giovedì 13 gennaio 2011

Giordania il sito di PETRA : Il Sacrifico Al-Madhba

02 gennaio 2011


La sveglia è alle 6.00 anche oggi! Colazione a buffet in hotel e si parte nel freddo mattutino per raggiungere l'ingresso del sito. La mattina è piacevolmente silenziosa. Solo i nostri passi e qualche ragazzo con il proprio asino, per le strade ancora deserte del paese.
Ripercorriamo la strada di ghiaia che porta all'inizio del Siq. La camminata tra le rocce di questa gola è sempre emozionante, anche il secondo giorno. Lo percorriamo più lentamente per fissare nella memoria ogni forma, ogni colore e ogni raggio di luce che filtra tra le altre rocce. Ritrovarsi davanti al Tesoro non è ancora un'abitudine ma un piacere.
Ci sediamo qualche minuto per guardarlo bene in ogni sua forma e sfumatura. Grazia ed eleganza tra le forme rosee tenui della mattina. Ancora così silenzioso. Piano piano arrivano i cammelli ed i cammellieri che piazzandosi di fronte lo rendono ai miei occhi ancora più suggestivo.
Procediamo per la via che porta alle Tombe osservando con la curiosità del primo giorno le facciate scolpite nelle rocce. Nella parte inferiore si nota che solo parzialmente sono state portate alla luce. I motivi a scale del tetto sono anche vicino al terreno, simbolo che sotto ci sono altre tombe. Porte erose dal tempo sembrano occhi e bocche, che a volte si trovano a filo della strada.
Ci facciamo tentare da un signore con i muli e approfittiamo per fare meno strada. L'uomo dice di abitare nel sito e in effetti le tracce di fuochi e materassi non sono poche nelle zone meno batture. Non immaginavo che ci vivessero ancora! Vogliamo vedere il Tesoro dall'alto. Sappiamo che ci sono due strade. I beduini dicono che una è da evitare e sembra che sia stata proibita di recente. Guardando il tesoro sulla sinistra si trova una scalinata nella pietra, per la verità molto ripida e soprattuto spesso interrotta bruscamente. Sarà che non sono troppo atletica ma per me è impossibile, sicuramente è solo per esperti. Le persone del posto per fortuna dicono che non si può salire, anche se poi ho visto qualche ragazzo in alto. Il fatto è che con tutte le montagne i sentieri segreti non mancheranno di sicuro.
Noi non ci pensiamo nemmeno e facciamo l'altra strada che porta sempre in alto, in un punto in cui si vede il tesoro dall'alto. Non dico che non ci credevo, ma non speravo in tanto. La vista è fantastica! Partiamo con il mulo e percorriamo la strada fino alle tombre reali. Da qui i nostri bravi animali, guidati dal beduino ci portano sulla scalinata che inizia dopo l'ultima tomba e sale sulla montagna. Veniamo lasciati alla fine delle scale e risparmiamo molta fatica. L'esperienza del mulo per me è molto divertente, anche se spesso ho sentito racconti per nulla entusiastici. Sarà che non avevo paura. E' vero che si avvicina agli strampiobi, ma pica vuol saltar giù. Anche lui ci tiene alla sua pelle ;)
Una volta in alto già il panorama abbraccia Il teatro, le altre tombe e tutto quello che si trova giù. Proseguendo dritto e poi a destra si cammina senza un vero e proprio sentiero, senza indicazioni e all'improvviso vedere il tesoro è una bella sorpresa. Un gatto ci ha seguito tutto il tempo e si è pappato metà del mio spuntino, visto che ogni volta gli davo un pezzo perchè miagolava.
Il tesoro dall'alto è ancor più bello e sembra quasi piccino sulla grande parete di roccia rosso scuro. Non è completamente illuminato perchè si trova nel crepaccio e i giochi di luce ed ombra lo rendono suggestivo. Certo che il panorama qui è molto bello, anche osservando le rocce intorno. A volte quasi mi sembra di vedere volti scolpiti nelle pareti, anche se sarà l'erosione di vento ed acqua a dare queste forme. Dopo essere rimasti un pò in contemplazione riprendiamo la strada e torniamo giù. Una sosta per il tè è sempre gradita così ci fermiamo in un baretto e ritroviamo Lion, il beduino che ci aveva accompagnato a Piccola Petra. Passare il tempo a chiacchierare con lui sulle strade segrete, sulla vita e sui viaggi non può che essere interessante.
Riprendiamo il nostro cammino e ci dirigiamo verso il teatro, su una vietta sterrata a destra della scalinata per il Sacrificio che permette di arrivare alla Tomba degli Angeli. E' piccola e senza facciata. Dopo una frana è stato proibito l'ingresso all’interno che contiene le nicchie sepolcrali, ma i colori delle rocce in questo tratto sono tra i più belli.

