giovedì 13 gennaio 2011

il castello crociato di SHAWBAK

Continuiamo il nostro viaggio sulla strada dei re tra nebbia, pioggia e tratti di sole. Il nostro amico non fa altro che ripetere big problem mentre procediamo a 30 km orari sulla strada più panoramica della giordania, ma che non vediamo affatto, perchè la nebbia non ci permette di vedere nemmeno tre metri più in là. E' strano ed affascinante immaginare la valle dei re, essere qui e non vederla con questo tempo quasi padano. Tratti di pioggia intensi si alternano a spazzi di sole e schiarite, il clima qui è davvero pazzo. Bastano una decina di chilometri per vedere cambiare tutto. La strada ad un certo punto è interrotta e prendiamo altre alternative. Dalla moschea vicina escono i fedeli e le strade dei paesi sono popolate nonostante il brutto tempo. Procediamo lenti perchè la strada è un continuo sali scendi e le persone attraversano senza troppa cura del nostro veicolo che sopraggiunge. La strada che percorriamo è una strada vecchia 5.000 anni, la strada dei re, che collega la capitale Amman alla città di Aqaba, sul Mar Rosso.
Il castello di Shawbak si trova a 25 km da Petra. A vedere il paesaggio ora arido non si direbbe che nel Medio Evo era un luogo ricco di acqua immerso in un verde i cui giardini facevano concorrenza per bellezza a quelli di Damasco. Provo ad immaginare tutto questo verde dove ora colline tondeggianti che si estendo a perdita d'occhio.
Il castello di Shawbak ci appare all'improvviso abbarbicato sulle pendici di una montagna giallo ocra e arida. L'ingresso è gratuito e il sito è solitario. Lasciamo una mancia ai custodi che sembrano diventicati del resto del mondo in questo luogo sperduto. Non incontriamo nessuno e con questo tempo da lupi anche il castello sembra mistico. Una tripla cinta muraria lo protegge, entriamo ed iniziamo la nostra esplorazione. Spiccano dei torrioni mamelucchi, le mura lunghe circa 170 metri e le pietre gialle.
Il castello è particolare perchè è stato costruito in modo da sfruttare un fossato naturale e sembra un’estensione della collina. Questo ha fatto si che avesse una posizione strategica che ne facilitava la difesa. La conformazione del territorio favoriva la raccolta di acqua, proveniente soprattutto delle sorgenti che sgorgano da vallate a est.
I Crociati che lo costruirono 887 anni fa e lo chiamavano il “krak di Montreal". Ora lo ammiriamo tra queste colline color caramello striato, formate da strati rocciosi con inclinazioni orizzontali e verticali. Affascinanti sono i colori così come i pendii ed i dirupi che scendono nelle profondità del Wadi Araba.
Ma il Castello di Shawbak non fu costruito dal nulla, bensì su di un precedente insediamento romano-bizantino, un castrum per ospitare le legioni. Poi vennero i crociati che lo costruirono e a ricordare l'epoca cristiana lasciarono le incisioni nella parte superiore degli alberi “foliati”. Le tracce del passato romano si vedono anche dall'edificio di accesso interno e dai i resti delle mura romano-bizantine. Nel sito ci sono anche il palazzo dei crociati, la chiesa di Santa Maria, doppie mura, i quartieri dei cavalieri Ospitalieri di San Giovanni con una chiesa e una piccola cappella in una torre delle mura.
Dopo la vittoria di Saladino nel 1187, il castello entrò a far parte del regno ayyubide e prese il nome arabo attuale. A ricordare questo periodo c'è una torre con incisioni in arabo, grandi lettere nello stile mamelucco che risalgono al 1290.
Nonostante la sua cinta muraria e le sue caratteristiche difensive cadde per mano di Saladino solo 75 anni dopo la sua costruzione. Fu realizzata una sala del trono, maestosa e valido esempio di architettura con un gioco di luci e prospettive tese a dar rilevo alla figura del sovrano. I Mamelucchi che lo conquistarono in seguito indrodussero importanti novità come una tintoria per la produzione dei tappeti. Nel 16° secolo Shawbak fu inglobata dall’impero ottomano e perdendo la sua importanza.
Vengo a sapere che fino agli anni 50 questo castello era abitato dalla popolazione locale. Ora stanze e passaggi tra cui ci aggiriamo sono parzialmente crollati, ma leggende raccontano misteriosi passaggi segreti. Come una scalinata di 375 scalini che porterebbe ad uno specchio d’acqua naturale che si trova sotto il castello. Dagli archeologi ne sono stati scoperti 150 di questi scalini e dagli studi effettuati ci sono molte possibilità che fosse davvero un passaggio all'acqua e non solo una semplice leggenda. La scalinata è ripida e potrebbe aver avuto incontrato anche l'acqua, importantissima ai quei tempi perchè le rese dei castelli avevvenivano spesso per la sete, data la siccità. Come mi intrigano queste storie!
Una missione italiana opera qui da vent'anni ed è venuta per studiare i segreti e l'architettura di Shawbak, che restò abbandonato per molti anni e non è certo turistico come l'altro castello crociato Karak. Secondo i nostri archeologici potrebbe essere addirittura l’insediamento crociato più importante di tutto il Medio Oriente, poichè la regione è stata d’importanza cruciale tra Oriente e Occidente, mondo cristiano e mondo islamico, Mediterraneo e Arabia.
Per comprendere tale importanza bisogna pensare a Petra dove fiorirono i Nabatei, a partire dal 4° secolo a. C. a cui seguirono i Romani, nel 109 d. C. che restarono fino al 7° secolo, perchè la zona fu poi invasa dai persiani.
L'importanza di Petra era nel suo valore di frontierea, quando si trovava sulla via della seta in un punto strategico oriente e occidente, cioè tra il Mediterraneo e Asia e persino tra la zona di Siria e Arabia e l’Egitto lungo quella che era la via dell’incenso. In epoca romana la sua posizione era di frontiera perchè situtata ai confini dell’Impero. L'importanza cadde in epoca islamica, perchè nel territorio così vasto non ricoprì più un ruolo strategico.

















1 commento:

  1. Ciao Diana, splendida descrizione del "nostro" Shawbak! Dico nostro perché sono una degli archeologi italiani che ci lavora...
    Approfitto del tuo blog per segnalarti e segnalare la pagina FB della nostra missione, casomai interessasse a qualcuno!
    https://www.facebook.com/pages/Shawbak-Project-Archaeology-of-a-Mediterranean-Frontier/278203232217241
    Un saluto e torna presto a trovarci in Giordania, noi lavoriamo lì da Ottobre a fine Novembre, di solito!
    Laura

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