domenica 5 settembre 2010

CAPPADOCIA: valle di Goreme

21 AGOSTO 2010


Anche oggi la Turchia ci regala una bellissima giornata limpida di sole. Colazione presto in terrazza con cay, pane e marmellata per iniziare un'altra giornata di esplorazione. Sembra strano ma pur alloggiando nella Valle di Goreme non abbiamo ancora visto la maggior parte delle attrattive vicine.

Iniziamo con l'open air museum di Goreme, il museo all'aria aperta. Ci andiamo a piedi visto che è appena fuori dal paese. La strada di asfalto passa tra i tufi e porta in breve all'ingresso del sito.
Passa un carretto turco con cavallo a regalare un atmosfera ancora più fuori dal tempo.
Il prezzo a persona per entrare è di 15 tl ( sette euro circa). Più che un museo è un parco, una valle diciamo piena di chiese bizantine scavate nella roccia. Il panorama e l'ambiente circostante è unico e suggestivo con varie formazioni di roccia e valli in lontananza. Sicuramente il pezzo forte sono le chiese davvero belle, uniche e ben conservate. Vale sicuramente la visita,  andrebbe a parer mio visto come prima cosa a Goreme, per poter essere apprezzato a dovere visto che è turistico e abbastanza affollato, prima di visitare il resto della zona. Il sito è molto bello, ma dopo aver assaporato la solitudine di altre valli trovarsi insieme a tantissimi turisti è un pò fastidioso. Troppa gente per i miei gusti, però essendo un must, ovviamente comprendo che sia pieno.

Il sito come tutta la Cappadocia ospita tunnel, chiese e abitazioni nascoste nella roccia. I Cristiani si rifugiarono in questa zona a causa della minaccia araba e la chiamarono "Göremi" che significa "Non potere vedere". Questo nome, col tempo, si trasformò prima in Korama e poi in Göreme, usato al giorno d'oggi. Vi si stabilì San Paolo che trovò l'area molto idonea all'educazione dei missionari. Göreme divenne uno dei maggiori centri del Cristianesimo nel periodo dal VI secolo fino alla fine del IX secolo, cioè nel periodo bizantino e selgiuchide. La maggior parte è costruita con pianta a forma di croce, con una cupola centrale sorretta da quattro colonne. Nelle navate laterali di molte chiese ci sono delle tombe rupestri, in alcune si trovano ancora scheletri e teschi.


Le chiese scavate nella roccia sono 400 circa disseminate nella zona. Quelle di Göreme sono: Tokali Kilise (chiesa della fibbia), Carikli Kilise (chiesa dei sandali), Karanhk Kilise (chiesa oscura), Meryem Ana Kilisesi (chiesa della Vergine Maria), Elmali Kilise (chiesa della mela), Yilanli Kilise (chiesa del serpente), Barbara Kilisesi (chiesa di Santa Barbara), Elnazar Kilisesi (chiesa dello sguardo).












Nelle chiese è vietato far foto, purtroppo. Molti le fanno e le hanno fatte. Io sinceramente solo ad una chiesa ho disobbedito.

ELMALI Kilise La chiesa della mela si trova subito dopo il Monastero Femminile. Il nome deriva dal fatto che in uno degli affreschi si trova un arcangelo dipinto con un globo in mano che somiglia ad una mela. Ha una cupola sorretta da quattro colonne e tre absidi. Gli affreschi sono risalenti al periodo iconoclastico e sono relativamente ben conservati. Raffigurano Gesù Pantocratore sulla cupola e il battesimo di Gesù, l'entrata in Gerusalemme, l'ultima cena, la Crocifissione, il tradimento di Giuda, ed altre scene della vita di Cristo e dell'Antico Testamento sui muri e sulle volte.

YILANLI Kilise (La chiesa del serpente) chiamata così per via di un affresco che raffigura San Giorgio e San Teodoro che uccidono il drago, rappresentato da un serpente. E' una chiesa senza colonne e senza cupola. Ha un soffitto a volta e degli affreschi sui muri laterali. Quelli di sinistra rappresentano l'imperatore Constantino e S. Elena sua madre, che tengono in mano la croce bizantina. A destra si trovano le figure di San Basilio, San Tommaso e Sant'Onofrio, che secondo le leggende era in origine una donna bellissima e veniva insidiata continuamente dagli uomini. Così pregò Dio di proteggerla da essi e Lui, accogliendo la sua preghiera, le fece crescere la barba. Per questo è rappresentata come metà uomo e metà donna. Dentro la chiesa si trova anche una tomba.

La Chiesa di Carikli è un'altra delle chiese belle di questo sito.
Si entra salendo su una scala di ferro perchè i gradini di pietra sono stati danneggiati troppo dall'erosione. E' una chiesa sempre scavata nella roccia con tre absidi e quattro cupole. Gli affreschi che la decorano rappresentano scene di Cristo in croce, la deposizione dalla croce, la resurrezione di Lazzaro, le donne davanti al sepolcro vuoto, l'ospitalità di Abramo, l'infanzia di Cristo con la Vergine Maria, la trasfigurazione, l'entrata di Cristo a Gerusalemme.


La Chiesa oscura Karanlik Kilise è un'altra chiesa del sito. Si entra da una stretta scala. Il fatto che la stanza in cui si accede è un ambiente buio illuminato solo da finestrella, ha preservato gli affreschi che hanno ancora colori vivi e conservano la loro originaria bellezza. Devo dire che queste chiese sono davvero belle e uniche. Trovo sorprendente che si siano conservate così bene.