Oggi decidiamo di salire la strada porta al Luogo Alto del Sacrificio.
Il fatto che Petra, così bella e immensa, non avesse mura mi stupisce assai. Solo ora che percorrendo i gradini vedo facciate, teatri, resti di templi e tutto quando, ho solo una vaga idea del valore che avesse questa città. Capisco che ci sarebbe ancora molto altro da scoprire e riportare alla luce.
Al-Madhba è il nome in arabo del luogo alto del Sacrificio. Non ho guardato quanto tempo abbiamo impiegato, ma credo un'oretta a piedi per la salita. Si incontrano molti muli che portano i turisti e poi percorrono la discesa di scalini di corsa e da soli anche, mi fa troppo ridere. Il panorama anche solo nella parte di salita a scalini è davvero bello. Si intravedono pezzi della città dalle rocce rosse ed articolate, che anche qui rivelano tratti molto particolari e con disegni stupendi. Rossi, gialli, arancioni, grigi e violetti si alternano in strisce che sembrano dipinte. Quasi sembra impossibile che siano state create dalla natura. Che invece in certi luoghi è formidabile.
Arriviamo in alto da una stradina stretta e davanti a noi si apre una piazzola dove c'è il ristorante / negozietto. Non siamo arrivati, anche se quasi pensavo di sì, manca poco ma ci concediamo un pò di riposo sulle rocce. Il panorama da qui vale tutto lo sforzo! Si vede tutt'intorno la roccia rossa e nera e le facciate di tombe lontane. Ci riposiamo un mezzoretta girovagando tra le rocce e sostando un pò all'ombra.
Saliamo l'ultimo pezzo che porta all’altare sacrificale, sapientemente costruito in un bel punto panoramico e piatto a 1.035 metri. I Nabatei avevano molto occhio, che dire. Ci sono due strade per raggiungerlo. Una volta le due vie erano usate dai pellegrini per salire da una parte e per scendere dall'altra.
Non è l'unico luogo alto di Petra. Sicuramente è il più famoso anche se c'erano anche un triclinio, una sala per banchetti, un betilo, un altare e una cisterna.
La parte alta è divisa in due parti. A sud ci sono due obelischi in pietra di sette metri, costruiti per rappresentare le due divinità, Dushara e al-Uzza, adorati dai Nabatei. A nord si trovano le rovine del forte di controllo. Non resta molto del sito originale, solo l’ara sacrificale, ma il panorama sulla città è favoloso. Le persone sono così piccine dall'alto. Da qui sembra che Petra sia ancora una città viva, con tutto quel via vai di persone lungo la via principale. La vista abbraccia le tombe reali, la via colonnata e tutta la parte a sinistra. Una beduina locale ci mostra la punta del monastero Deir che si intravede da qui. Non posso far altro che pensare che in questo sito la bellezza della natura già suggestiva, è stata arricchita dalla sapienza umana. Solo il colore, le forme delle rocce, i canyon e i panorami ne avrebbero fatto un luogo indimenticabile. I Nabatei hanno completato il capolavoro che oggi ammiriamo da quassù mentre il cielo blu è scosso da un bel venticello fresco. Capisco perchè i grandi pensatori di tutti i tempi si isolavano. Non c'è posto migliore per star bene, che quelli come questo. Soli nel silenzio, nel sole e nel vento, non posso che essere in pace con la mia anima e il mondo intero. Stiamo qui a bordo dello stampiombo e mangiucchiamo i dolcetti del fornaio.
Un asino con su un ragazzino si mette a fianco a noi e guarda giù dal precipizio, mentre il ragazzo ci dice: vedi anche gli animali vengono qui per osservare il panorama.
