domenica 5 settembre 2010

diario di viaggio: ANAFI - non just another greek island !



23 agosto

Anafi è stata curiosità a prima vista, già quando ci siamo passati in traghetto andando verso la Turchia.
Dato che si trova a sud est di Santorini è l'isola delle Cicladi più remota e meridionale dell'arcipelago e questo mi aveva già incuriosita. Speravo di trovare un angolino tranquillo di Grecia dove rilassarmi e ritrovare un'atmosfera genuina e serena. Così è stato, anche se solo per un paio di giorni. Purtroppo avevamo il volo di ritorno e dalla Turchia siam tornati più tardi del previsto. Anche se il tempo è stato poco, dopo tanta strada è sembrato anche più lungo del solito.
Anafi è un'isoletta magica, fuori dal tempo, dal turismo e dalla movida.
E' una di quelle isole piccine, ruvide, di una bellezza semplice e disarmante.
E' un'isola piccina piccina, sembra quasi una roccia che esce dal mare. Quasi completamente brulla e rocciosa ha solo un paesino che si trova naturalmente in alto. In Grecia hanno sempre grande occhio per la chora.
Le strade isolane sono giusto un paio che vanno alle spiagge e in giro per l'isola, ma poca cosa.

Appena scendiamo dal traghetto abbiamo l'impressione di un'isola ancora verace e di gente che torna qui anno dopo anno. Le persone si salutano e si abbracciano come amici di vecchia data. Capisco già di essere nel posto giusto. I pochi affitta camere che si trovano giù al porto non si propongono nemmeno a noi. Fermiamo i primi che vediamo e prenotiamo una stanza da loro.
E' il GALINI villa che ci offre una doppia a 45 € a notte. Lea stanza è bella, ben arredata, pulita e spaziosa. Abbiamo anche un terrazzino con tavolo e sedie e vista mare dall'alto. La camera è particolarmente deliziosa perchè ha il tetto ad arco.
La struttura si trova nella Chora, che ad Anafi è proprio un minuscolo e autentico esempio dell'architettura cicladica. Si vede il mare e la posizione è davvero molto bella. Subito fatta una doccia partiamo per un giretto, per sgranocchiare qualcosa e trovare un mezzo.
Il paesino è ad un'altezza di 250 m arroccato sulla roccia. E' tutto un saliscendi labirintico tra piccole case cubiche bianco calce. Una manciata di case bianche aggrappate alla roccia nuda isolana. Ha il sapore delle cose antiche e semplicemente belle. Il centro è formato da un paio di taverne, una posta, un fornaio, un solo negozio e due ouzerie. Fantastico. Mai visto nulla di più delizioso.
Genuinamente bello, tripudio di muri bianco calce e imposte azzurre che guardano il mare blu tutt'intorno. Mi ha ricordato subito Santorini, o meglio, quello che probabilmente era Santorini molto tempo fa. L'architettura è simile. Molti tetti sono a cupola e hanno le tipiche forme delle case di Santorini, più che delle Cicladi in generale. Forse anche il fatto che si trova a strampiombo sul mare sulla roccia alta 250 metri ricorda molto i paesini della caldera, della più celebre Thira.
Viuzze strette e fitte che guardano sul mare, che da qui pare infinito e lontano.
Anafi è fermarsi dall'unico fornaio dell'isola e mangiare delle pite straordinarie alla feta e olive nere. Non ci sono in giro molte persone, ma il forno è l'unico aperto perciò ci trova tutti qui. Fatta scorta di pite e di bevande, noleggiamo uno scooter
e raggiungiamo la spiaggia di Roukunas. Passiamo la giornata qui in relax tra bagni, tuffi e riposini al sole.
L'acqua è meravigliosa, il mare è limpido e freddo. Di gente ce n'è, ma dato che tutti sono discreti, non abbiamo nemmeno la sensazione di essere in una spiaggia piena. Qui ad Anafi ci sono molti nudisti e molti campeggiatori liberi. Persone discrete e molto socievoli in ogni caso, c'è posto per tutti in questa atmosfera autentica e rilassata.

Ci beviamo una birretta nella taverna alle spalle della spiaggia per avere un pò d'ombra. Cucinano anche e i piatti hanno un bell'aspetto. Peccato che non abbiamo fame e non testiamo la cucina locale. L'acqua è molto pulita e i colori del mare cambiano a seconda della posizione del sole. Quest'isola è proprio quello che ci voleva...
Prima che il sole cali facciamo un giretto per le vie deserte ed incredibilmente silenziose. Arriviamo fino alla parte alta della chora per ammirare il tramonto e il sole che si tuffa nel mare. Niente applausi come a Oia di Santorini, ma due signore greche che davanti a casa puliscono l'insalata. Parlano un pò con noi e finito il tramonto torniamo verso al parte centrale della chora per cercare una tavernetta.
Non che ci sia un vero centro, ci sono un paio di taverne, un uzeria, un fornaio e la posta. Tutto il paese si riuscisce qui, dove non c'è niente costruito apposta per i turisti. Le stradine strette si riempiono di seggioline di legno e signori di tutte le età.
Ci beviamo una rezina all'ouzeria prima di cenare in qualche taverna.
Mi piace quest'atmosfera familiare con le ragazzine che servono ai tavoli, i genitori che cucinano e tutti che si conoscono. In effetti il paese è così piccolo che non potrebbe essere altrimenti.

Scegliamo una taverna a caso To Steki e ci facciamo una scorpacciata di insalata greca, polpette di pomodoro, feta al forno, tzakizi, melinzano salada e involtini di vite, tutto innaffiato da vino locale. Usciamo stortissimi! Il menù è scritto a mano a penna, bellissimo.
Ancora quattro passi per la Chora semiderta sotto il tappeto di stelle. La una si specchia nel mare buio e lontano.
Un rakomelo caldo prima di andare a nanna.












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