LA CHIESA DI SANTA BARBARA








E' l'unica in cui mi son permessa di fare foto all'interno. Questa è una chiesa rupestre che risale al secolo XI ed è chiamata così perchè conserva gli affreschi di Santa Barbara, San Michele e San Teodoro, oltre a dei decori dai motivi geometrici.
Gli affreschi e disegni rossi di questa chiesa sono incisi direttamente sulla roccia con della pittura in terra di Siena.
E' stata ricavata scavando e intagliando la roccia. Si trova a destra dell' ingresso del museo a sud della chiesa incisa nel blocco detto "Elmali" (della mela).
Ha una pianta a forma di croce a due colonne. C'è un'abside centrale e due laterali, ed una cupola centrale. Sulla cupola nord c'è un affresco del Cristo.



La Chiesa della fibbia (Tokali Kilise) fa sempre parte del museo di Goreme e del biglietto pagato all'ingresso anche se si trova fuori dal sito. E' vicino al parcheggio, praticamente prima del sito. E' certo la più bella ed affascinante. Mi ha lasciata a bocca aperta. Anche qui è severamente vietato fare foto anche senza flash. E' molto grande e di una bellezza unica. Sulla volta e sulle pareti si trovano dei bellissimi affreschi risalenti al 963 raffiguranti la vita di Gesù. Dalla sala più grande si accede ad alcune cappelle scavate a diversi livelli. Da una scaletta che scende si entra nella cappella di sant'Eustachio. E' un'opera incredibile e ancora mi chiedo come abbiano potuto scavare così bene e rendere così belle queste chiese.

Lasciato questo sito spettacolare andiamo a passeggiare un pò nella valle rossa, la Red Valley. Sentieri di ogni tipo e durata si perdono tra le formazioni di tufo. Anche qui resti di chiese e abitazioni, anche se molto danneggiati, non mancano.

Decidiamo di ritornare a Uchisar per fare a piedi la VALLE DEI PICCIONI, in inglese Peoggeon Valley. Uchisar è sempre un paesino delizioso con una vista panoramica incantevole. Facciamo quattro passi per il paese e mi perdo in un negozietto di cose antiche, le adoro. Strano, ma restisto all'acquisto.
Facciamo visita al museo e fabbrica di onice. L'onice nero è una delle pietre caratteristiche della zona. E' molto apprezzato per sua durezza, i suoi colori e la sua trasparenza. Qui anche il turchese è largamente lavorato è quello che preferisco, lo trovo bellissimo. Ce ne sono diversi tipi, i più affascinanti sono quelli antichi azzurri chiari con venature di oro zecchino.
Ci fanno vedere prima, nella parte della fabbrica, come si lavora la pietra onice.
Rispondendo alla domanda "cosa significa Cappadocia" vinco anche l'oggetto della dimostrazione. : ) Ovvimanente la risposta è terra di bellissimi cavalli!
Io adoro tutti i lavori manuali e di artigianato e non posso che guardare affascinata come si da forma, levigatura e lucidatura a questa pietra. Altri addetti stanno creando gioielli lavorando oro e pietre, bellissimo.


Troviamo il cartello che indica l'inizio della Valle dei Piccioni, che collega uchisar a Goreme. Dovrebbe essere percorribile in un paio d'ore. Io e Ale soli iniziamo al camminata. La valle è quasi tutta in discesa e deserta. Le formazioni di tufo sono ancora differente da quelle delle valli. Le forme dei camini delle fate sembrano più mordibe e più soffici. I nidi dei piccioni sono scavati nelle rocce tutt'intorno. Molto particolare anche questa valle.
Secondo una leggenda locale un umano si innamorò di una fata di questa valle, ma essendo un amore proibito furono condannati a morte. La regina delle fate li perdonò ma trasformò tutte le fate in colombe, per far si che non si ripetesse la storia.
In questi panorami è facile sognare mentre camminiamo tra questi tufi.
Notiamo un contadino con due cani che ci guarda e gironzola in giro. Tra foto e esplorazioni nella cavità dei tufi proseguiamo la nostra strada. Ad un certo punto ci troviamo davanti ad un canyon dove si sono radunati un pò di ragazzi. Anche loro erano in giro per la valle e ci siamo persi tutti nello stesso punto perchè abbiamo seguito i cartelli. Ci sono spagnoli, francesi, americani e gli immancabili italiani. Tra di loro riconosco un ragazzo di Parma col quale avevamo scambiato due parole al tumulo di karakus sulla strada per il mitico monte Nemrut. E' un ragazzo simpaticissimo in vacanza da solo. E' arrivato fino in Georgia!
Come per magia, o per astuzia, rispunta il contadino con i due cani che si offre di salvarci e di accompagnarci sulla retta via. Io dico che un pò stranamente percorriamo un sentiero difficile tra rocce, tunnel strettissimi e dobbiamo persino saltare da una bella roccia alta. Sicuramente divertente. Ma una domanda mi viene spontanea: ma perchè i cani arrivano sempre da altri sentieri? Non c'era una strada più semplice? Alcune ragazze sono terrorizzate e ci mettiamo un'ora tirarle giù.
Va bè alla fine ci divertiamo e ritroviamo la strada per Goreme.






















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