Per scendere facciamo l'altra strada che passa da Wadi Farasa e che arriva al Palazzo della Figlia del Faraone. La strada è un pò più lunghina ma meno in pendenza.
E' un'alternativa piacevole e meno battuta. Incontriamo sulla strada la fontana del leone. Ora resta visibile un leone scolpito nella roccia che una volta era una fontana con un canale che usciva dalla bocca. E' grande 5 metri per 2,5 e davanti c'era un piccolo altare. In questa zona meno battuta si vedono più persone locali e in lontananza dovrebbero abitare ancora. Gli altri beduini mi dicono che hanno persino internet.
Scendendo si fanno tratti a gradini e tratti di roccia facili fino a scendere nella zona della spaccatura dove ci sono diverse tombe. La tomba del triclinium, quella del soldato romano, la tomba del frontone rotto, la tomba rinascimentale e il tempio del giardino.
La tomba del soldato romano, ha questo nome perchè sulla facciata in fase successiva venne messe una statua romana di un soldato sopra la porta. Lo stile delle statue porta a pensare che sia stata realizzata dopo 106 d.C. quando Traiano annesse Petra all’Impero Romano. All'interno sono scolpite delle nicchie con colonne semicircolari. Una volta un colonnato univa la tomba al tempio del giardino, dove si tenevano i banchetti annuali in onore del defunto che era sepolto nella tomba del soldato romano. In quest'area ho l'impressione che ogni cosa sia una piccola scoperta, forse perchè è l'unica parte in cui siamo soli.
Sembra che gli scavi non siano per nulla finiti. Chissà quanti resti sono ancora sotto terra. Proseguendo verso destra passiamo da una parete di roccia ricca di facciate di tombe, molto belle e colorate anche se molto erose dal tempo. In questa zona ci sono anche molti resti di quelle che erano le case di Petra. In alcune ci sono materassi e resti di fuochi accesi di recente.
Incontriamo un beduino con mamma cammello e un cucciolo di due giorni. Sono di una tenerezza!! Lui non si regge sulle zampette, si lamenta mentre la mamma si avvicina con la testa, gli fa un pò di coccole e sembra dargli anche i baci. Con loro un cammello di un anno che si avvicina curioso e sembra volermi mangiare la chioma. La mamma anche se è tranquilla è molto protettiva, i dromedari sono animali bellissimi e dolci!
Un altro tesoro di Petra sono i papiri scritti in greco che nel 1994 furono recuperati carbonizzati dal sito della chiesa bizantina. Ben 152 rotoli di documenti molto sottili, quasi impossibile da srotolare. Sono il più grande ritrovamento antico di materiale scritto in Giordania. Le date riportate sui papiri vanno dal 537 al 559 d.C.
Ho letto che c'è anche la Tomba di Aronne, Jabal Harun, che richiede una camminata di otto ore e un biglietto a parte, ma non ho scoperto di più.
Anche per oggi abbiamo camminato abbastanza e quando torniamo davanti al tesoro è già tramontato il sole e siamo tra gli ultimi. Il Siq in solitudine è sempre magico e la strada, ora che siamo stanchi, sembra più lunga di quel che ricordassi.
E' già buio e freddo, visto che il sole è scomparso dietro le montagne di Petra. Ci facciamo accompagnare da un taxi in un altro ristorantino locale di Wadi Musa. Scegliamo tra le pietanze all'interno e la cena è sempre buona, anche se meno di ieri. Passiamo ancora dal fornaio per prendere qualche dolcetto e un pò di pane, prima di rientrare in hotel per una doccia e una bella dormita!















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