giovedì 13 gennaio 2011

WADI RUM Giordania, un giorno in dromedario

06 gennaio 2011

Il risveglio la mattina, qui all'aperto nel deserto, è unico. Aprendo gli occhi vedo l'alba che con i suoi colori tenui colora il bordo del mondo. Tutto lentamente prende forma e colore, mentre la luce ancora fredda si alza. Le montagne creano ombre e luci al sole che non è ancora troppo alto. Mi sveglio presto, ho dormito benissimo e non era freddo, con queste coperte poi si può dormire anche in Siberia. Faccio un giretto tra le dune, il bello è che qui siamo soli nel silenzio. Audi sembra ancora dormire, mi chiedo se sia felice di stare all'aperto, non vorrei mai che fosse obbligato. A me sembra il posto più bello del mondo. Da pigra torno sotto le coperte visto che è presto e mi riaddormento.
Quando riapro gli occhi, vedo Audi che beve il te. E' caldo! Abbiamo anche i biscotti, sono favolosi perchè anche se restano mezz'ora nel tè non si sfaldano. Sono al sesamo, buonissimi e il te caldo ci vuole proprio. Alle sette e un quarto andiamo al campo per la colazione nella tenda grande.
Oggi ci aspetta una giornata più rilassante, penso, tutto il giorno a dromedario. Non ci sono mai nemmeno salita. Partiremo verso il deserto bianco.
Il nostro cammelliere arriva con tre dromedari, è un anziano beduino che parla solo arabo, bene. Evidentemente non capisco quello che dice, infatti ignara delle sue spiegazioni incomprensibili rimango subito appesa per un piede mentre il dromedario si alza di scatto e io grido aiuto! Non avevo compreso bene, devo aspettare quando lui tiene la testa, altrimenti si alza di scatto appena lo sfiori. No è che pensavo.. visto che porta turisti da anni avrà imparato ad aspettare ad alzarsi.. invece no. Già quando si alza mi devo tenere con le mani, figurarsi a restare appesi. Quel che mi fa ridere è che anche il dromedario del cammelliere si alza di scatto mentre lui si appoggia appena e agile agile mentre l'animale si alza, ha la destrezza di mettersi in sella. Complimenti, io per ora non provo il numero.
Iniziamo al nostra passeggiata, il dromedario procede con il suo classico movimento lento e dondolante. Ci lasciamo trasportare ammirando i panorami ed i colori che cambiano. Ci fermiamo per salire su una roccia che ha un arco naturale in alto e si riparte. Ci fermiamo un pò di volte perchè ci volano giù la macchina fotografica e la giacca. Rimango ancora appesa per un piede, stavolta però perchè volevo essere più furba del dromedario. Credevo davvero che sarei riuscita a saltare in sella, prima che si alzasse, ma nulla. Il cammelliere parla parla, ma non capisco. L'unica parola che sappiamo è "quais" che vuol dire bene, così lui si gira e dice quais, noi rispondiamo altrettanto e procediamo felici e contenti.
La sabbia ed il terreno man mano si son fatti di colore beige chiaro e le montagne marroni. Questa parte è davvero deserta, in tutto il giorno non troviamo nessuno. Una pace assoluta in questa giornata calda di sole tra le dune. Le tre ore di dromedario passano veloci. La sabbia è interrotta qua e là da cescuglietti secchi secchi e piccole piante color smeraldo dal bulbo simile ad una cipolla. Raggiungiamo una parte particolarmente belle di dune rosso fuoco che si susseguono e belle montagne. Staremo qui un pò a riposare e a mangiare. Scesi dai nostri animali li accarezzo un pò, gli do qualche cespuglio con la mano e gli gratto il collo. Sono dolcissimi. Il cammelliere li lega a piccole piante e mi chiedo perchè mai non dovrebbero scappare visto che mi sembrano piccoli cespugli secchi e fragili. va bè anche loro vorranno bene al padrone e forse nel deserto conviene star con lui.
Scesi corriamo subito in cima alle dune soffici dai colori porpora con qualche striscia chiara e qualche cespuglio verde. Il divertimento è sempre saltare dalle rocce sulla sabbia farinosa, fare foto e correre giù dalle dune di corsa, oppure rotolarsi mentre mi riempio di sabbia come una cotoletta.
Il sole è bello caldo e qui è davvero deserto. Non incontrare jeep o carovane lascia in una pace totale. Mi sento davvero a casa.
Scesi dalle dune dopo un pò di giochi e un pò di relax ci arrampichiamo su altri picchi rocciosi, che si si susseguono a perdita d'occhio.
Scesi il cammelliere accende il fuoco, ci mette le coperte sulla sabbia e ci prepara il pranzo. Succo di banana, pane con pomodoro, formaggini, cetriolo e tonno.
Dopo un pò di relax si riparte per tornare al campo.
Uno dei dromedari prende in bocca da solo la bottiglia piena d'acqua e non riesce a bere perchè c'è il tappo. incredibile,il cammelliere toglie il tappo e mette la bottiglia in bocca al dromedario che beve in un sorso tutta l'acqua.
Facciamo una strada differente dall'andata ed ogni angolo di questo deserto è stupendo, per colori e forme. Passiamo da dune altine in sabbia chiara per poi incontrare di nuovo i toni accesi del rosso giordano, come chiamo il colore del Wadi rum.
La strada è lunga, sempre tre ore per tornare al campo tendato, povero dromedario siamo belli pesanti noi. Io non lo trovo scomodo come dicono tutti. Si l'interno coscia si fa sentire perchè senza staffe il peso della gamba è tutto da sorreggere, ma nulla di più. Sarà che ho il sedere imbottito e non sento male!
Procediamo lenti mentre ormai spavalda, con le mani gioco a fare gli animali con le ombre. Ride anche il cammelliere che ogni tanto si gira a chiedere se stiamo bene, visto che stiamo sempre zitti. Stiamo contemplando la bellezza degli scorci, i colori che cambiano e le ombre che si allungano mentre torniamo alla base.
Lasciati i dromedari lui prosegue la strada e noi ammiriamo il tramonto dalle rocce del campo tendato. Il sole scompare dietro i profili seghettati delle montagne in lontananza e subito è freddo. Il cielo è ancora rosso fuoco e man mano si scolora. Andiamo a bere un tè caldo, che oggi servono nella tenda grande con fuoco e beduini che suonano l'oud mentre cantano. Starei qui per sempre, mi sembra che sia tutto quello che serve. I beduini sono molto loquaci ed è sempre interessante scambiare opinioni. Molte persone fanno un giorno solo nel deserto, perciò in tre giorni conosciamo molta gente. La maggior parte dei turisti sono italiani, ma conosciamo anche spagnoli, brasiliani, australiani e olandesi. E' divertente sentire le esperienze di tutti, mentre a piedi nudi sui materassi sorseggiamo il te.
E' l'ultima notte nel deserto. E' incredibile come sia il luogo che mi rimane più nel cuore. Sarà il contatto totale con la natura che ci circonda, il silenzio che ci fa riflettere, ma il deserto ci ha lasciato tanto dentro. Proprio un posto così apparentemente vuoto. Restiamo a guardare la stellata per un pò, prima di andare a dormire nella tenda. Non so quando potrò rivedere un cielo così!















Nessun commento:

Posta un commento