giovedì 13 gennaio 2011

deserto giordano WADI RUM, sulla vetta del Um Ad Dami

alba nel nostro campo







05 gennaio 2011

La notte al calduccio è passata bene, la colazione è servita dalla sette e sono puntuale. Il sole sta già salendo, ma non è ancora alto nel cielo. Riesco a vedere qualche rimasuglio dell'alba e il sole che fa capolino dalla roccia davanti. L'alba è più timida, sottile. del tramonto. ma piena di grazia e come inizio giornata non c'è nulla di più bello. Silenzio assoluto tra la sabbia rosso porpora ancora fredda. Il campo si trova tra diverse formazioni rocciose, belle da salire, scoprire e vedere il panorama mattutino. La classica colazione nella tenda centrale è di pomodori, cetrioli, formaggio, hummus e uova sode con te e caffè.
Oggi partiamo con un altra guida, Audi, il ragazzo che accompagnava ieri gli italiani conosciuti. Ci aspetta la salita sulla vetta del Um Ad Dami, alto 1.832 metri e che è la montagna più alta della Giordania. Il dislivello che percorriamo dovrebbe essere sui 700 metri, visto che il deserto è su un altopiano.
Con Audi partiamo sulla nostra jeep, sembra una barzelletta. Le ruote affrontano la sabbia, piccole dune o pianure di terra.
La strada che percorriamo in jeep non è poca, dal villaggio Wadi Rum la montagna dista 40 km e solo a un paio dall’ Arabia Saudita.
Mentre ancora percorriamo le piste di sabbia cerchiamo di indovinare quale sarà la vetta, ma non azzecchiamo mai. Quando la jeep si ferma, scendiamo tra le dunette e iniziamo a camminare. Dal basso la vetta sembra quasi vicina. Non sembra così impegnativo e ci inganna. Impieghiamo un paio d'ore a salire. La maggior parte delle persone la fanno in un'ora e mezza, ma noi non siamo allenati e siamo stanchi da Petra. Così usiamo la scusa delle foto e della sete per fare delle tappe. Il panorama già dal basso è fantastico.
La strada non ha un sentiero, ma si cammina sui sassi, che teneramente Audi mi sposta per rendere agevole la mia salita. Avrà notato che sembro in coma. Soprattutto dopo che mi ha detto che siamo a metà strada! Chissà che faccia ho fatto!
Scherzi a parte sulla fatica il panorama che vede una volta arrivati in cima è incredibile. Siccome per salire si gira la montagna, ho sempre la sensazione di essere arrivata, ma è solo quando sono davvero in alto nel mucchio di sassi e la bandiera giordana consumata, posso dire di avercela fatta!
Ci fermiamo un pò su a dare le nocciole ai topini e a guardare il Wadi rum, tutto sotto i nostri occhi. Una vista a 360 gradi su quel che ci circonda. Nella parte sud ci sono imponenti montagne ed inizia l'arabia Saudita. Siamo solo a due chilometri dal confine, che qui in ogni caso è delimitato dalle montagne. Il deserto rossiccio puntellato da jebel scuri o rossastri ha tutta un'altra prospettiva.
Geologicamente è il letto prosciugato di un vecchio fiume e da qui si capisce meglio cosa sia questo deserto. Una volta il fiume che scorreva in questa zona ha lasciato le tracce del suo passato e insieme a vento e sole ha creato rocce dalle forme particolarmente belle e sofisticate. Un deserto vario in forme e colori, belle spaccature o dolci dune, è quello che vedo dall'alto ora. Mi faccio indicare da Audi il suo posto preferito. Da lui che abita qui e dice di non aver visto mai nemmeno Petra. Guardando giù non posso che essere in pace con me stessa, felice ed elettrizzata allo stesso tempo. La natura è la forza più bella e grande della nostra vita. Invidio Audi e la sua vita semplice, anche se sembra esagerato detto da me che ho tutto. Ma viaggiare dev'essere anche calarsi il più possibile nella realtà che si incontra. Cercare di capire un attimo e viaggiando si potrebbe trovare anche il proprio posto nel mondo, io che a casa non mi sono mai sentita a mio agio. Dalla vetta i giochi di luce ed ombre di questo deserto si mostrano al meglio. Non può che essere magico. Roccioso, brullo e sabbioso in mille colori e sfumature. In lontananza la foschia confonde l'orizzonte. Il caldo è mitigato dal vento freddo che soffia. I deserti non sono tutti uguali..... Quassù come in tutti i posti isolati ci si ferma ad esplorare il proprio interno, si sente la forza del mondo, sento la mia anima che in fondo è tutt'uno con la potenza della natura. Starei qui ore, a guardare. Mette una pace ed una forza indescrivibile....

