioni ora convivono serene e a Karak vive una grande comunità cristiana. Molte delle famiglie cristiane del paese discendono da tribù arabe che vissero nella regione nel periodo bizantino.
Per capire dove ci troviamo un pò di storia è necessaria. La storia che a scuola non ho mai voluto nemmeno leggere, improvvisamente si fa bella ed interessante. il povero Alessio come al solito è obbligato a leggere a voce alta i miei appunti, mentre ci aggiriamo per il castello.
La storia di Karak è antica e ha inizio secoli fa, quando i Crociati lo costruirono impiegando vent'anni. Nel 1161 fu la residenza dei sovrani della Transgiordania
, che all'epoca era il feudo più importante del regno dei Crociati. Nonostante resistette in un primo momento a molti assedi, cadde sotto il dominio di Rinaldo di Chatillon, noto per la sua barbaria. I racconti che si tramandano narrano che per divertimento gettava i prigionieri dalle mura del castello, rinchiudendo loro la testa in una cassa di legno. Ma la sua fine non mancò di arrivare, dopo che saccheggiò le carovane dei mercanti e i pellegrini musulmani, attaccando il cuore dell'Islam, Hijaz, e facendo incursioni nei porti arabi sul Mar Rosso, minacciando persino la Mecca. Non rispettò nessun patto e Saladino, il governatore della Siria e dell'Egitto, reagì immediatamente. Assediò la città di Karak, la bruciò e prese d'assalto il castello. Saladino, che ho sempre adorato considerandolo in fondo una persona leale, risparmiò la maggior parte dei prigionieri, tranne Rinaldo ovviamente, che uccise con le sue stesse mani. I difensori di Karak riuscirono a resostere per ben otto mesi all'assedio, prima di arrendersi ai musulmani che concedettero loro la libertà. L'avevo detto che Saladino era un personaggio romantico alla fine!
Karak divenne, sotto il controllo dei musulmani, la capitale di un'area molto vasta, grande come quasi tutta la Giordania ed ebbe un ruolo importantissimo nelle politiche del Medio Oriente per i due secoli successivi.
Quando passò sotto gli Ayyubidi e i primi sultani mamelucchi, il castello fu rinnovato e le fortificazioni furono consolidate. Furono erette torri apparentemente senza entrate e l'accesso alla città era possibile solo attraverso passaggi sotterranei. solo con la Grande Rivolta Araba venne sconfitto il governo turco, che finì nel 1918.
Con la nostra pila esploriamo le stanze e i corridoi che fecero la storia di queste terre. Le guide mentre accompagnano gli altri turisti spiegano bene dove si trovavano le cucine, i forni, le presse per fare l'olio e tutte queste cose sempre interessanti. Un ultimo sguardo all'orizzonte e lasciamo karak.


































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