Um Ad Dami



Um Ad Dami - wadi rum










Ci invita a scendere, dopo che ci siamo riposati e un'ora abbondante ci serve per tornare alla jeep.
Una volta terminata la discesa mettiamo le coperte in terra e Audi accende il fuoco. Mette su una pentola con cipolle, pomodoro, fagioli e origano. Mentre salivamo la montagna ha raccolto una specie di origano che usa anche per il te. A volte anche la salvia viene messa in infusione nel te, qui in Giordania. Il pranzo che mangiamo con il pane è ottimo. Audi è una persona molto educata, tenera ed è anche un ottimo cuoco, peccato che fumi tantissimo!





Dopo una dormitina al sole siamo pronti per riprendere la strada verso il campo, eravamo distrutti e un pò di riposo non poteva mancare. Il deserto è incredibile per tanti motivi. Le forme, i colori, i profumi ma soprattutto il suo silenzio! Mai sentito un luogo più silenzioso. Di solito le fronde degli alberi, i canti degli uccellini o il rumore dell'acqua di un fiume ci sono sempre. Solo qui ho trovato quella quiete assoluta.
La jeep scivola sulla sabbia attraverso il panorama che mi sembra ad ogni occhiata sempre differente. Ci fermiamo vicino ad una roccia alta per vedere il tramonto, qui soli nel silenzio e nel sole. Questa zona del deserto è molto tranquilla perchè non incontriamo altre persone, ieri sembrava di essere al casello di Melegnano.
Ci arrampichiamo sulla roccia, mentre Audi sale scalzo incurante delle rocce frastgliate. Ho male solo a guardare. Dall'alto le forme e il panorama sono ancora una volta molto affascinanti. L'immagine della Giordania mi sembra la figura di Audi che covacciato in tipo stile beduino sta appollaiato sulla roccia rossa nel tramonto. Ogni tramonto è speciale penso, mentre il sole dapprima giallo oro diffonde la sua luce ora rossastra. I profili delle rocce in lontanza si fanno neri, mentre il sole, giallo come una palla di fuoco si abbassa, lasciando un cielo rosso intenso. Per scendere corriamo giù dalla duna di sabbia violacea e ripida.






Audi è giù che ci aspetta, perchè era sceso a cambiare una gomma. Delle ossa di dromedario bianchissime spiccano sulla sabbia. E' il sole a renderle così candide. Audi dice che prima al posto che essere una guida per il trekking, portava la gente a dromedario. Mi sembra che gli manchi un pò, ma soprattuto capisco che vuol bene a quei bei animali. Infatti non mangia la carne.
Tornando al campo troviamo Mehedi che ci aspetta, perchè dormiamo in tenda due sere e una notte la facciamo in grotta.
Con Mehedi e Audi andiamo in jeep alla roccia pollo dove hanno preparato la cena e l'occorrente per la notte. C'è Emily da sola che ci aspetta, abbiamo fatto un pò tardi. E' già buio e ha acceso il fuoco. A fianco della parete di roccia si trovano i materassi e i tappeti, il fuoco e una tenda, nel caso cambiassimo idea.
Ceniamo tutti insieme, mehedi ha preparato un ottimo piatto di riso con pollo, mandole e altro. Per la verità mangiamo tutti tranne lui, perchè dice di aver già cenato. Invita la moglie a mostrarci come si mangia alla beduina, io come sempre dico sempre di si, anche se stavolta non è stata una grande idea, più che altro perchè la ragazza non sembra molto felice. Si prende un pugno di riso con le mani, si schiacchia nel palmo e lo si mangia. Noi non ci tiriamo certo indietro e cominciamo a mangiare. Io come al solito mi faccio riconoscere, non avevo capito che avrei dovuto mangiare la parte davanti a me, così con le mani pesco a caso nel grande piatto anche davanti agli altri, che figura. Un pò di te caldo va sempre bene e dopo la cena chiacchieriamo un pò, finchè Mehedi ed Emiliy ci lasciano con Audi. Diamo un materasso anche lui e una coperta. Alimenta il fuoco mentre noi vaghiamo per le dune ammirando il cielo incredibilmente stellato. Vedere la via Lattea non è certo un'abitudine! Il deserto di notte è freddo e morbido. Anche la sabbia è fredda, ma morbida come un velluto.
Andiamo a letto sul materasso, sotto la coperta calda, la kefia in testa. Sulla nostra testa il cielo carico di stelle sembra che stia per piombarci addosso. E' bellissimo, emozionante. Troppo suggestivo. Nemmeno il mioglior artista sulla faccia della terra avrebbe potuto dipingere qualcosa di più struggente per noi... mi sento un puntino, un nulla davanti a questo oceano di stelle che vegliano su di noi... Il fuoco è ben caricato di legna e anche Audi si mette a dormire. La pace è assoluta e l'atmosfera tra il fuoco, la roccia e le stelle è da favola. Dormire all'aperto nel deserto è un esperienza incredibile! Ci si sveglia la mattina con un'energia formidabile addosso

















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